Epilogo.

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Fare l’autostop nel New Mexico era decisamente un’impresa, lo aveva imparato a sue spese.
Era difficile che qualcuno si fermasse soprattutto se c’era in giro una grossa tempesta come quella, ma lei era positiva.
Aveva camminato a lungo, allontanandosi forse due chilometri dal Motel. Il fango le entrava nei sandali aperti e iniziava ad avere freddo alle gambe scoperte, ma non demordeva.
Fece l'autostop alla prima auto che vide arrivare, un vecchio pick up rosso. Come aveva predetto, si fermò immediatamente. Quale uomo stanco, in ritorno dal lavoro dalla sua vecchia moglie grassa non si sarebbe fermato alla vista di una bionda con una minigonna del genere e delle gambe così perfette?
-Tutti bene?- chiese l'uomo guardandola preoccupata. La pioggia aveva iniziato a scendere più forte, ed ora i suoi cappelli erano appiccicati al suo viso cosparso di trucco sciolto.
-Sono rimasta a piedi. Mi darebbe un passaggio?-
-Ma certo. Salta su.-
Lei gli sorrise grata e salí subito, ignorando il fatto che la gonna in jeans ora le era salita maggiormente sulle cosce bagnate.
L’uomo ovviamente non poté fare a meno di osservarla e pensò che fosse proprio molto carina, ma troppo giovane comunque.
-Cosa ci fai in giro con questa tempesta?-
-i miei amici mi hanno lasciato a piedi. Menomale che sei arrivato tu!-
Lui annuì sorridendo, sentendosi orgoglioso di se stesso.
Autumn sospirò, appoggiando la testa al sedile. Era tutto finito, finalmente.
Aveva conosciuto il ragazzo di cui nemmeno si ricordava il nome in quella nuova discoteca fuori città. Era stata lei a provarci per prima perché pensava che fosse proprio carino. Avevano ballato insieme e bevuto tanto. E si erano baciati a lungo, prima di arrivare a piedi in quel motel nascosto, poco prima dell'autostrada principale.
Entrambi non avevano i soldi per una camera, ma lei sapeva bene come aprire una porta senza chiavi.
Volevano solamente divertirsi un po’, due ore e poi avrebbero lasciato la stanza senza lasciare tracce, senza che nessuno sapesse della loro presenza.
Di certo non pensava che le cose si sarebbero messe talmente male.
Lei aveva una pistola, non ci usciva mai senza. Avevano litigato nel bel mezzo del rapporto, che fra l’altro non era neanche un granché. Non ricorda nemmeno perché avessero iniziato a discutere. Lui era così calmo e buono, solo un po’ ubriaco. Avevano fumato della scooby prima di arrivare al motel, ma non era colpa della droga. Luil’aveva offesa perché era andata a letto con lui, forse l'aveva chiamata pure troia. E Autum non ci aveva visto più.
Solo dopo avergli sparato aveva capito dell’errore immenso che aveva fatto. Voleva sentirsi in colpa, ma non ci riusciva. Odiava i ragazzi, soprattutto quando questi le davano della puttana. Era stanca di subire e basta, e quel giovanotto in fondo se l'era meritato, non avrebbe offeso più nessuna ragazza.
Sarebbe dovuta scappare immediatamente, ma forse per la droga o l'alcool, svení a pochi passi dal cadavere.
Quando si svegliò, capii che non poteva più scappare. C'era il receptionist e sentiva il rumore delle porte degli altri alloggi. L'avrebbero vista sicuramente.
Mise in atto tutta quella scena, non sapendo se sarebbe riuscita o meno a convincerli, ma ci riuscì.  Ed ora era nell’auto di quel sconosciuto, che guidava tranquillo lanciandole di tanto in tanto un’occhiata alle gambe scoperte.
-Dove sei diretta?-
Autumn sorrise, sentendosi finalmente libera, e guardò fuori dal finestrino, la pioggia che batteva violenta sul deserto che si lasciava alle sue spalle. Quando alzò gli occhi al cielo, vide che le nuvole si spostavano ,per lasciare lo spazio al sole.
-Ovunque.-

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