Parte 10

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«Che è successo a quel catorcio?» ribattè Jerry lasciandosi sfuggire una piccola risata che ingoiò velocemente quando vide la reazione a quelle parole dipinta sul mio volto.

Non tolleravo che qualcuno mancasse di rispetto alla mia Clio del 2010, alla quale ero davvero molto affezionata. Era stata la mia prima vera macchina e meritava rispetto.

Lo guardai in cagnesco facendolo smettere di ridacchiare per ciò che aveva detto e cambiando immediatamente la rotta del suo discorso.

«Mi dispiace che non possiate venire sarebbe bello avere tutto il team, d'altronde avete lavorato molto tutti insieme per ottenere questo risultato quindi meritate un giusto festeggiamento» disse schiarendosi la voce.

Connor mi guardò implorante. Sapevo che avrebbe voluto restare con gli altri e,soprattutto, con Ciara. Raramente lo avevo visto rinunciare ad una bella birra dopo il lavoro ma io, di rimando, gli bisbigliai, in un orecchio, che avevo davvero bisogno di lui.

Non avrei potuto chiedere una mano nemmeno a Eileen poiché, nonostante le mille cose da fare ed impegni con i gemelli, mi avrebbe detto di sì e non volevo davvero metterla in difficoltà. Non avevo voglia di andare con Connor ma, in quel momento, rappresentava la mia unica scelta, così lo strattonai ancora una volta per fargli capire di non indugiare ulteriormente.

«Dai Jerry, ci rifaremo quando torno da Londra, magari vi offro una cena, ok?!» cinguettai sperando di congedarmi quanto prima.

Ok. Mi sentivo davvero una persona orribile ma avevo troppe cose urgenti da sistemare e dovevo sbrigarmi a mettere a posto questa faccenda e levarmi di torno il Tormento Connor.

«Bene noi andiamo. Io ritorno lunedì quindi buon weekend a tutti» dissi salutando tutti ed afferrando al volo le mie cose per poi fiondarmi dritta verso l'ascensore. Avevo dato appuntamento a Connor nel garage dell'agenzia ma pregandolo di non metterci molto tempo visto la mia urgenza.

Mentre entravo nell'ascensore, vidi Eileen affacciarsi nel corridoio davanti a me fecendomi un cenno con pollice e mignolo della mano, mimando la cornetta del telefono vicino all'orecchio e questo, nel nostro linguaggio dei segni, significava che avrei dovuto chiamarla non appena arrivata a Londra.

Le risposi col pollice girato verso l'alto mentre le porte si chiudevano davanti ai miei occhi tagliandola fuori.

Like the leaves in the fall (The Seasons Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora