11- Isteria e calci

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Cammino velocemente verso il mio nuovo armadietto, accanto a quello di Caius, tra l'altro.

-Ti sei bevuto il cervello?- Gli domando rabbiosamente, chiudendo con forza la porticina in ferro verde che mi resta in mano.

-Merda.- Sibilo, cercando le viti che sono cadute a terra. Devo smetterla di distruggere ogni oggetto mi capita a tiro.

-Mh, non ti si addicono questi francesismi.- Sorride evorrei fargli prendere consapevolezza del disastro in cui mi ha cacciato a suon di schiaffi. Non si sta contorcendo a terra, il mio potere sembra essersi ristabilito. O sono troppo debole e disperata per Alec che non ho la minima forza di esercitarlo. Probabile.

-Levati di mezzo, devo andare al corso avanzato di Antologia.- Sbotto, sistemando finalmente il dannato armadietto.

-Ci sono iscritto anche io, lo frequenti nella mia classe. La tua amica Ekaterina mi ha gentilmente informato che il professore vuole interrogarci.-

-Cosa?Ma se non l'abbiamo mai visto!- Disapprovo con il capo, seguendolo nel corridoio ricolmo di studenti, ricolmo di sangue che scorre. Ringrazio il giorno in cui Aro mi ha insegnato a controllarmi almeno in questo ambito.

-Appunto, vuole capire a che livello eravamo nella nostra vecchia scuola.-

Maledizione.

-Sappiamo almeno l'argomento?- Domando disperata, davanti alla porta dell'aula.

-Bram Stoker e l'isteria collettiva.- Sorride, entrando, obbligandomi a fare lo stesso mente realizzo che avrò schivare ogni riferimento sospetto. Mitico. Altra lezione a monosillabi.

-Jane, Caius, vi stavamo aspettando con ansia! Sono il professor Melburn, vi dispiacerebbe accomodarvi su quelle sedie accanto alla mia cattedra?-

Sorridiamo falsamente prima di recarci al patibolo.

-Noi stiamo trattando il romanzo Horror, Bram Stoker e Dracula.-

Annuncia, dandomi il colpo di grazia, poiché ho sperato fino all'ultimo che Caius scherzasse.

-Iniziamo dalla più giovane.- Che novità.

Mi ingobbisco un pò, alzo le spalle e sbatto le palpebre.

-Sapresti dirmi a chi si è ispirato l'autore per inventare il fantomatico Conte Dracula?-

Sospiro.

-A Vlad terzo di Valacchia.- Rispondo, assumendo un espressione incerta, come se non lo sapessi da millenni.

-Perché era noto?- Osserva Caius, questa volta.

-Per la sua brutalità verso chi si opponeva ai suoi ideali. Torturava i suoi nemici con l' impalamento, ciò gli valse il soprannome di Vlad l'impalatore.-

Risponde, quais sorridendo. Non capisco il motivo.

-Cosa causò la lettura da parte di molti dell'opera?-

Maledetto, immaginava che tale quesito sarebbe capitato a me.

-Isteria Collettiva, molti iniziarono a pensare che i vampiri esistessero davvero, ciò li spinse a riesumare svariati cadaveri, infilargli un paletto nel cuore e rassicurarsi dicendosi che giustizia era stata fatta.-

Termino, bloccando la mia risata nel fondo della gola. Come se un bastoncino potesse uccidere uno di noi.

-Un' altra prevenzione era seppellire il cadavere e cospargere la sua bara di riso, se esso fosse diventato un vampiro la sua natura lo avrebbe costretto a contare ogni chicco, impiegandoci anni a sufficienza per morire causa il tempo passato senza nutrirsi.-

Termina Caius, divertito a sua volta per l'assoluta infondatezza di tale leggenda.

-Esaustivo, siete davvero informati a Volterra.-

Più di quanto immagini.

Penso, sentendo la mancanza di casa, che ormai non c'è più.

Ascolto il professore blaterare su come fuggire da un eventuale creatura demonica per quelle che sembrano ore, finalmente la campanella suona e mi reco vero l'uscita, Caius mi precede, a sentire lui deve andare un attimo al bagno, ma non gli credo.

Sento una mano sulla spalla e mi indispongo, odio essere toccata.

Mi distraggo per fulminare con lo sguardo Bellina quando un calcio sullo stinco mi fa tremare la gamba, assolutamente niente di doloroso, per me.

-Si può sapere chi ti ha spinto a compiere tale atto buzzurro?-

Osservo Ekaterina e sento che non resisterò a lungo.

Sorride.

-Scusami Jane, non ti avevo vista passeggiare con il tuo maritino.-

La fisso, osservo i suoi occhi farsi vitrei mentre si affloscia a terra come un palloncino bucato.

Urla, urla e tutti la osservano schoccati, compresa Bellina che si porta addirittura le mani a coppa sulla bocca.

Sa che farà la fine di Bree Tanner.

Una mano si posa nuovamente sulla mia spalla, mi giro per uccidere lo sprovveduto ma i miei occhi incontrano i gemelli.

-Alec.- Sussurro, studiando ogni dettaglio del suo viso, assicurandomi che non sia un artificio.

Ekaterina nel frattempo si alza e ci supera, non spiegandosi per quale motivo una persona tanto sana abbia avuto un attacco epilettico, troppo stupida per arrivare a capire che sono io l'artefice.

La osservo e urlo.

-Se fossi al tuo posto inizierei a correre, stolta sprovveduta.-

Mi osserva e comprendendo che le ho promesso una lezione, nonostante mi sia già vendicata, inizia a correre urlando.

-Dove diavolo er....-

Mi interrompe, non l'ha mai fatto in tutta la sua vita.

-Sta zitta!-

-Alec, ti cercavo.-

Un biondo ossigenato mi passa affianco e prende sottobraccio il mio gemello, portandolo via con se.

Se è colui che l'ha rapito, almeno non mi ha riconosciuta.

L'intensa vita di JaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora