Capitolo 9

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Hera guardò il bigliettino che aveva tra le mani. Era ormai estate, e Afuro gli aveva dato un pass per poter andare in studio per vederlo posare ogni volta che voleva. Il biondino aveva passato tutto l'anno scolastico a stargli appiccicato, e non poteva amare di più l'estate. Però, infondo, sapeva di essersi affezionato a quell'angelo/demone. E quindi decise che si, sarebbe andato a fargli visita ogni tanto, se avesse avuto una giornata particolarmente noiosa.

Afuro stava sfilando in costume da bagno. Uno maschile per il momento, ma avrebbe utilizzato anche quello femminile dati i suoi lineamenti delicati che rispecchiavano quelli di una signorina. L'estate era iniziata da più di un mese, e Tadashi non era ancora passato a trovarlo. Neanche una volta. Ci rimaneva male, ogni volta che finiva di lavorare. Perché sperava fino all'ultimo che il castano si presentasse, anche per caso. Voleva rivederlo. Era il primo ad essere diventato suo amico, amico davvero. L'unico che non stava con lui solo perché era famoso. Ma forse si sbagliava. Ad Hera non importava di lui. Ma avrebbe cambiato le cose. Nessuno gli sarebbe rimasto indifferente.
«Afuro Terumi!» urlò qualcuno. Il biondino si girò. Stava andando a prendere il suo milk-shake, ma due uomini lo stavano bloccando.
«Siamo del "Svelo Mistero", uno dei giornali di celebrità più famosi. Potrebbe rispondere a qualche domanda?» chiese uno.
«No. Non ne ho voglia, mi spiace » rispose cortesemente, utilizzando il suo sorriso angelico. Fece per andarsene, ma lo bloccarono per il polso.
«Le abbiamo chiesto di rispondere alle nostre domande, quindi risponderà alle nostre domande» fece l'uomo, aumentando la stretta. Gli stava facendo male, e anche tanto.
«Ho detto di no. Mi lasci, per favore» disse Afuro, tentando di essere comunque cortese e perfetto.
«E noi abbiamo detto di si. Quindi ora rispondi, hai capito ragazzino?» disse l'altro uomo, in tono minaccioso. Terumi stava per parlare nuovamente, ma sentì di scatto la presa sul suo polso levarsi. Qualcuno si era piazzato tra lui e i due uomini.
«Ha detto che non vuole. Lasciatelo stare» disse il suo salvatore, e il biondo avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
«Altrimenti che fai ragazzino?»
«Chiami la mammina?»
Hera non gli rispose, ma cominciò a recitare a memoria l’articolo riguardante lo stalking e concluse minacciando di fargli fare una querela se non peggio.
Ogni parola che diceva, fece sbiancare di più i due.
«Non finisce qui» dissero in coro, prima di correre via. Hera sbuffò e si rivolse ad Afuro, che in tutto quel tempo era rimasto lì a fissarlo ad occhi sgranati. 
«Che cos’è quell’aria sorpresa? Mi hai detto tu di venire» fece notare Hera.
Afuro sussultò e si riscosse.
«S-sì, l’ho detto… ma non mi aspettavo che venissi sul serio»
«Perché non avrei dovuto?»
«B-beh, perché tu non… Probabilmente hai di meglio da fare che... V-Venire a vedere a me...»
Fu un poco meno di un sussurro, ma Hera sentì comunque. Ma non ebbe il tempo di dir nulla, che una furia con l'elmetto li raggiunse.
-Aphrodi-samaaaaaaaaaaaaaaaaa!- urlò Demete e saltò sul biondino abbracciandolo.
Afuro sobbalzò.
«C-cosa?!» esclamò. Hera fece spallucce.
«Volevo venire da solo, ma poi Demete mi ha scoperto e mi ha seguito… Kirigakure ha seguito Demete e Aporo ha seguito Kirigakure e Artemis ha seguito Aporo…» spiegò. Infatti il ragazzo con la maschera, uno dei più popolari della scuola, secondo solo a Terumi, continuava a perseguitare il tappetto di famiglia, infastidendolo.
«Alla fine siamo tutti qui per te» concluse Demete.
«Non esattamente per te, in realtà» sottolineò Artemis, sorridendogli e mettendo un braccio sulle spalle di Aporo, che sgusciò via dalla presa e fece una smorfia disgustata.
«Non toccarmi Artemaniaco» disse nascondendosi dietro Kirigakure, che stava salutando affettuosamente Terumi. I due si erano chiariti ed erano diventati amici, nonostante Saiji continuasse ad essere geloso delle attenzioni che Demete gli dava.
«Certo che non è per niente giusto che quei giornalista facciano ciò che gli pare e piace! Se li rivedo gli ficco uno shuriken su per il cu-» sbottò il rosa.
«Si abbiamo capito!» lo interruppe Demete, facendo scoppiare a ridere Afuro e Artemis.
«Ehy! Non potete stare qui! È zona riservata!» urlò qualcuno avvicinandosi. Hera riconobbe subito il ragazzo.
«Ciao Atena»
«Oh, Hera. Che piacere rivederti! I ragazzi sono con te?»
Il castano annuì, scacciando la tentazione di farli cacciare via in malo modo.
«RAGAZZI! C'È TADASHI!» urlò il ragazzo sorridendo, e Hera capì subito con chi parlava. Infatti arrivarono Saginuma e la donna canarina. Tadashi, Kirigakure e Demete ebbero un tic all'occhio nel vedere la giacca gialla.
«Ha dei gusti discutibili...» commentò sottovoce il ragazzo con l'elmetto.
«Dovrebbe sparire dalla faccia della terra quella... cosa» confermò il rosa.
Hera diede qualche pacca sulle loro spalle, sollevato che non fosse l'unico a trovarla orribile. Forse siamo davvero geneticamente simili pensò, guardando mamma e  papà.
«Hera, sei tornato per altri scatti?» chiese speranzosa la donna.
«Manco morto. Sono- Siamo passati a vedere Afuro»
«Capisco» disse la donna, spostandosi i capelli dal volto «Afuro ricomponiti, ti voglio perfetto»
«Certo» disse il biondo, per poi sussurrare a bassa voce e in tono malizioso, in modo che solo Hera sentisse «Non sarà difficile per me»
Il castano mormorò a denti stretti un 'narcisista', ma venne ignorato.
Afuro mise al collo una lunga collana con pietre color dell’ambra, una maglia viola lunga fino alle ginocchia, con sotto i pantaloncini jeans, e alla vita una cintura marrone come gli stivaletti. 
«Sono pronto» disse, spostando una ciocca di capelli di lato.
Tutti rimasero a bocca aperta.
«QUANTO SEI CUTEEEEE» urlò la troupe, mentre due ragazze svenivano.
«Pucci» confermò Hitomiko sorridendo.
«Sorridi» disse il fotografo iniziando gli scatti. Kirigakure, Aporo e Artemis non riuscivano a dire nulla di sensato, mentre guardavano il biondo. Demete invece era rimasto a bocca aperta.
«Chiudi la bocca papà, oppure entreranno le mosche» disse Hera in tono serio. Non ci trovava niente di così stupendo nell'abbigliamento di Afuro.
«Non mi trovi carinissimo?» gli chiese il biondo, sorridendo malizioso e facendogli l'occhiolino.
«Sei uguale a prima»
«Cattivo!»
Il castano voltò lo sguardo verso un nido, in cui una rondine stava con il figlio.
Carini pensò Hera, e non ci voleva un genio per capire cosa gli passasse per la testa.
«Ma sei un caso perso!» sbottò Terumi, prima di ricominciare a posare.

Famous||HerAfuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora