3 prova

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La notte è bella. Sul mio mondo di notte si vive e di giorno si riposa, la luce porta il sonno. A me invece non porta nulla, né il sole né la luna...
La legge della foresta però è chiara: per impressionare e spaventare gli umani bisogna agire di notte...
Io trovo questo molto idiota, ma non  idiota quanto gli umani che vengono per noi e alla fine scappano impauriti al nostro minimo battito d'ali...
Quanto sono ridicoli. Almeno questa è una mia osservazione da voce esterna. Non li ho mai visti. Dicono che sono uguali a noi ma che non vivono sotto le sembianze di animali. Noi siamo i gufi, loro gli umani.
Mi interessano, loro e le loro usanze. Se forse... No, non me lo permetterebbero. Mi cacceranno, non sarò più un gufo. Ma io voglio scoprire. Voglio sapere. Voglio vivere.

Il giorno, il giorno è perfetto. Tutti dormono da bravi animali notturni, ed io no. In silenzio esco dalla mia tana, verso la luce calda del sole. Il mio copro mortale si forma: le gambe sono meravigliose, il copro liscio, le braccia sottili, il volto espressivo e i capelli setosi come le mie ali. È tutto diverso, lo sento. Qualcosa cambia, qualcosa...no, non abbandonerò la mia vita. Solo qualche giorno, poi tornerà tutto normale... Almeno credo, spero che sarà così. Voglio solo sapere perché gli umani sembrano così ingenui, spaventati dalle loro stesse parole.

La città non era lontana, avevo già fatto questo viaggio in volo. Ma così, a piedi, sembrava eterno. La brezza fredda del mattino accarezzava il mio corpo facendolo tremare nella sua pelle nuda. Cosa avrebbero detto vedendomi? Cosa avrebbero fatto vedendo una ragazza nuda arrivare dal bosco? Devo trovare qualcosa con cui coprirmi, ma cosa? Avevo solo un telo piumato accanto a me, erano le mie piume. Ero pronta, pronta a vederli.

Mi inserii nella civiltà facilmente, erano così malleabili. Bastava trovare quello giusto da manipolare ed eri già in cima alla classe sociale. Credo che noi abbiamo ragione, loro sono così...
Mi sentivo a disagio però, nella mia pelle tendente al grigio e le mie abitudini da volatile. Nonostante questo, sembravano non farci caso, era un bene?

Vivevo con loro, li manipolavo, mi divertivo. Era così bello, qualcuno però dubitava, aveva paura di me. Allora ci parlavo, ma loro continuavano, diventava sempre più difficile. Chi si sarebbe preoccupato di qualche morto? Solo dovevo liberarmene. Ma la paura aumentava, di morto in morto. Il killer degli adolescenti, l'assassino della notte, il portatore di paura, l'uomo del mistero. Così mi chiamavano, quei maschilisti spaventati. Erano sempre di più idioti. Però non sospettavano di me. Ero popolare ormai. Loro mi invitavano ovunque: in discoteca, al cinema, ...  
Il cinema, la cosa che mi ha aiutata a capire sempre di più le loro paure, le loro menti. L'horror. Che cosa stupida, avere paura di una farsa. Ammettevo però, che dietro l'ingenio c'era. Ma non in chi guardava, chi guardava era strano. 

In tutto questo la paura continuava a crescere. Anche negli adulti. Ed io che avevo fiducia in loro. Mi avevano delusa, troppo. Erano da togliere di mezzo anche loro. Un grande spreco. Questa civiltà umana mi aveva illusa di non essere come dicevamo noi. Cosa potevo fare io? Impotente davanti a una società morta prima ancora di essere nata. Potevo solo distruggerla! Il sangue scorreva come piccoli fiumi nelle strade della città. Poche persone ormai erano esenti dalla paura. Nessuno sospettava di me, la piccola nuova arrivata "spaventata". Mi credevano spaventata, che teneri che erano. Mi facevano quasi pena, quando li uccidevo, quando gli mostravo la vera me. La piccola assassina proveniente dal bosco, così dicevano alcuni dei coraggiosi. La stima in loro comunque non aumentava.

Gli ambienti erano l'unica cosa che non mi deludevano. Il resto eccome. Però mi divertiva, vedere tutto, fatte tutto.
 Il mondo degli umani non è poi così male, sono una specie così stupida!

Os vecchie~ -luxa- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora