Parte 9

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Intanto fuori sembrava splendere il sole così, non avendo la mia Clio, decisi di andare a lavoro con la mia Vespa Primavera.

Mentre sfrecciavo per le vie di Galway, già frenetica per l'avvicinarsi del weekend, mi ritornò in mente ciò che era accaduto la sera precedente: davanti agli occhi mi si materializzò l'immagine del ragazzo che avevo conosciuto e che mi aveva offerto il suo aiuto.

Ma quel pensiero mi aveva distratta al punto da non farmi rendere conto di essere passata con il semaforo rosso. Per fortuna, riuscì a scansare le macchine, che stavano partendo dall'altra parte della strada, con uno slalom, accostando, subito dopo, al marciapiede davanti all'ufficio con il cuore che mi martellava nel petto per lo spavento.

Mentre mi trovavo davanti all'ascensore del garage fui raggiunta da Connor, che aveva appena parcheggiato il suo Maggiolone accanto alla mia moto.

«Buongiorno Caitlin. Ho visto che oggi sei venuta a lavoro con la moto come mai?» mi chiese gentile.

Era sempre eccessivamente curioso di ciò che facevo e spesso mi domandavo se fosse così opprimente anche con gli altri colleghi. Per l'amor di Dio, era un bravissimo ragazzo, molto arguto e sapeva svolgere al meglio il suo lavoro anche in tempi relativamente brevi ma, Santo Cielo, era dannatamente invadente ed appiccicoso come una caramella.

«Buongiorno a te Connor. Sì, sono venuta con la mia Vespa perché ieri sera ho forato e pioveva troppo per cimentarmi nell'impresa di cambiare la ruota, da sola, così ho preso un taxi fino a casa» sospirai mentre mi infilavo nell'ascensore sperando di avere esaurito la sua invadenza.

Non mi andava di dire altro su ciò che era successo ma, in quel momento, pensai che dovevo trovare un modo per recuperare la mia vettura, considerando che senza una ruota di scorta, difficilmente averei potuto far qualcosa.

Feci una cosa che non era da me e della quale mi pentii immediatamente: chiesi a Connor di accompagnarmi, dopo il lavoro, a recuperare la mia macchina e, senza la ben che minima esitazione, lui accettò.

La giornata volse al termine abbastanza velocemente. Finalmente il lavoro sul quale ci eravamo tutti concentrati, nelle ultime settimane, era passato all'esecutivo ed i clienti ne erano molto soddisfatti, così come Jerry, il quale sembrava davvero raggiante.

Lo vidi entrare nella cucina durante la pausa pranzo sfregandosi le mani compiaciuto. Eravamo tutti stanchissimi ma soddisfatti del lavoro svolto.

«Bene ragazzi, credo che qui ci voglia una bella birra, che ne dite di scendere al pub a festeggiare stasera?» disse.

«Grazie Jerry ma noi» dissi afferrando il braccio di Connor, che stava flirtando con Ciara, ed attirandolo al mio fianco «dovremmo andare a recuperare la mia macchina. Ho già chiamato un gommista ma mi ha detto che dobbiamo passare a prenderlo dall'officina per portarlo alla macchina» squittii al fianco di Connor.

In realtà, speravo di non dover perdere altro tempo prima di ritornare a casa, vista la montagna di cose che dovevo sistemare prima di partire per Londra. Il problema con la mia macchina costituiva, già i suo, una diversione assai gravosa sulla mia tabella di marcia ma contavo, comunque, di sistemare il tutto in tempi relativamente brevi, grazie anche all'aiuto che mi avrebbe fornito Connor. Ulteriori perdite di tempo mi avrebbero impedito di rispettare i miei tempi ed avrei dovuto organizzare tutto in fretta rischiando di perdere il controllo della situazione.

Like the leaves in the fall (The Seasons Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora