-Due-

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Era un giorno come tanti, nella grande mela. Will era andato a scuola come ogni giorno, ma non sapeva che sarebbe stato anche l'ultimo. Al suono della campanella, invece di entrare come tutti gli altri, si recò nel retro della scuola. Un ragazzo alto più o meno come lui lo aspettava appoggiato al muro con uno zaino in spalla. «Will.» Disse buttando la sigaretta a terra e pestandola. «Ryan.» Il discorso non durò a lungo, perché prima che il moro potesse rispondere Will allacciò le sue braccia attorno al suo collo, e si baciarono dolcemente. Will si sentiva libero con lui, si amavano davvero. Un flash di qualche telefono li fece staccare all'istante.
«Questo farà un sacco di wes!» Esultò una ragazza abbastanza bassa con un telefono in mano.
«Britney, cancellala.» Provò Will, ma la ragazza l'aveva già postata.
«Troppo tardi, Solace.» E se ne andò sculettando verso l'entrata.

Lo scenario cambiò, adesso Will si trovava nella sua villa, seduto al tavolo col padre e i fratelli.
«Will? Cos'è questo?» Chiese la sorella minore facendogli vedere la foto di lui e Ryan che di baciavano. Stando però attenta a non farsi vedere dal padre.
Will non ebbe neanche il tempo di rispondere, che il fratello maggiore gli prese il cellulare dalle mani. Quello stronzo.
«Che schifo...» Disse buttando malamente il cellulare della sorella sul tavolo, così che il padre potesse vederlo.
«William, sei tu?»
Will era come paralizzato, avrebbe dovuto rispondere?
«S-si, sono io.»
Angel, il fratello maggiore, lo guardò schifato allontanandosi di qualche centimetro. Austin, il fratello fra lui e Clair, la sorella, lo guardò in silenzio.
«Fate le valige, ci trasferiamo.» Disse il padre alzandosi dalla tavola.
«Cosa?!- Sbottò Angel -Solo perché abbiamo un frocio in famiglia?!» Will abbassò la testa a quella parola, che in realtà non si era mai sentito dire, e detta dal fratello immaginò che facesse ancora più male.
«Non possiamo permetterci che la gente ci veda ancora per strada, con questo scandalo.» Il fatto che Will fosse omosessuale sarebbe uno scandalo?! Dovevano trasferirsi, per il suo orientamento sessuale?!
Il padre sparì dietro la porta della cucina, e quella situazione a Will non piacque per niente.
«Will, che cazzo! Ma che problemi hai?!» Sbottò Angel, visibilmente alterato.
Will era di nuovo paralizzato, non riusciva a credere che l'avessero scoperto.
«Lascialo stare, Angel. Ormai papà ha detto che ci trasferiamo, quindi va a fare le valige.» Intervenne Austin.
Angel guardò un'altra volta Will dall'alto in basso, per poi sbattersi dietro la porta.
«Will, mi dispiace. È colpa mia...» Si scusò la sorella.
«No, tranquilla Clair. Tanto l'avrebbe scoperto comunque.» Si alzò a testa bassa dal tavolo, pronto per dire addio al suo amato. Di certo il padre non li avrebbe più fatti rivedere.

«Ehi amico, svegliati!» Urlò per l'ennesima volta Leo.

Will si alzò di scatto, mettendosi a sedere con le mani fra i capelli. «Ryan.» Sussurrò mentre una lacrima gli rigava la guancia.

«Tutto okay?» Chiese Leo seduto sul suo letto. Ormai era mattina.

«Si, certo. Solo un incubo.»

Leo annuì e si alzò dal letto dandogli una pacca sulla spalla, non fece caso al nome pronunciato dal biondo.

Oggi sarebbe stato il suo primo giorno di scuola, il suo primo giorno senza qualcuno per cui vivere. Era tutto per lui, non si sarebbero mai lasciati. E di questo ne era sicuro. Il padre lo aveva costretto a cambiare numero, così che Ryan non avesse possibilità di contattarlo. La vita in quel momento gli faceva schifo. Davvero schifo.

Si alzò a fatica dal letto, si prese un momento per osservare. Percy sbatteva la mano sulla porta del bagno, dormiva in piedi, ma il suo tocco su quella porta si sentiva eccome. Leo cercava di svegliare Nico sbattendogli un cuscino in faccia. Immaginò che dentro al bagno ci fosse Jason.

«Hai bisogno d'aiuto?» Chiese posizionandosi di fianco a Leo che cercava di togliere le lenzuola a Nico.

«Si, quando fa così non si alza molto facilmente.» Disse Leo fermando un attimo la "tortura" a Nico.

«Prova con la musica...» Propose Will, andando a prendere il cellulare sotto il cuscino e accedendo alla sua playlist.

«Potrebbe funzionare.»

Will mise il suo telefono sopra il cuscino di Nico, affianco al suo orecchio, e schiacciò sullo schermo per azionare una canzone a caso di Michael Jackson.

La canzone parti, e il corvino spalancò gli occhi buttando per terra il cuscino. L'avevano fatta grossa.

Si alzò dal letto senza dire una parola, la canzone di Michael Jackson di sottofondo non aiutava. Guardò i due ragazzi stringendo i pugni. «Di chi è questo telefono?» Chiese calmo prendendolo in mano dal pavimento.

«Mio...»

Nico spense la musica, e ridette il telefono al legittimo proprietario. Quando le loro mani si scontrarono, Nico lo tirò verso di se facendolo abbassare alla sua altezza.

«Prova a farlo un'altra volta, Solace, e il tuo bel'iPhone vola dalla finestra.» Disse lasciandogli poi la mano.

In quel momento Jason aprì la porta, ma appena Percy provò ad entrare, venne fermato da Nico che entrò al posto suo e lo fece imprecare. La giornata iniziava bene per tutti.



Leo, Nico e Will camminavano velocemente per non arrivare in ritardo a matematica. Ovviamente era Leo a tirarli, energico com'era già di prima mattina, loro si limitavano a fare gli zombie dietro di lui.

«Sta attento a dove vai!» Disse una voce per Will anche troppo familiare.

Infatti aveva appena sbattuto sulla spalla di suo fratello...

«Angel, non ti avevo visto.» Fece cenno agli altri due che era meglio andarsene, così loro acconsentirono.

«Non così in fretta.» Lui e il fratello non si erano ancora chiariti.

«Seriamente Angel, non ho tempo da perdere.»

Erano la da meno di un giorno, ma Angel aveva già alle sue spalle quattro o cinque ragazzi alti quanto lui.
Aveva imparato a fronteggiarlo, ma fronteggiare lui, più dei ragazzi del quarto anno incazzati — solo perché lo era Angel —, sarebbe stato più difficile.

«Ti sei trovato un altro frocetto?» Questo glielo sussurrò, sbattendo le sue spalle agli armadietti dietro di lui.

«Non toccarmi.» Riuscì a liberarsi con una semplice spinta.

«Chi era quello?» Chiese Leo una volta seduti in classe.

«Mio fratello...»

Nico e Leo si guardarono straniti negli occhi, e Will se ne accorse.

«Diciamo che...è colpa mia se ci siamo trasferiti...» Spiegò a occhi lucidi.

I due ragazzi preferirono non continuare, anche perché in quel momento entrò il professore e dovettero alzarsi in piedi.

La lezione andò avanti normalmente, il professore fece presentare Will alla classe, ed alcune ragazze lo guardarono con gli occhi a cuoricino.

Che era il figlio di Apollo non sfuggiva a nessuno.

Che Apollo era uno stronzo sfuggiva a tutti.

Spazio autrice.
Anche se Apollo stronzo non me lo immagino, ho dovuto. Non odiatemi pls. Comunque questa ff la farò andare molto piano ( o almeno ci proverò, perché quando si tratta di solangelo nessuno può resistere), quindi se cercate le solite dove si arriva dritto al punto questa non fa per voi😗

E niente.
Peace, love and stalking
[motto di vita]

Greta⚡️

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 12, 2018 ⏰

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