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R A C H E L

Accarezzo con cura i capelli mori di Helena, addormentata sul piccolo letto dell'ospedale, mentre due sottili tubi di plastica sono collegati al suo corpo attraverso gli aghi.

Mio padre ha detto che sono gli antibiotici e le vitamine, che serviranno per compensare la grande perdita di sangue e di liquidi dal suo corpo, ma io davvero non c'è la faccio a vederla così, per quanto sia meglio saperla su questo letto che sull'asfalto di quella strada.

Non ci volevo credere, quando l'ho vista, uscendo con Kevin, uno dei tanti infermieri, dal locale, pronta a tornare all'ospedale.

Helena era lì, stesa a terra, immersa in una pozza di sangue che partiva dal suo volto, completamente sfregiato.

C'era del sangue anche sul muro del palazzo vicino, e solo più tardi ho capito che veniva dalla sua testa.

Dicono che abbia un trauma cranico leggero, ma che se la caverà, per fortuna, per quanto le ferite sul suo volto siano troppo profonde per cavarsela con delle semplici cicatrici.

Si porterà i segni di questa aggressione per tutta la vita: ogni volta che si guarderà allo specchio, il ricordo la inseguirà, e so già che questo non le farà bene.

Lei non si è mai amata, non si è mai lontanamente piaciuta, e, dopo ciò che è successo con Louis e con Bill, ho paura che questo la porterà davvero al limite.

Sospiro, stringendo la sua mano, collegata alla flebo, e ne bacio il dorso, accarezzandola piano: è calda, sento i battiti del suo cuore, segno che lei è ancora qui, con me.

Lei sarà per sempre la parte migliore di me, e delle cicatrici non cambieranno mai questo, o il mio amore per lei.

Sollevo lo sguardo, sorpresa nel sentire la porta aprirsi e, subito dopo, dal vedere il nuovo arrivato, affatto atteso.

"Che cosa ci fai qui?" Chiedo, aspra, mettendomi subito in allerta "Lo sai che devi starle lontano."

"Volevo solo sapere come stava." Ribatte il biondo, e il suo sguardo sembra solo per Helena, ancora profondamente addormentata.

Bill resta sulla porta, con la mano sulla maniglia, quasi come se questo servisse per contenerlo dall'avvicinarsi a lei, ciò che vorrebbe davvero fare.

Io non glielo permetterò.

"Starà bene." Ribatto, acida, continuando a stringere la mano della mia gemella, quasi come un'ancora "E tu te ne devi andare."

Solleva lo guardo su di me, e non sembra affatto colpito dalla mia insolenza: gli unici che ne sembrano completamente impermeabili sono proprio lui ed Helena.

"Voglio restare solo per un minuto." Dice, serio come è sempre stato "Lei non lo saprà, e poi me ne andrò."

Non mi fido, non l'ho mai fatto quando si tratta di uomini, soprattutto quando questi hanno davvero la faccia da psicopatico, ma, se Helena dovesse sentirmi ora, probabilmente mi odierebbe nel vedermi cacciarlo.

"Solo un minuto." Ribadisco, seria "E io resterò qui."

A Bill non sembra importare, e subito si avvicina, sedendosi sulla sedia sull'altro lato del letto, continuando ad osservare Helena, attento.

Ed intanto io scruto lui, cercando di capire che cosa si possa mai nascondere dietro quello sguardo così limpido, o nel modo in cui guarda mia sorella, come se davvero fosse interessato a lei.

Non riesco a fidarmi di lui.

"Puoi toccarla, se vuoi." Dico, continuando a studiarlo, in attesa del suo primo passo falso.

Bill nemmeno mi guarda, avvicinandosi appena a Helena prima di sfiorare la sua fronte, vicino ai grossi cerotti bianchi che nascondono i suoi sfregi.

"Sanno chi è stato?" Chiede, continuando a passare le dita fra le sue ciocche more, delicato.

"No, e non era una zona coperta dalle telecamere del locale." Spiego, diretta "Nessuno sembra capire il motivo di questa aggressione."

Bill si inumidisce le labbra, lento, e poi si volta verso di me, puntandomi addosso le sue iridi chiare "Le hanno...le hanno..."

Non riesce a finire, ma non c'è ne bisogno, perché capisco subito, scuotendo la testa "No, si sono limitati a colpirla: il kit antistupro era negativo."

"Le hanno rubato dei soldi?" Chiede, ancora, provando a capire "Ha infastidito qualcuno o qualcos'altro?"

"No, niente di questo." Rispondo, afflitta "In realtà, sembra quasi che il vero intento fosse proprio quello di farle male e poi scappare, ma non riesco a capire: chi potrebbe mai volercela con Helena?"

Io sono confusa, davvero, mentre Bill si mantiene calmo, intoccato, come se la cosa nemmeno lo sorprendesse.

Si volta verso Helena, e la accarezza un'ultima volta prima di alzarsi, uscendo dalla stanza senza aggiungere un'altra parola.

Lo seguo con lo sguardo, ancora perplessa, ma poi torno ad Helena, preferendo non interessarmi oltre dello strano ragazzo: ignorare le persone come lui sembra sempre l'idea migliore, ma davvero non riesco quando sento il forte tonfo provenire dal corridoio, seguito dal classico rumore di vetri infranti.

Subito corro fuori, bloccandomi alla porta e portandomi le mani alla bocca quando vedo Bill, steso a terra e sporco di sangue, vicino ai cocci della finestra rotti.

Mio Dio, questo è impazzito.

Corro in camera, premendo velocemente il bottone delle emergenze vicino al letto di mia sorella, tornando poi in corridoio, dove alcuni pazienti spaventati si tengono ben a distanza da Bill, che non sembra molto accogliente, al momento.

"Si può sapere che ti è passato per la mente?" Dico, avvicinandomi a lui, scioccata, cercando di aiutare a rialzarsi, così da non ferirsi ulteriormente.

"Tu non capisci." Si lamenta lui, mentre, con certa difficoltà, lo aiuto a rimettersi in piedi.

"Non capisco che cosa?" Chiedo, quasi infastidita, dato che lui non sembra voler molto collaborare.

Bill si volta, e il suo viso non è che ad uno spiffero dal mio, così come i suoi occhi cristallini, che, al momento, sembrano persi nell'angoscia.

Ma che gli prende?

"Non capisci che tutto questo è colpa mia."

Mi blocco, sinceramente colpita da questa sua uscita, e rimango immobile, sempre con gli occhi persi nei suoi, mentre Bill resta nella sua durezza, anche quando gli infermieri lo raggiungono e lo portano via, cercando di limitare i danni del suo momento di pazzia.

E io rimango sola, al centro del corridoio, continuando a ripensare a ciò che è appena successo, a tutte le stranezze che ormai sembrano inseguirci da quando Bill è entrato nelle nostre vite.

La colpa di questo è solo mia, ed ora devo rimediare, facendo la cosa più giusta: proteggere mia sorella.

Angolo

Aggiornamento veloce, yay

Okay, capitolo dal punto di vista di Rachel, dato che Helena è abbastanza andata: un po' mi spiace, l'ho sfregiata a vita

Ma, a quanto pare, Bill voleva compensare e si è squarciato una mano: che carino

Okay, lui sostiene che la colpa di qualcosa sia sua, voi avete qualche possibile idea? Fatemi sapere!

A presto,
Giulia

On the edge / Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora