Adriel 10 ottobre 2018"Papà ti piace il mio disegno?"
"Non ora Adriel"
"Papà ti piace come suono?"
"Non ora Adriel"
"Ehi mamma ti piace questo vestito?"
"Adriel non è il momento ora"Ecco come sono cresciuta.
I miei genitori non ci sono mai stati o almeno dopo i 15 anni è stato così.
Ricordo che prima di allora eravamo una bella famiglia, felice, unita.Poi tutto cambiò, per colpa mia, dissero.
Eravamo la classica famiglia perfetta.
Ma si sa, la perfezione non esiste.Ed io ne ero la prova.
Ho sempre odiato le cose che potevano risultare perfette, ho sempre cercato l' imperfezione in ogni cosa.
Il nostro rapporto si ruppe quando i miei genitori mi abbandonarono in una clinica per circa due anni.
'Lo stiamo facendo per te' mi dissero, ma non era vero. Lo stavano facendo per loro, no per me.
Per loro ero sbagliata, e dovevo cambiare. Beh, comunque non ci sono riusciti.
Ma andiamo per ordine.
Prima di tutto mi presento, sono Adriel Scott, ho 18 anni e vado alla ragioneria, per fortuna è l'ultimo anno.
Vivo a Caserta, una città che ho sempre odiato, ma sono dovuta tornare qui perché volevo finire la scuola.
Quando la finirò, andrò via da qui, via da tutto questo schifo.
Sono tornata dopo 2 anni passati in una clinica vicino Milano, non ricordo nemmeno il nome del posto.
È una parte della mia vita che voglio dimenticare, è un capitolo che non leggerei mai ad alta voce.
Non so parlare di me, non mi so descrivere, sono una ragazza normale, capelli castani, occhi marroni, non tanto alta e abbastanza magra.
Sono una grandissima stronza e ormai non mi fido più di nessuno.
Vabbè tranne di Matteo.
Il mio migliore amico, anzi mio fratello.
Lui è stato l'unico che mi è stato vicino quando non c'era nessuno.
Quando la mia stessa famiglia mi aveva abbandonato.
Ed è stato lui ad aiutarmi a scappare dalla clinica in cui ero rinchiusa.
Ma adesso basta con questa depressione, devo prepararmi per andare a scuola.
Ah la scuola, non mi piace molto anche se ho il massimo dei voti, i professori si lamentano perché rispondo sempre male o perché non mi comporto bene, dicono che sono una bulla, ma non è cosi.
Ho un caratteraccio, questo è vero, pero non picchio o prendo in giro gli altri, almeno no quando non serve.
Ma mi piace farmi rispettare.
Sono una ragazza popolare anche se non definisco quei ragazzi e ragazze, che mi stanno intorno, miei 'amici'.
Così dopo mezz'ora che stavo guardando il soffitto dal mio fantastico letto, decisi di alzarmi per fare una doccia e prepararmi.
Indossai una maglia bianca con dei pantaloni neri e le mie amate vans, poi presi la mia giacca di pelle nera, le chiavi di casa e quelle della moto.
Uscì di casa ed entrai nel garage dove si trovava la moto.
Prima di partire però il mio telefono iniziò a vibrare.'Psicopatico' apparve sullo schermo.
Era Matteo.
"Ehi psicopatico sto arrivando, sono appena salita sulla moto"
"Buongiorno psicopatica, ti sto aspettando al nostro posto, muoviti"
Attaccai il telefono e andai al nostro posto, un bar stile americano, dove andavamo sempre, da quando eravamo bambini.
Appena arrivai, lo vidi che parlava con il signor Antonio, il proprietario del bar.
Matteo era davvero un bel ragazzo, alto, con un fisico da paura, biondo e occhi azzurri.
Insomma il classico principe azzurro.
"Ehi" dissi quando arrivai vicino a lui
"Ehi sei arrivata finalmente" disse abbracciandomi"Buongiorno Antonio" dissi salutando l'uomo vicino a noi
"Buongiorno principessa" disse lui
Antonio era un uomo sui 55 anni circa, era abbastanza robusto ed i suoi capelli erano colorati di un grigio scuro
"Volete il solito?" Continuò lui
"Si grazie" disse MatteoIl 'solito' consisteva in un cappuccino ed un cornetto al cioccolato per me, e un caffè e cornetto alla crema per Matteo
"Allora pazza hai dormito stanotte?"
"No, per niente" dissi dando un morso al mio cornetto
"Sempre quel sogno?" Chiese ancora lui
"Io lo chiamerei incubo" disse ridendo un po e continuando a mangiare.
"Cazzo Adriel sono le 8, facciamo tardi a scuola" disse guardando il telefono prima di alzarsi ed andare a pagare
"Dio stai calmo, non muore nessuno" dissi alzandomi con tutta la calma del mondo e salendo sulla moto.
Lui salì sulla sua ed andammo a scuola.Dopo 10 minuti arrivammo e decidemmo di entrare subito in classe visto che eravamo in ritardo.
"Ma buongiorno signorina Adriel e signorino Matteo" disse la prof appena ci vide
"Si buongiorno il cazzo" dissi a bassa voce a Matteo, lui rise e poi rispose alla prof.
Era lunedì e come prima ora avevamo italiano, nulla di pesante se non fosse per il fatto che la nostra prof aveva più anni di mia nonna, della scuola e dell'ultimo dinosauro di cui hanno trovato i resti messi insieme.
"Bene possiamo iniziare con l'appello" disse la prof mentre apriva il registro
"Allor.." "Mi scusi per il ritardo" disse una ragazza entrando in aula con il fiatone ed interrompendo la prof
"E lei chi è?" disse quest'ultima "Sono Crystal De Lucia" disse la ragazza che si guardò intorno fino ad arrivare a me, dove si soffermò più del dovuto.
"Beh signorina Lucia.." "De Lucia" disse la ragazza
"De Lucia o come si chiama, lei non è nell'elenco, ha sbagliato classe" disse la prof dopo aver controllato l'elenco
"Ah... mi scusi per il disturbo" disse la ragazza avvicinandosi alla porta ma, prima di chiuderla, il suo sguardo cadde di nuovo su di me.
Dio questa ragazza è bellissima. Aveva i capelli di un rosso chiaro, la pelle chiara con qualche lentiggine e i suoi occhi erano di un verde intenso.
"Te la sei mangiata con gli occhi" disse Matteo guardandomi
"Ma che stai dicendo" risposi abbassando lo sguardo
"Dio Adriel la stavi consumando" disse iniziando a ridere
"Smettila" dissi e continuai a seguire il discorso della prof che già aveva finito l'appello.
Le ore di scuola passarono in fretta e dopo essere uscita dalla classe accesi una sigaretta, salutai gli altri ragazzi e andai subito a casa.
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Ciao a tutti.
Premetto che questa è la prima storia che scrivo e che permetto ad altre persone di leggere.
Sono sicurissima che ci saranno tanti errori però vi prego di non uccidermi.
Grazie in anticipo Ahahah.-Yaya