Prologo 3: Dante Vale

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Nelle profondità di un tempio sommerso al largo delle coste greche, la squadra della Fondazione si rimise in piedi, per poi correre verso il naòs. Il terremoto era stato di un'intensità incalcolabile e sospetta, ma la missione era più urgente.

I soliti sospetti: Dante Vale, l'esperto Cercatore veneziano.

Lok Lambert, detentore della Willblade e appassionato di enigmi.

Zhalia Moon, donna dal passato "complicato".

Sophie Casterwill, erede di una lunga dinastia di Cercatori.

Erano alla ricerca di un Titano Leggendario finora sconosciuto, e le fonti della Fondazione Huntik suggerivano che la Spirale non sarebbe rimasto con le mani in mano.
Appena varcata la soglia del naòs, videro una squadra della Spirale di Sangue che controllava il perimetro, nonché una statua gigantesca che rappresentava un enorme serpente, probabilmente una vipera, protetto da quelli che sembravano una serie di bracciali, uniti a mo' di armatura, e ricurvo su sé stesso, la punta della coda tra le fauci.

Sulla fronte, incise e riempite di foglia d'oro, sfavillavano sette stelle, nella forma della costellazione dell'Ursa Minor.

La statua aveva sei occhi, formati da lapislazzuli grossi come pugni, incastonati nel muso.

"Oroboros..." sussurrò Sophie.

Dante seguì il ragionamento della ragazza.

"Il serpente dell'Infinito, simbolo della ciclicità del tempo e dello spazio. Capace di muovere sé stesso ed altri in luoghi e tempi lontani in pochi istanti..." mormorò, prima di riscuotersi.

"Stanno arrivando!"

"Proteggici, Freelancer!"
"Difendi la tua signora, Kilthane!"
"Combatti al mio fianco, Sabriel!"
"Esci a giocare, Caliban!"
Contemporaneamente, i cultisti invocarono a loro volta i loro titani.
"Abbraccia la follia, Harlekin!" urlarono, come in coro, mentre il gruppo di giullari si materializzava.

Caliban, più potente e veloce degli altri, ne sconfisse uno con un singolo fendente della sua lama ad uncino, mentre gli artigli degli altri Harlekin impattavano sugli scudi di Freelancer e Kilthane, senza sortire alcun effetto.

Respinto il primo assalto, Sabriel sfruttò la sua agilità per aggirare i nemici e finirne uno con un affondo alla schiena.

Quando il resto dei Titani della Spirale si girò a guardarla, la spada di Kilthane e la lancia di Freelancer mieterono altre due vittime, mentre Caliban si lanciava nella mischia, sopraffacendo nemici a destra e a manca.

Sabriel e Freelancer avanzarono, mentre Lok e Sophie si scambiavano un cenno d'intesa: era il momento di provare quella nuova mossa a cui lavoravano da un po'.

Sabriel balzò a piedi uniti contro lo scudo di Freelancer, che alzò lo strumento difensivo, proiettandola in aria, dove la spadaccina cominciò a roteare a spada tesa, fino ad atterrare in mezzo agli Harlekin, falciandoli e costringendoli a tornare nei loro amuleti.

Dante si concesse un sorriso a vedere la coordinazione tra i due ragazzi: proprio loro sembravano essere gli unici a non essersi accorti dei sentimenti reciproci.

I quattro Titani, sconfitta con facilità la debole opposizione, ingaggiarono direttamente altrettanti cultisti della Spirale, mentre i quattro Cercatori si affrettarono ai piedi della ciclopica scultura.

Ma mentre si avvicinavano, vennero interrotti da una voce.

Una voce roca, cavernosa, e dal marcato accento russo.

Una risata riecheggiò per la caverna.

"Poveri sciocchi!"

La voce di Rassimov li raggiunse dall'alto, facendo alzar loro lo sguardo.

Worlds converge: un crossover ignoranteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora