Sicuramente, quando Bill ha parlato di after, non pensavo che dicesse sul serio.
Oscillo le gambe, scalciando alcuni sassi mentre resto appoggiata alla muretta, osservando le luci colorate del supermarket.
Mi mordo il labbro, nervosa, e poi sospiro, sistemandomi i capelli ed iniziando a camminare, ancora incerta, guardandomi intorno.
Mi fermo quando intravedo il mio riflesso in una delle vetrine, e lo sguardo cade sul cerotto, che ancora copre il mio taglio.
Non mi piace, non mi piace affatto, ma penso che sia anche totalmente stupido.
Sospiro, affranta, e poi, con un movimento fluido, mi strappo il cerotto, gettandolo via, e guardo direttamente il taglio, ormai in fase di cicatrizzazione grazie ai punti.
E' leggermente arrossato, forse per gli antibiotici, ma la pelle si sta lentamente rimarginando, e piccole pieghe tirano la mia pelle, sottolineando che, per quanto la ferita possa richiudersi, la mia guancia non tornerà più come prima.
"Helena?"
Mi volto, tirando un sorriso nervoso quando mi rendo conto che, finalmente, Bill è uscito dal supermarket e che è in compagnia di una bottiglia di vino.
"Ci sono." Dico, semplicemente, mentre lui ancora mi osserva, scrutando il mio insolito cambiamento.
Non ha una bella espressione, ma non è nemmeno terribile come pensavo.
"Posso coprirla, se vuoi." Dico, infine, cercando di spezzare il nervosismo.
"Oh, no." Mi blocca, lui, ancora impassibile, tenendo gli occhi su di me, per poi fare un sorriso ed alzare la mano, anche questa ferita "In fondo, siamo compagni di taglio."
Sorrido, divertita dalla sua espressione buffa, mentre lui si avvicina e mi passa un braccio intorno alle spalle, iniziando a camminare al mio fianco.
"Sai, Helena, penso che dovremo fare un gioco." Dice, lasciandomi subito perplessa.
"Un gioco?"
Lui annuisce, sereno, sedendosi su una delle tante panchine del parco centrale di Sacramento, tenendo le gambe incrociate mentre mi fissa, stappando la bottiglia "Indovina o bevi."
Rido, sconcertata, mentre sgrano gli occhi "Che razza di gioco è Indovina o bevi?"
"Un gioco in cui, anche quando si perde, si vince, perché si beve." Commenta lui, semplicemente "Ti faccio una domanda su di me, e tu devi indovinare la risposta, altrimenti bevi."
"E perché mai dovrei farlo?" Chiedo, presuntuosa, incrociando le braccia al petto, guardandolo sarcastica.
"Beh," commenta lui, facendo un'espressione tranquilla "ho un bottiglia di vino e siamo due fuggitivi: tanto vale passare il tempo."
In realtà, la trovo un'idea abbastanza stupida, ma non riesco a non sorridere, guardando Bill, e così mi ritrovo ad accettare, per quanto questo accresca il suo ego.
"Bene, facciamo che inizio io, dato che ho avuto questa splendida idea." Dice, risoluto, battendo le dita sulla bottiglia, pensando ad una potenziale domanda "Il mio colore preferito."
"Come posso sapere il tuo colore preferito se non me lo hai mai detto?" Ribatto, sconcertata, ma lui subito mi zittisce, facendo un'espressione di superiorità.
"Devi indovinarlo, Helena: è questo il gioco."
Sbuffo, annoiata, alzando gli occhi, iniziando ad osservarlo.
In realtà, non ne ho la più pallida idea, perché gli unici indizi possibili sono i suoi scarni abbinamenti di vestiario.
Solitamente, si veste solo di nero.
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On the edge / Bill Skarsgård
Fanfiction« Avanti, parla: so che premi dalla voglia di chiedermi qualcosa. » Lui sorride, ma io non sono altrettanto felice, anzi: ho ancora in mente le parole di mio padre che tentano di ricordarmi che dovrei stargli lontano. Forse dovrei imparare ad ascolt...