14- Shock

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Ambrogio si trova in una pessima situazione: non può fermarmi e non ha alcuna speranza contro Caius o Aro, spero non impieghi troppo tempo nel cedere

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Ambrogio si trova in una pessima situazione: non può fermarmi e non ha alcuna speranza contro Caius o Aro, spero non impieghi troppo tempo nel cedere.
-Potrei iniziare a staccagli ogni arto per aiutarti a scegliere in fretta.-
Sibila Caius, iniziando a camminare verso il vampiro.
Egli nel frattempo si lamenta, tenendosi le mani intorno alla testa, gridando di rivolere la vista, l'udito e il tatto.
-no!-
Urla il biondo, protendendosi verso l'anziano.
-D'accordo, vi dirò tutto ciò che volete ma lasciate stare il mio creatore!-
Termina, raggiungendo il padre.
Gli carezza una guancia e a un cenno di Aro smetto di infliggergli il potere di Alec.
-Come puoi avere lo stesso potere di Alec?-
Mi domanda velocemente il suo rapitore.
-Siamo noi a porre domande ora.-
Ribatto.
-Per quale insulsa, stupida, ridicola ragione avete dato fuoco al nostro palazzo?-
Ambrogio sorride lievemente.
-Il vostro palazzo e coloro che si trovavano all'interno non sono stati toccati, era una tattica del mio mentore, perché voi rimaneste qui e foste meno forti, preoccupati per la vostra sorte. È stato semplice convincere Romeo a testimoniare il falso.-
Faccio un passo verso di lui, determinata a uccidere suo padre, questa volta, ma Caius mi sbarra la strada con un braccio.
-Dove si trova il membro della nostra guardia?-
Gli chiede, e penso si stia già immaginando a torturare il traditore.
-A palazzo, ovviamente.-
Impiego tutto il mio autocontrollo nello stare ferma e nel non mettergli le mani al collo.
-Non fare il furbo con noi. Jane.-
Sorriso grata a Caius e subito noto la nebbia uscirmi dalle mani.
-Il palazzo si trova in Transilvania!-
Rivela velocemente il rapitore.
La nebbia, meno scura di quella di Alec e immagino anche meno potente rientra nelle mie mani e mi provoca un dolore appena sopportabile ad esse. Alec soffre ogni volta?
-Ora ci condurrai lí, intesi?-
Ordina Aro, sorridendo mieloso come è solito fare.
-Si, signore.-
Kotler nel frattempo ha ripreso le sue forze e tenta di acciuffarmi e spingermi su un muro.
Caius procede sorridendo sadicamente, lo afferra, lo fa inginocchiare e gli stacca la testa in un colpo netto.
Ambrogio grida in risposta.
L'anziano mi sorride mentre estraggo l'accendino e lo getto sul traditore di Aro.
-Andiamo?-
L'orfano annuisce addolorato e ci conduce verso la nostra meta.
Arriviamo successivamente dinnanzi a un enorme maniere situato proprio sopra un burrone.
Le sue pareti esterne sono in pietra e ci sono una serie di torri molto alte, un fossato inoltre campeggia intorno al castello come un serpente, al suo interno, nelle acque scure, un coccodrillo dalle fauci spalancate.
Questa messa in scena certamente basta a spaventare gli umani di qui.
-Non è una mia priorità conoscere colui che ti comanda come uno stupido burattino, porta qui mio fratello e nessuno si farà male.-
Informo Ambrogio, appoggiata a un albero. Accanto a me Caius e Aro sembrano pensierosi.
-A me invece interesserebbe vedere colui che condivide questo mondo con me dalla notte dei tempi, verrò con te, giovane.-
Il corvino segue la guardia e non posso fare a meno di dissentire.
-Ci farà finire nei guai.-
Commento, sbuffando.
-Penso lo stesso, speriamo che si muovano a mandarci Alec, ora che so che esiste ancora, desidero tornare a casa.-
Sussurra in risposta, spostandosi un ciuffo ribelle dal viso.
-Anche io.- Replico, raggiungendolo.
Mi alzo sulle punte e  poso un bacio sulla sua fronte, il taglio dell'aria prodotto dalla mia velocità causa un fruscio fastidioso.
In risposta mi stringe con le braccia.
-Non preoccuparti per Marcus, ho intenzione di averlo fra i piedi ancora a lungo. Sistemata questa faccenda torneremo a casa di Kotler e di certo lui sarà tornato come nuovo.-
Mi rassicura, mentre accarezzo i suoi capelli biondi.
-Lo so.-
Il rumore dei passi di qualcuno ci fanno alzare la testa verso la direzione cui provengono.
Ambrogio percorre il ponte levatoio.
-In caso vogliate vedere Alec dovrete seguirmi.-
Annuncia.
-Quale parte di "conduci qui Alec" non ti è chiara? E dov'è Aro?-
Sono furiosa, odio quando le persone si comportano slealmente.
-Con il lord, naturalmente, mi ha chiesto lui di poterlo conoscere.-
-Facci strada. Veloce.-
Termina Caius, iniziando a seguirlo mentre un cipiglio scocciato rovina l'armonia del suo bellissimo volto.
Lo imito, alquanto preoccupata.
Percorriamo un'infinità di corridoi e inizio a temere che sia una trappola.
In tal caso non esiterei a non placare la furia omicida di Caius verso la guardia.
-Quindi tu sei al servizio del famoso Conte Dracula?-
Ridacchia e lo osservo perplessa, oltre che infastidita.
-È una leggenda. È imparentato veramente con Attila l'unno che è a sua volta un vampiro, nomade. A proposito del flagello di Dio, abbiamo perso i contatti con lui da tempo, il conte dice che si trovi in una baita sul K2.  Comunque mio mentore si chiama Cassio. Il riferimento storico è una coincidenza, lui era etrusco.-
Spiega brevemente, mentre ci imbattiamo nell'ennesimo corridoio.
-Interessante. Anche Aro era etrusco.- Interviene Caius.
-Già.-
Mi sembra di vedere un ghigno malefico stamparsi sulla bocca del vampiro ma probabilmente è il mio essere lievemente paranoica a creare tale impressione.
Finalmente Ambrogio apre una porta e subito invita me e Caius ad entrare. Successivamente la chiude dietro di noi.
Le tende sono abbassate e nonostante la nostra visa fuori dal comune ci è difficile distinguere ciò che ci circonda.
Improvvisamente le tende si aprono, rivelando due vampiri al loro lato che le tirano e possiamo vedere ciò che ci circonda.
Tutta la stanza è in marmo e ricorda molto la sala del trono che si trova a Volterra.
Ci sono Armature e affreschi ovunque ma è la figura al centro della stanza che ci fa rabbrividire.
Un uomo giovane, dai capelli corti e neri è appollaiato su un trono composto interamente da teschi, indossa con nonchalance un mantello nero come i nostri, sfoggiando la sua bellezza immortale.
Al suo fianco però c'è qualcosa di obbrobrioso persino per noi.
Una donna, legata ad un trono come il suo.
I suoi occhi sono virtei e gran parte della sua pelle mangiata dal fuoco, i vestiti sgualciti e la testa staccata dal collo tranne per un piccolo lembo.
Degli aghi tengono attaccato il suo capo.
Era indubbiamente una bellissima immortale, tuttavia così conciata, così tenuta ostinatamente in un mondo che più non le appartiene risulta terrificante.
-E voi sareste?-
Domanda il conte, aprendosi in un sorriso sinistro.
Procedo impassibile al fianco di Caius.
-Caius Volturi, uno degli anziani di Volterra. Lei è Jane, membro della guardia e mia compagna.-
Rabbrividisco a tale definizione, osservando la sorte capitata alla poveretta seduta accanto al Lord.
-Cassio. Vampiro etrusco in cerca di fortuna qui. Sono stato sepolto vivo all'epoca e attualmente mi sento troppo rilassato sapendo di  poter stare in superficie per preoccuparmi di questo castello che cade a pezzi. Un po' come noi, o sbaglio?-
Sogghigna e non posso non notare la crepa sulla sua mandibola di porcellana, segno di un sanguinoso combattimento.
-Esigiamo chiarezza sul rapimento del nostro fratello. Alec.-
Annuncia Caius, fissandolo imperterrito.
-Si è unito a noi pacificamente. Sono consapevole che sia dura affrontare un tradimento, ma è così.-
Pronuncia lentamente ogni parola e mi impegno per non saltargli addosso.
-Menzogne. Dove si trova?-
Ringhia il biondo, perdendo la pazienza.
-Non mi dannerei così se fossi al tuo posto, Caius. Piuttosto, curioso come la presenza esuberante di Aro sia passata in secondo piano, per voi.-
La consapevolezza ci investe come un treno e ci fissiamo, stupefatti.
-Hai anche lui, non è così? Liberalo, bastardo.-
Ordina il biondo, perdendo ogni sorta di razionalità.
-D'accordo, d'accordo. Non ti agitare, fanciullo. È un oltraggio rovinare tale bellezza con quelle rughe di collera. Ambrogio, porta qui Aro.-
In qualche istante, il corvino, in manette, fa la sua entrata discutibilmente trionfale.
I suoi capelli sono arruffati e sporchi come mai prima d'ora, gli occhi vermiglio spento e le labbra letteralmente distrutte.
-Aro! Uccidiamoli e andiamocene.-
Gli urla Caius, fissando in cagnesco Cassio quando ride freddamente.
Non può essere più forte di noi.
Vero?
-Temo sia il caso che togliate il disturbo invece.-
Replica il corvino, guardandoci con occhi languidi, come se le forze lo stessero per abbandonare.
-Prego?-
Lo osservo shoccata.
-Dovete andarvene.-
Continua imperterrito, togliendosi in un gesto secco le manette, nonostante credo che esse siano state forgiate a prova di vampiro.
-Stai delirando. Cassio. Ridacci Alec e mi conterrò dal radere al suolo questa topaia.-
Il diretto interessato sogghigna in risposta.
A quel punto, i miei tentativi di calmare Caius sono vani, procede in fretta verso di lui e lo prende per il collo, alzandolo.
Qualche istante dopo si trova scaraventato sulla parete opposta per mano di Aro.
Allibita lo osservo e alla sua giustificazione rabbrividisco.
-È Cassio il mio creatore. Io gli devo tutto. Andatevene e lasciatemi con colui a cui appartengo.-
Il morso fresco sul suo collo perlaceo è una chiara conferma alle sue parole.

L'intensa vita di JaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora