4 capitolo

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È mattina presto
Wes è tornato a casa, ormai il sangue sulle ferite era sparito.
Sento la porta sbattere vado in cucina
Ecco George ubriaco come sempre, il naso arrossato e un odore di alcohol tremendo.
"dove sei stato?" Chiedo
"Non sono affari tuoi stupida" esclama con rabbia "hai dormito sola? Perché ieri non eri a casa prima che me ne andassi al bingo?" Dice e senza neanche farmi sbattere ciglio mi arriva un pugno sul viso, cerco di ripararmi con le braccia ma la sua forza è troppa.
Capita....
sarà incazzato.... gli passerà
Gli preparo una tisana e corro in bagno.
Ho pura di stargli vicino quando è in questo stato.
Mi preparo velocemente indossando degli occhiali da sole per nascondere l'occhio viola.
Ho messo un jeans nero con una canotta bianca. Ma uscita di casa mi accorgo di aver dimenticato la giacca ma non ho voglia di tornare a casa preferisco sparire per un po' dalla vista di George, devo dire che per fare più presto possibile mi è sfuggito di mente.

Arrivata al corso noto che Wesley non è presente seguo la lezione, per fortuna i professori non mi hanno imposto di togliere gli occhiali
La lezione segue tranquilla, per la prossima settimana dovremmo ricreare un fumetto inventato da noi, lo faranno tutti a coppia ma non ho amici qui e quindi lo farò da sola.

Suonata la campanella esco e mi incammino verso l'uscita
Ma da lontano noto Wes con indosso una felpa rosa pastello e dei jeans neri, ha il cappuccio alzato è una sigaretta fra le labbra con le cuffie nelle orecchie
Passo davanti a lui ma fingo di non vederlo non voglio si accorga del livido

"Quindi adesso si passa e neanche ci si saluta?" Domanda gettando la sigaretta e levando le cuffie posandole nelle tasche dei jeans
"Non ti ho visto" bugia
"Ti ho visto da lontana e mi stavi guardando quindi non dire sciocchezze" sorride
"Vuoi vendere gli occhiali o vuoi comprare il sole?" Domanda ironica poiché il clima non è dei migliori ed io con questi occhiali sono molto fuori luogo
"Diciamo che cerco di comprare il sole" sorrido
"Levali, che non c'è sole" afferma
"No voglio tenerli" esclamo
"Facciamo due passi?" Chiede
"Va bene" rispondo "come mai non sei venuto al corso?" Domando
"Ho fatto tardi e quei coglioni non mi hanno fatto entrare" ride
Tremo un po' dal freddo
Lui sembra accorgersene e si sfila la ferma chiusa rosa.
"Tieni metti questa" dice lanciandola
La infilo per sopra ma mentre metto il cappuccio mi cascano gli occhiali...
Lo rialzo velocemente

"Cherì che cazzo hai fatto" afferma avvicinandosi delicatamente a me e sempre dolcemente mi leva gli occhiali
Lo guardo negli occhi quasi sull'orlo di una crisi di pianto
"È stato quel coglione.." dice
Abbasso lo sguardo
"Io lo uccido cazzo.." dice serrando la mascella
I suoi pugni stretti lasciano pulsare le vene sui bracci
"Sta calmo non fare nulla peggiori tutto" esclamo
Mi siedo su un muretto
Mi accarezza il livido
"Gli spacco la faccia, come ha potuto" grida
"Era ubriaco comprendilo" affermo
"Non comprendo un cazzo le donne non si toccano neanche con un fiore" esclama
"Non ti preoccupare avrà quello che si merita" dice
"Wes non fare niente peggiori tutto, passerà non è la prima volta" dico facendo un mezzo sorriso
"Vuoi dire che quel coglione ti ha menato altre volte" grida
Abbasso lo sguardo
"Io lo uccido cazzo" dice tirando un pugno contro il muro, facendo cadere pezzi di pietra, le sue nocche arrossate
"Non preoccuparti... io sto bene" sorrido
"Io adesso no" afferma
"Perché ti preoccupi per me ci conosciamo da meno di 24 ore" accenno un piccolo sorriso
"Tu ieri mi hai portato un album da sola fino a dove abito, e quando mi sono presentato in quelle condizioni fuori la tua porta perché non sapevo dove non mi avessero trovato... tu mi hai aiutato. Io non dimentico quando mi viene fatto del bene" risponde

Ho cercato di calmarlo, mi ha portata al mare.
Anche se l'acqua è sporca e agitata a me piace.
Ho sempre pensato che dovremmo un po' essere come il mare che infrangendosi contro gli scogli trova sempre la forza di riprovarci.
"Stavo pensando cosa si prova ad amare" dico stendendomi sulla sabbia
"Sai io una volta mi innamorai fu l'errore più grande della mia vita" risponde accendendosi una sigaretta
"Perché?" Domando
"Avevo 17 anni, lei si chiama Karol aveva la mia stessa età la conobbi quando andavo al liceo, ero innamorato perso ma lei era la tipica che ne aveva 1000 attorno ed io ero solo uno di quelli, dopo qualche mese che gli stetti dietro ci mettemmo insieme, dopo un anno l'ho trovata a letto con un mio caro amico che è venuto a mancare 2 anni fa per un incidente in auto.
Quando scoprii il tradimento la perdonai, l'amavo troppo ma lei lo rifece dicendo di non provare più niente per me. Sono le persone che rovinano le cose, non i sentimenti così lo sempre pensata.
Ci stetti malissimo ma poi con il tempo provai solo odio, quante ne ho passate, ma ormai non ho neanche rancore. Non mi importa più. Non sono fatto per l'amore, non sono fatto per essere felice. Mi sono sempre sentito uno stupido per tutto, ho sempre sofferto la mancanza dei miei genitori, ho fatto soffrire tutti con i miei errori... ho fatto il possibile per aiutare ma ho sempre peggiorato tutto" getta la sigaretta
"Sei solo un essere umano, va bene così. Dovresti perdonarti." Sorrido "io penso che tu debba chiedere scusa a te stesso, forse ti sei messo da parte troppe volte.. ho sempre pensato che basta bastarsi per essere felici" affermo
"Ho sempre pensato che forse dovrei smettere di pensare così tanto, mi sono messo in così tanti pasticci che ormai ci sono dentro fino al collo, ormai nella mia vita o la và o la spacca"

Oltre Lui [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora