23. 🗝️Room 42

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Damon 🗞️

Ore 07:18

Sarebbe potuto essere già ad Albuquerque, pensava Damon seduto nel letto della sua camera in quel vecchio motel. Si pentiva per non aver continuato a guidare, Come aveva progettato sin dall’inizio. I suoi capi lo avrebbero menato fino a rompergli tutte le ossa. Non poteva uscire da quel posto e tutto sommato non sapeva se fosse una cosa così negativa, sapendo che ad Albuquerque lo aspettavano impazientemente probabilmente con qualche strumento di tortura.
Mise una mano sotto al letto matrimoniale e preso il borsone della Nike. Si guardò intorno stranamente preoccupato, pur sapendo che tutti erano ancora nella stanza dell’ omicidio. Eppure si sentii osservato, nonostante fosse solo.
Sentii la necessità di controllare che fosse tutto al suo posto, che non mancasse nulla.
I cellulari e i diamanti che aveva rubato erano al loro posto. Nessuno era entrato durante la sua assenza, come aveva previsto.
Non aveva mai guardato realmente il contenuto di quel borsone quando Espinoza glielo aveva consegnato, ordinandogli di riempirlo di diamanti che avrei trovato nel retro della JeweleryFoxes, la gioielleria più grande e famosa di Santa Fe.
Damon aveva iniziato a rubare sin da bambino, seguendo le orme del fratello maggiore. Rubava al supermercato, per aiutare la giovane mamma single. Poi le cose si erano fatte più serie. Da ladruncolo di zaini ai turisti nelle spiagge e nelle grandi città, Damon ora aveva 27 anni ed era il miglior ladro di diamanti probabilmente di tutto il New Mexico. Rubava di tutto, e da quando era entrato nella gang dei Serpents cinque anni prima come stagista, non era più tornato indietro. Non li piaceva lavorare con la mafia o quello che era, ma non aveva altra scelta.
Afferrò il primo cellulare che si ritrovò sottomano. Erano tutti di ultima generazione, maggiormente rubati nei magazzini, e tutti in ottime condizioni.
Prese un iPhone X, pensando di dover al più presto sostituire il suo con uno cellulare del genere.
Lo accese, sapendo che la maggior parte dei telefoni appena usciti dalle grandi industrie erano bloccati e pronti per essere rintracciati una volta accesi, ma stranamente non appare nulla del genere.
Il telefono era già sbloccato, e cosa ancora più assurda, doveva appartenere a qualcuno. Non richiedeva l'impronta digitale, cosa alquanto strana. Chi non usava la password di quei tempi.
Quando tolse il blocco schermo, comparve l'immagine dello sfondo e le varie icone Delle applicazioni.
Perché Espinoza aveva rubato un cellulare usato? Si rispose da solo, ricordandosi che qualche volta venivano presi rotti e usati per essere rigenerati da un contatto che aveva il boss, immerso anche nel mercato nero dell’ elettronica.
Guardò a lungo la foto, che raffigurava un ragazzo e una ragazza abbracciati e sorridenti.
Entrambi avevano un aspetto famigliare.
Ne era quasi sicuro.
Aveva visto quella ragazza pochi minuti prima, insieme agli altri ospiti , nella stanza dell’omicidio.
Io ragazzo invece, era il cadavere.




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