Ghost girl

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Aveva bisogno di attenzioni, si sentiva sola e le persone se ne fregavano di lei. Fingevano di essere suoi amici, ma poi finiva dimenticata e criticata quando diceva la verità: "sono un fantasma".
Alla gente non fregava niente di lei, né realmente né virtualmente. Aveva scelto il silenzio ma sentiva il bisogno di parlare e essere capita. Ma non ci riusciva, faceva solo qualcosa che avrebbe fatto traboccare il vaso. Era stufa di sé, ma non riusciva a smettere.

Usava "io sono un fantasma" per attirare l'attenzione e essere consolata. Ma chi credeva più vicino le voltava le spalle dimenticandosi di lei e dividendo rapporti. Prendete come esempio un gruppo WhatsApp: si legava, poi invitava qualcuno nel gruppo e quel qualcuno legava con gli altri e la dimenticava, gli altri legavano con la nuova persona e mano a mano lei svaniva...

Non sopportava più questo, poi se litigava con qualcuno gli altri dicevano: "vedrai che le passerà". No, non le passava. La volta che la notavano era solo per riinserirla per poi lasciarla nel dimenticatoio.

Era troppo, era un fantasma ma voleva essere ascoltata. Ma come fa un fantasma a farsi ascoltare? Poi soprattutto se pensavano che le piacesse essere offensiva con gli altri. E dicevano: "purtroppo le persone sono fatte così". Ma lei piangeva, ci provava a essere calma e seria. Non ci riusciva, ci provava a sopportare le persone, ci provava a non odiare, ci provava a amare, ci provava...

Cercava di fare il giusto per accontentare, ma era come a non esistesse.
Lo diceva lei: "sono un fantasma e non sono la persona di cui nessuno si fida, nessuno vuole, quella persona a cui nessuno si lega, a cui nessuno racconterà la propria giornata, sono e sempre sarò un fantasma".

Ma dopo tutto la criticavano, come esseri ancestrali e lei la povera umana insignificante sottomessa. Esatto, sottomessa, glielo diceva anche la sua insegnante di matematica: "L é come sottomessa a qualcuno ma non capisco chi". Lei era sottomessa da tutti, era un burattino che dopo tutto veniva anche dimenticato.

Lottava a suon di lacrime sperando che fosse qualcuno a venire da lei e non lei a andare da qualcuno. Era distrutta dentro, le doleva il cuore al pensiero che doveva essere lei ad andare incontro a qualcuno perché nessuno sarebbe mai venuto a cercarla...

Poi una luce, ma lieve, si illuminava. Una persona la cercava. La gioia le esplodeva nel petto. Poi ricordava: quell* è Y, legato con Z, di sicura ha parlato con Z prima di parlare con me. E la luce di speranza si spegneva. Poi un altro messaggio: "mi dispiace ma hai fatto bene a dire così, ti capisco un po'❤".  Nuova speranza,  aumentava, cresceva. Un altro messaggio: "lo sai che sono sempre dalla tua parte e capisco il tuo carattere e lo rispetto, loro sono ancora troppo piccoli". La luce era interessata ormai, anche se cercava di ignorare il suo lato pessimista che impediva che la luce illuminasse tutto: "ricordati che le persone sono attori, mentono senza ritegno. Non si preoccupano, ti fanno sentire importante per poi riderti dietro".
Non le fregava niente, ma faceva male. Se lo sentiva nel profondo: "potrebbe essere come V e R, le credevi tue migliori amiche poi alle tue spalle ti prendevano in giro per la tua debolezza. Tutto per le lacrime che versavi e ancora versi solo per una critica, solo per un rimprovero, solo per tutto..."


Era tutto infantile e lo capiva, si era comportata come una bambina. Ma aveva bisogno di staccare, staccare da quella gente che si limitava a un "no" per poi tornare a fregarsene.
Le dispiaceva, perché dopo tutto a quelle persone voleva ancora bene.

Così riflette e posò la maschera usata fino a quell'istante e ne indossò un'altra
"L é morta, ora sono S"

Os vecchie~ -luxa- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora