Statue
Sguardi di bambino
incompresi e impauriti,
implorano il perdono
e vengono puniti.
Desideri di speranza
flebile ma caparbia,
cercano conferma
per venire poi distrutti.
Parole mai pensate
condotte dalla rabbia,
trovano una voce
e agghiacciano il silenzio.
Attimi di gioia
prima tanto ricercati,
non appena trascorsi
facilmente son scordati.
Istanti di follia,
di vorace immaginazione,
si tramutano in azione
per divenir la tua condanna.
Non capisco questo uomo,
prima indomito istinto
poi lucida ragione
poi guidato dall'emozione.
Non comprendo la mia mente,
spesso ricca di coraggio,
poi vittima, poi carnefice,
poi giudice di se stessa.
Non accetto questa vita,
prima tanto condannata
poi preziosa, quando svanita
nei ricordi dei miei eredi.
Mi spaventa la mia anima,
così fedele alla giustizia
ma incuriosita e tanto attratta
dagli abissi del piacere.
Perché tanta incoerenza
in così fragile esistenza.
Perché tanto dubbio
in così capaci menti.
Il difetto è cosa umana
"quale noia la perfezione"
La realtà è che vi aspiriamo
ma con triste rassegnazione.
Noi che ancora siamo statue,
ma solo opere incompiute,
incastonate nella pietra
di chi tanto ci ha volute.
Se Colui che ci scolpisce
fenderà un nuovo colpo,
un altro raggio andrà a scaldare
questo nostro freddo corpo.
Ogni opera può ambire
a divenir sempre migliore,
ma lo scalpello, inesorabile,
è nelle mani dello Scultore.