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Rachel continua ad osservarmi, ferma nel suo lato del letto, gambe incrociate e braccia al petto: non penso di averla mai vista tanto attenta.

"Quindi?" Chiedo, dopo quella che mi è sembrata un'eternità "Cosa ne pensi?"

La mia gemella corruccia lo sguardo, facendo una piccola smorfia, e io penso davvero che abbia finalmente scelto qualcosa di intelligente da dire.

"Sei davvero riuscita a farti dire il suo nome?"

Sbuffo, senza parole: davvero riesce a pensare solo a questo?

"Rachel, lui ha detto di essere pazzo, e poi ho visto papà litigare con un uomo che sicuramente ha a che fare con Bill, e tu sai che papà non litiga mai con nessuno." Dico, sperando di farmi capire "C'è qualcosa che non va in tutta questa storia."

"E' vero." Concorda, e io quasi tiro un sospiro di sollievo, felice di essere stata capita "E sai cos'è? Il fatto che tu perdi tempo in tutto questo."

Si alza, andando verso il suo armadio ed iniziando ad estrarre dei vestiti, distratta, mentre io la guardo, quasi ferita, non riuscendo a capire perché si comporta così.

E' lei quella estroversa, quella curiosa, che si perde in ogni più piccola sciocchezza: come può non interessarsi ad una cosa del genere, quando è ovvio che ci sia qualcosa da scoprire?

"Che, voglio il tuo aiuto."

Lei prende un vestito e si osserva allo specchio, cercando di capire se le sta bene oppure no, facendo subito una smorfia.

Sta facendo finta di ignorarmi.

Mi alzo, e la afferro per il polso, attirando la sua attenzione "Che, devi aiutarmi."

"Perché dovrei farlo?" Chiede, sfogando finalmente i suoi pensieri "Ho capito che ci deve essere del marcio in questa storia, ed è proprio per questo che non voglio che tu ci finisca dentro: lui ha ammesso di essere pazzo, Helena!"

"Ha bisogno di aiuto." La blocco, decisa, non nascondendo la mia fragilità "Proprio come me."

Lei mi fissa, continuando a tenere le sue iridi scure, identiche alle mie, puntate nelle mie, quasi a volermi incantare e far uscire ogni cattivo pensiero dalla mai testa.

Lei mi vuole bene, in fondo.

"Non voglio che corri dei rischi, El."

"Non lo farò." Mi difendo, decisa "Voglio solo sapere che succede, niente di più."

Rachel corruccia le labbra, e poi finalmente sospira, lanciando il vestito sul letto, esausta.

"Va bene." Decide, infine, facendomi sorridere "Ma, ricorda, hai promesso che non farai altro."

Annuisco, decisa e convinta "Prometto."

***

Rachel ha gli occhi puntati sullo schermo del pc di nostro padre, intenta a scrivere stringhe di codici a memoria di cui io non capisco nemmeno un simbolo.

Non ci sto capendo nulla, perciò rimango in silenzio a guardare, continuando a martoriarmi le dita, sempre più nervosa.

E' da circa cinque minuti che continua a sbattere sui tasti come una pazza, e io ho paura che finiranno seriamente per scoprirci.

Non voglio pensare a cosa potrebbe accadere in quel caso.

"Hai finito?" Chiedo, iniziando a preoccuparmi, vedendo che il tempo continua a scorrere.

Rachel sbuffa, quasi annoiata, e poi si scosta, mostrandomi una pagina piena di nomi e codici di cui io non capisco nemmeno una sigla.

"Come hai detto che si chiama?"

On the edge / Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora