8. Mi dispiace

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Adriel

Questa notte è stata una merda.

Non ho chiuso occhio.

L'unica cosa buona era che fossi in orario, finalmente ho potuto fare una colazione in santa paca da Antonio.

Sono le 8 e stranamente stiamo già fuori scuola.

Oltre Matteo c'è anche Marco e Giada.

I ragazzi stanno parlando di qualcosa di stupido, sicuro. Non sto ascoltando molto, ma di tanto in tanto rido alle loro battute per non fare l'antipatica.

Indosso una felpa nera, con dei pantaloni dello stesso colore.

Amo il nero.

Ho il cappuccio e, mentre cerco di ascoltare il mio amico e gli altri, fumo una delle tante sigarette.

Non fumavo perché mi piacesse il gusto del tabacco, anzi.

Fumavo perché sapevo che mi facesse male e, farmi del male, era l'unica cosa che volevo.

Iniziai a fumare per gioco, quando avevo 15 anni.

I miei genitori mi consideravano una bambina, e nella mia testa fumare era come fare un torto a loro,
era come dire 'guardatemi sono grande', anche se era una grande cazzata.

"Allora Adriel sei d'accordo?" mi disse all'improvviso Giada

"Cosa?" chiesi io, non avevo ascoltato neanche una parola.

"Vogliamo bucare le ruote della macchina della prof di italiano" disse

Cosa? Le ruote? Ma siete dei bambini?

"E perché mai?" dissi io

Okay odiavo quella prof, ma non si meritava questo.

"Mi ha messo due e ha detto che quest'anno mi boccia" disse Marco

"Ah quindi hai pensato, con il tuo fantastico cervellino, che se le bucassi le ruote lei ti metterebbe un 6? Magari se le rompi un vetro ti mette anche 8?" dissi io retorica.
Matteoiniziò a ridere.

"Beh..." stava per dire

"Beh un cazzo. Dio Marco ma tu hai la testa solo per dare un senso al tuo collo?! No, no che non sono d'accordo" dissi e buttai la sigaretta che ormai era finita.

"Matteo tu non farai questa cazzata, giusto?" chiesi a Matteo.

"No, certo che no" disse ridendo, anche lui sapeva che era una cazzata.

"Vabbè grazie lo stesso" disse Marco e andò via con Giada.

"Quel ragazzo è proprio scemo" dissi e mi misi a ridere.

"Ehi Adriel guarda chi arriva" disse Matteo guardando dietro di me

Sapevo già chi era. Era lei.

"Buongiorno ragazzi" disse Zoe abbracciandoci

"Buongiorno" rispose Matteo

"Ciao ragazzi" Disse la rossa

"Come state?" continuò poi

"Bene, bene" rispose il mio amico per poi guardare me

Cosa dovevo dire?

Sto bene?

"Dobbiamo entrare" dissi solo lasciando i tre ragazzi fuori scuola ed entrando in classe.

Ti prego salvamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora