Prologo 4: The Undertaker

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"Ed eccolo, sta riempendo la fossa! The Undertaker è stato sepolto vivo! Finalmente potrà riposare in pace!"

Stolti. Che ridano pure, come gli stolti che sono. Si disse il Fenomeno, boccheggiando per cercare di respirare. Mi hanno ucciso più di una volta, ormai, ma nulla possono contro i miei poteri. Presto tornerò, e riguadagnerò il titolo di Campione della WWE...¹

Vide una luce bianca, sempre più forte.

Come al solito, ancora queste visioni dal Paradiso. Mi dispiace deludere così i miei genitori, ma non posso cambiare ciò che sono. 

Continuò, tra sé e sé, il Deadman, mentre rivedeva davanti ai suoi occhi la vita spensierata con la sua famiglia nella casa sulla collina, vicino al cimitero.

Suo padre, becchino; sua madre, segretaria e assistente per il marito; "zio" Paul Bearer, apprendista di suo padre; e suo fratello minore, Kane.

All'improvviso, la casa prese fuoco.

Mentre i genitori perivano tra le fiamme, Paul portava Kane lontano.

Abbassando lo sguardo, come al solito, The Undertaker vide che aveva in mano una scatola di fiammiferi e una latta di kerosene.

Oltre la visione, gli si presentarono le creature della notte, coloro da cui aveva ricevuto i suoi poteri: praticamente immune al dolore, aveva la forza di due uomini e la velocità di un felino. Poteva generare fulmini e fiammate, anche a distanza; apparire e sparire nel nulla; rialzarsi dopo pestaggi continuati.²

Le creature della notte, ghignando, gli fecero gli ormai ben noti segnali: non era ancora tempo, per lui, di riposare in pace.

Tutto sparì, sostituito da una montagna di terra.

Istintivamente, spinse una mano guantata al di fuori del tumulo, sfruttando la forza del fulmine per uscire dalla tomba.
Che strano, però: non sembrava Madison Square Garden.

Piuttosto, era un vero e proprio cimitero: guardandosi nei dintorni, intuì, grazie alla sua istintiva conoscenza di tutti i cimiteri al mondo, che si trattasse del cimitero di Providence, Rhode Island.

Di fronte a lui, una tomba monumentale era scoperchiata, suoni inumani uscivano dalle profondità.

Sentendosi chiamare, The Phenom scese le scale di marmo, inoltrandosi in una serie di cunicoli che sembravano troppo antichi ed estesi per essere opera di chi aveva costruito la tomba.

Dopo una ventina di minuti, Taker era sceso di un centinaio di metri, sempre seguendo il suono innaturale che lo guidava attraverso le catacombe.

Fu allora che trovò, riverso in terra, un cadavere. Era improbabilmente recente e ben conservato, come se fosse morto quella stessa notte, eppure indossava abiti dei primi del Novecento.

Che avesse viaggiato indietro nel tempo?

L'idea sembrava assurda, ma dopo aver visto all'opera i propri stessi poteri, il fattore di guarigione di Kane, le bizzarre abilità paranormali di Ultimate Warrior, o l'apparente invulnerabilità di The Rock... chi poteva dire cosa fosse possibile e cosa no?

Come a rispondergli, la voce gli si rivolse direttamente, parlandogli in un linguaggio non umano, ma che il Deadman comprendeva istintivamente.

"Tu... tu non appartieni a questo mondo... sei forse Nyarlatothep, il Caos Strisciante?"
"Non so di chi parli. Io sono The Undertaker." rispose il Fenomeno, impassibile.

La voce si limitò a ridacchiare, divertita.
"Interessante..." continuò l'inconoscibile entità "Sembra che il sogno del Sommo Azatoth si stia facendo confuso..."
"Sembra che tu sia atteso in un altro luogo." concluse la voce, rivelando uno squarcio nello spazio sul fondo della caverna.

Incuriosito, Taker attraversò la soglia.

C'era qualcosa di familiare, in quello strano passaggio: poteri antichi e soprannaturali, che lo chiamavano e risuonavano con i suoi.

Il familiare richiamo di un campo di battaglia: forse non un ring della WWE, ma un luogo dovre avrebbe potuto dare pieno sfogo ai suoi oscuri poteri.

Ma avrebbe dovuto?

Ultimamente, si sentiva diverso: provava rimpianto per molte delle azioni che aveva compiuto, come l'alleanza nei Ministry of Darkness.

Forse quel portale era un segno.

Non ebbe tempo di continuare a rifletterci, perché finalmente, dopo un istante che sembrò durare in eterno, ne uscì, ritrovandosi in un luogo mai visto prima.

"The Undertaker seppellirà i suoi nemici nel Nexus!"

¹ Ammetto di aver scritto questa frase solo per prendere in giro la serietà con cui negli anni novanta la WWE (allora si chiamava WWF, ma preferisco evitare problemi) trattava l'idea di un non morto con poteri paranormali che cerca con tutte le sue forze di ottenere una cintura.

² Passato Tragico™, rigenerazione...
In pratica una Hope, ma più badass.

Worlds converge: un crossover ignoranteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora