Capitolo 3

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Afuro guardò Hera sorridendo.
«Domani staremo tutto il giorno assieme che bello!» cinguettò il biondo. Aveva vinto la scommessa, e al castano non potè andar peggio. Non voleva stare tutta la giornata con quel biondino egocentrico.
«Sisi. Ora ciao» sbuffò andandosene. Tornò a casa, buttò lo zaino sul divano e si preparò il pranzo. Era già da un anno che viveva da solo, e non gli era mai dispiaciuto. Ma in quel momento si sentiva davvero troppo solo. Non ne capiva il motivo, ma non ci diede troppo peso.

La mattina dopo, Hera stava letteralmente dormendo in piedi avendo passato tutta la notte a giocare con la X-Box a calcio. Persino in metro non fece alcuna attenzione agli altri e lasciò che dicessero di lui quel che gli pareva senza commenti sarcastici.
Uscì dal vagone e s’immerse nella folla, tenendo le spalle curve.
Niente poteva svegliarlo…
«Figlioooooo!»
Beh niente a parte questo. Alzò gli occhi e vide Kirigakure sventolare una mano nella sua direzione, mentre Demete cercava di tenerlo a bada. Aporo se ne stava per i fatti suoi, cosa strana.
«Ti aspettavamo, figlioletto mio!» esclamò Nuvoletta Rosa.
«Sto per commettere un matricidio» borbottò Hera. Demete lo osservò attentamente.
«Hai dormito poco eh?» commentò ed Hera annuì.
«Come mai? La tua ragazza, ops, ragazzo ti ha inseguito anche nei sogni?» chiese Kirigakure maliziosamente. Hera lo fulminò con lo sguardo. Se non fossero stati a scuola, probabilmente l'avrebbe già preso a pugni.
«Per l’ennesima volta, io e quel ragazzo non siamo nulla! Mi sta altamente sul cazzo. È davvero troppo egocentrico e cerca sempre di stare al centro dell'attenzione»
«Ma Hera! Gli opposti si attraggono!»
«Proprio come il mio pugno è attratto dalla tua faccia in questo momento»
Il rosa fece un passo indietro, alzando le mani in segno di resa. Hera sbadigliò, ancora mezzo addormentato.
«Ta-da-shi~!»
Una voce purtroppo familiare risvegliò di colpo tutti i suoi sensi, soprattutto quello di sopravvivenza, ma prima che potesse nascondersi il biondino gli fu addosso.
«Buongiorno~!» cinguettò gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo forte.
Per alcuni istanti né Hera né gli altri tre capirono cosa stava succedendo.
«Ah, c’est l’amour!» commentò Kirigakure, ed Hera si staccò da Terumi con la voglia di strangolare il ninja. Saiji sorrise.
«Ora devo andare dai miei nuovi amici! Bye!» salutò, e poi si eclissò.
Demete lo guardò a metà fra sorpreso e preoccupato.
«Nuovi amici? E chi sarebbero? Aporo, tu ne sai qualcosa?» domandò. L’amico non rispose, e lui lo scrollò.
«Ehi, Aporo! Insomma, è da ieri che te ne stai sulle tue! Che ti prende?!»
Aporo arrossì e balbettò qualcosa d’incomprensibile sulla sua classe e poi fuggì letteralmente.
Demete si mise le mani sui fianchi.
«Oh, avanti! Che gli prende a tutti oggi?» sospirò.
Poi si girò e vide che Terumi era ancora abbracciato ad Hera, che cercava in tutti i modi di scrollarselo di dosso. Arrossì, pensando al fatto che se fosse stato lui ad avere Afuro avvinghiato, avrebbe fatto di tutto per non farlo staccare.
«Oggi devi stare tutto in giorno con me! La scommessa l'ho vinta io~»
«No»
«Ma una promessa è una promessa, Tadashi» insistette Terumi.
«Scordatelo» replicò immediatamente Hera.
Delle lacrime spuntarono agli angoli degli occhi di Terumi. Hera lo fissò sconcertato.
Demete invece cominciò ad agitarsi.
«Oh no, Aphrodi-sama, non piangere! Tadashi verrà con te, lo garantisco!» esclamò, afferrò Hera e con uno spintone lo spedì addosso a Terumi, che prontamente si attaccò al suo braccio.
«Demete...!» cominciò Hera, pronto a minacciare o insultare.
«Non preoccuparti, Tadashi, va' pure! Ti copro io!» gridò l'amico e scappò all'interno della scuola.
Ed Hera iniziò immediatamente a preoccuparsi, ma non poté fare niente perché ormai Terumi e Demete avevano deciso.
Quando si furono allontanati abbastanza, Hera si lasciò andare ad un sospiro.
«Era davvero necessaria quella sceneggiata?»
Terumi fece un'espressione innocente del tipo “Ma chi? Io?”
«Hai addirittura finto di piangere... Demete è proprio un allocco»
Dopo questo, Terumi scoppiò a ridere.
«Sono bravo a recitare, vero?»
«Così bravo che a volte mi chiedo quand'è che tu non reciti...»
«Beh, è semplice. Quando sono con te» replicò Terumi «Anche perché ho la sensazione di non riuscire ad ingannarti»
«E di questo vado fiero» ghignò Hera. Terumi gli tirò uno schiaffo sul braccio, poi continuò a trotterellare come se nulla fosse.
«Dove andiamo?» si costrinse a chiedere Hera, ormai rassegnato.
» Felice che tu l'abbia chiesto»
Terumi sorrise, leggermente.
«Si va a lavoro!»

Angolo Cazador
ale_mouri55 come promesso, ecco subito(manco tanto) un altro capitolo!

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