Parte 13

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Non so per quale motivo mi trovassi nuovamente li, seduta al medesimo posto della sera prima, a fissare le venature più scure che erano disegnate sulla superficie di legno del tavolo.

Curiosità? Masochismo? Tentazione?

«Cosa posso portarle?» mi chiese voce maschile distogliendomi dai miei pensieri e facendomi sussultare.

Mi voltai e vidi accanto a me un ragazzo che poteva avere una ventina d'anni, con in testa una montagna di capelli a rasta lunghi fino alle spalle e legati da una grossa coda. Aveva anche diversi piercing su orecchie e sopracciglia.

Uscì dalla tasca del suo grembiule un block notes ed una penna e mi fissò in attesa della mia ordinazione sollevando le sopracciglia e tamburellando con la penna sulla carta con fare annoiato.

Stavo per aprire bocca quando qualcuno alle mie spalle mi anticipò.

«Lei prende un tè ed io il solito caffellatte, Bastian» udii da dietro le mie spalle.

Era una voce familiare e mi voltai di scatto mentre il cuore mi martellava nel petto in maniera quasi dolorosa. Vidi Alejandro passarmi accanto e prendere posto di fronte a me. Rimasi senza parole per qualche istante cercando di capire, elaborare un pensiero o semplicemente di rimettere in moto la mia mente che sembrava essere completamente in tilt. Non ero sicura di ciò che mi sarebbe potuto uscire dalla bocca se avessi deciso di parlare poiché quell'uomo aveva avuto, dal primo momento, su di me un effetto destabilizzante per cui non sapevo se sarebbe stato più opportuno dar retta alla parte di me che reclamava una qualche sorta di vendetta, per il sol fatto di avere il potere di farmi perdere il controllo, oppure ascoltare la me che era già inginocchiata ai suoi piedi pronta alla venerazione eterna.

La situazione sembrò precipitare quando lo vidi sfilarsi dalla testa la felpa che aveva indosso restando solo con indosso una t-shirt bianca con su disegnato lo sbaffo della Nike. Fu in quel momento che iniziarono le vertigini mentre un vortice mi turbinava nello stomaco sconquassandomi completamente.

Avevo giurato a me stessa che non mi sarei più trovata in quella situazione ma, per una qualche inspiegabile ragione, mi trovavo di nuovo li con lui.

Aveva gli occhi puntati su di me, la luce che da essi traspariva era quasi accecante per me, era raggiante e non avevo idea della ragione o, probabilmente in cuor mio, sapevo che il motivo potevo essere solo io.

Dovevo essere caduta nella sua trappola per cui era più che compiaciuto del risultato. Ero quasi sicura del fatto che fosse ben consapevole dell'effetto che faceva sulla gente ma, la cosa che mi turbava maggiormente, era il sospetto, non così infondato, che avesse precisa contezza di ciò che, nello specifico, provocava in me. Se le mie deduzioni fossero state reali non avevo protezione di fronte a lui e dato che non conoscevo le sue intenzioni la cosa mi faceva paura.

Doveva essere per forza così, poiché nessuno può essere così dannatamente sexy senza sfruttare la cosa a proprio vantaggio. C'era, infine, da dire che nessuno avrebbe dovuto avere la possibilità di essere così meraviglioso per i guai nei quali poteva indurre la gente a cacciarsi.

Eppure lo osservavo mentre i suoi occhi verdi scrutavano e valutavano ogni singolo centimetro del mio viso. Mi guardava quasi con bramosia e la cosa mi turbava perché non sapevo più se il suo fosse solo un comportamento di rimando al mio o fosse davvero interessato a me.

«Ok, ragazzi arrivo in un attimo» disse Bastian distogliendomi dai miei pensieri. Per un secondo lasciai che i miei occhi si concentrassero su quel ragazzo che, dopo aver fatto una gimcana tra i tavoli era, infine, sparito dietro un enorme porta ad ante.

«Questa giornata non poteva essere migliore. Quando mi sono alzato, stamattina, ho pensato che non ti avrei più rivista ma, la fortuna è stata benevola con me, regalandomi la possibilità di trascorre altro tempo in tua compagnia. Avrei voluto parlare di più con te quella sera ma...sei scappata e quando ti ho vista allontanarti su quel taxi ho provato una sensazione stranissima, quasi devastante» mi disse rivolgendosi a me.

Mi stava trasmettendo le sue emozioni, si stava persino confidando con me, ed io lo sentivo così tanto vicino a me che quasi avvertivo il cuore spaccarmi il petto

Scusate se le parti sono un po' più lunghe ma la storia è già stata scritta e divisa in capitoli ma questi ultimi erano davvero troppo lunghi così sono costretta a dividerli come meglio possibile in parti più piccole. Grazie per la comprensione spero vi piaccia.

Like the leaves in the fall (The Seasons Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora