Capitolo 10

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Quando finirono gli scatti, Terumi si allontanò da tutti fissando il telefono. I ragazzi stavano parlando con Atena, che mostrava vecchie foto di Afuro mai pubblicate. Nessuno si era accorto della scomparsa del biondo. Nessuno apparte Hera, che lo stava seguendo. Terumi si era nascosto in un luogo appartato e stava facendo una telefonata. Si mordeva il labbro e sembrava abbastanza teso.
«Si, pronto. Sono Afuro. Vorrei parlare con... C-Come non può? Mi aveva promesso che oggi avremmo parlato un po! So che ha da fare ma... Seriamente Akahito Terumi non ha neanche cinque minuti liberi per parlare al telefono con suo figlio?!» parlò al telefono, e più parlava più sembrava distrutto e sul punto di scoppiare a piangere.
Hera sgranò gli occhi, sorpreso. Akahito Terumi era uno dei più grandi imprenditori del Giappone, se non il più grande, ed era l'uomo più ricco che ci fosse. Non poteva credere che Afuro fosse suo figlio anche se c'era un po di somiglianza, oltre allo stesso cognome. Hera fu distratto dai suoi pensieri da uno strano rumore, come un fruscio tra i cespugli, ma decise di non darci peso. Si allontanò, senza finire di sentire la conversazione tra Afuro e, probabilmente, il segretario o la segreteria del padre. Tornò dagli altri, che non si erano accorti della sua assenza, e poco dopo tornò anche Terumi. Sorrideva come se non fosse successo nulla, e questo diede sui nervi a Tadashi. Un secondo prima l'aveva visto così triste, così arrabbiata... Aveva visto il vero Afuro. Ed ora fingeva di star bene quando non era così. Odiava le persone false in quel modo.
«Si è fatto tardi, io torno a casa» annunciò il castano, prima di allontanarsi. Fu presto raggiunto da Artemis che si era praticamente trasferito da lui. Erano amici d'infanzia, si conoscevano alla perfezione. Aporo aveva accusato Hera di tradimento, per essere dalla parte del 'nemico'. Perché per Aporo, Artemis era il nemico. Il nemico che lo tormentava, lo prendeva in giro e gli rovinava la vita.
«Che hai Hecchan?»
Hera aveva imparato a lasciarsi chiamare così da Artemis, ma solo da lui. Perché era l'unico a non essere intimorito dal castano, e anche se l'avesse minacciato, avrebbe continuato a chiamarlo così.
«Afuro è completamente finto» disse solo Hera, e il suo amico non fece domande.

Hera sembrava morto. Letteralmente. Si era svegliato di cattivo umore e si era alzato dalla parte sbagliata del letto, quindi aveva sbattuto la testa contro il muro come un coglione. Doveva incontrarsi con i suoi amici al parco, ma la voglia era pari a zero. Quando arrivò, era stanco e dolorante e sembrava uno zombie.
«Woah, amico. Sembri morto» commentò Demete vedendolo.
«Se fai un altro commento, sarai tu ad essere morto»
Il ragazzo con l'elmo si nascose dietro Kirigakure, che rideva.
«Ehy Hecchan, ti sei alzato dalla parte sbagliata del letto?» commentò qualcuno arrivando da dietro. Mai parole furono più vere pensò Hera girandosi, prima di prendersi un mezzo infarto.
«Perché la maschera?! Hai intenzione di farmi morire d'infarto??»
«Le mie fan potrebbero riconoscermi» si giustificò Artemis. Infondo il ragazzo era conosciuto in tutta la città, e amato da molte ragazze e da alcuni ragazzi.
«Sicuro? Non è che lo metti perché ti senti figo, come fa quest'idiota con l'elmetto?» chiese Saiji indicando Demete che era ancora nascosto dietro di lui.
«Secondo te mi fa più figo?»
«Ovvio. Ti copre la faccia» commentò Aporo maligno. Hera non poteva vedere l'espressione di Artemis, ma era certo che stesse sorridendo furbescamente. Infatti, poco dopo, Aporo fece un salto di tre metri e andò a nascondersi dietro a Kirigakure perché il ragazzo gli aveva toccato il culo.
«Fatemi capire bene, sono diventato per caso tana libera tutti?» si lamentò il ninja. Hera si prese un momento per scrutare i suoi amici. In totale erano in cinque, ma sarebbero dovuti essere sei. Chi mancava?
«Dov'è Afuro?» chiese, attirando l'attenzione di tutti.
«Sarà in ritardo» disse Demete. Hera stava per dire qualche cattiveria sul conto del ritardatario, ma venne interrotto dal suo telefono.
«Pronto?»
«Hera! Sono Hitomiko!»
«Se mi ha chiamato per altri scatti, se lo scordi»
«No, ti chiamo per Afuro. Ha bisogno di te»
«Che intende dire?»
«Non hai letto il giornale?»
«No..»
«Leggi e ti sarà tutto chiaro»
«Che? Ma spiegami tu! Ehy?? Pronto?»
Il castano sbuffò rimettendosi il cellulare in tasca, sotto gli sguardi di tutti.
«Aporo»
«Dimmi?»
«Mi serve immediatamente un giornale»
Il piccoletto corse via, per poi tornare poco dopo con l'oggetto richiesto. Hera trovò subito ciò che cercava, in prima pagina. Ce n'erano di tutti i colori sulla famiglia Terumi, in cui si parlava male del povero Afuro che aveva tenuto nascosto tutto a tutti e che probabilmente era diventato famoso solo per la ricchezza del padre.
«La donna canarina ha ragione... Ha bisogno di me...» mormorò tra se e se Tadashi, prima di lasciare il giornale e correre via, ignorando i richiami dei suoi amici.

Famous||HerAfuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora