16.🗝️Room 33

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🔫Kit.

Ore 05:29

La stanza che gli aveva dato il vecchio receptionist era la numero 33. Aveva deciso di fermarsi a dormire visto la tempesta improvvisa che non gli avrebbe permesso di ritornare a casa. Si sarebbe fermato solamente per un’altra notte, visto che il meteo alla TV diceva che la mattina seguente il tempo si sarebbe rasserenato.
Aveva incontrato Melrose e le aveva dato la meth, ovviamente, a credito.
Quando finalmente l'aveva incontrata ci era rimasto proprio male. La crisi d'astinenza le aveva dato un aspetto  orribile. Ci aveva provato più volte a dirle di smetterla con quella merda, nonostante la vendesse lui, ma lei lo aveva sempre ignorato, dicendo che era solo uno sballo, l'unico sballo che la sua vita poteva dargli.
Nonostante Kit sapesse che era solamente una cliente come tutti gli altri tossici dei bassifondi a cui vendeva, gli dispiaceva davvero molto per Mel. La conosceva da molto, avevano quello che sembrava un legame quasi fraterno, almeno per Kit.
-Kit, sono io!- Come uno scherzo del destino, Melrose stava bussando alla sua porta.
Si chiese se fosse alla ricerca di altra Meth, ma sperava veramente di no.
-Entra.-
Nel non se lo fece ripetere due volte ed entrò nella stanza del suo pusher, gettandosi di peso sul letto.
Nonostante di tossiche nella sua vita ne avesse viste tante, Melrose era davvero bella. Il suo viso, seppur segnato dalle evidenti impurità causate dai cristalli, era proprio bello. Melrose era diversa dalle altre. Una volta, quando non aveva abbastanza soldi per pagarsi una dose, gli chiese di poter pagare in natura, ma lui rifiutò. Per quanto quella ragazza lo attrasse, non riusciva ad immaginarsi assieme in quel modo, e non capiva proprio il perché.
-Non mi piace la mia camera. Succedono cose strane, qualche volta. Credo che ci sia morto qualcuno.- Le disse lei, giocando con l'orlo della sua gonna a fiori.
Kit la guardò confuso, ridendo insieme a lei.
-Si sai, come in quel film…1408! Quando il giornalista o quello che è scopre inquietanti verità su chi alloggiava in quella stanza e inizia a vedere i morti…-
-Cavoli, ecco perché sono il tuo spacciatore di fiducia!-
Melrose gli diede un pugno sul braccio, facendolo ridere ancora una volta.
-Dico davvero. Voglio tornare a casa. Sono qui da troppo tempo.-
-Come mai?-
-Ho litigato con mia madre, ovviamente. E gli ho preso la visa, per questo sono qua e non in chiesa.-
Già, Kit ormai lo sapeva. Litigava spesso con sua madre e quando succedeva andava a dormire in chiesa.
-Domani me ne vado. La tempesta sta per finire. Se vuoi puoi venire con me . Prendiamo il taxi.-
Nel annuì, avvicinandosi al ragazzo e guardandolo con occhi curiosi. -Certo che ci vengo. Non ho nemmeno i soldi per la meth, figurati per il biglietto dell'autobus.-

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