Adriel 11 ottobre 2018
Eravamo vicine. Troppo vicine
"So cosa vuoi Adriel" disse la rossa
"No, non lo sai" dissi io
Non riuscivo a muovermi o forse non volevo muovermi .
"Invece si" disse avvicinandosi ancora di più.
"Tu vuoi me" disse ad un soffio dalle mie labbra.
Continuava ad avvicinarsi, le nostre labbra si stavano toccando...
DRIIIIN
Il mio telefono mi fece svegliare da quel sogno.
Poi dicono che non si bestemmia.
"Matteo ma che cazzo vuoi?!" dissi rispondendo al telefono che non smetteva di suonare
"Buongiorno principessa. La tua finezza di mattina mi sorprende sempre." disse ironico
"Vaffanculo" dissi io ridendo
"Comunque dove cazzo sei che sono le 8" disse lui
"Cosa? Le 8?" dissi e guardai il telefono
"Cazzo Matteo oggi è una giornata di merda" dissi
"Ti do massimo 10 minuti, poi entro" disse lui
"Muoviti" continuò ed attaccò
Mi lavai e vestii velocemente e dopo 5 minuti già stavo sulla mia moto.
Misi il casco e partii velocissima.
Il fatto che stavo in ritardo era solo una scusa per correre.
Amavo correre. Amavo l'adrenalina che mi regalava.
Dopo pochi minuti ero fuori scuola e Matteo mi stava ancora aspettando
"Eccomi" dissi andando verso di lui
"Hai fatto presto" disse lui incredulo
Presi una sigaretta dal pacchetto e la mici in bocca, ma prima di accenderla lui me la torse dicendomi che era tardi, poi mi prese per il braccio e mi portò in classe.
Allora facciamo due conti.
Matteo mi ha svegliato da un sogno bellissim... carino, mi sono svegliata tardi, non ho potuto fare colazione con il mio cornetto e cappuccino, non ho potuto fumare la mia adorata sigaretta... okay oggi è davvero una giornata di merda.
"Buongiorno ragazzi oggi interroghiamo" disse la prof di italiano entrando
"Vuoi scommettere che adesso chiama me" dissi a Matteo che iniziò ridere
"Adriel vieni tu" disse la vipera
Ma che cazzo. Ma mai una gioia. Dio mi puoi dire cosa ti ho fatto oggi.
"Visto?!" dissi a Matteo che stava morendo per non scoppiare a ridere
Andai vicino alla cattedra ed iniziò la mia interrogazione.
9. Vabbè dai almeno è andata bene.
Dopo 5 ore uscimmo da quel carcere che le altre persone chiamano 'scuola'.
"Vogliamo andare da Antonio per pranzare?" mi chiese Matteo
"Certo, almeno vediamo se questa giornata può migliorare" dissi salendo sulla moto
