Capitolo 9.

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Guardo Harry, che ha lo sguardo perso nel vuoto. Probabilmente starà ripercorrendo mentalmente tutto il tempo che ha trascorso in quella dannata casa con lei, e il solo pensiero mi fa venire voglia di urlare come una bambina isterica. A volte vorrei davvero che fosse stato solo mio. Odio il pensiero di averlo dovuto condividere, anche quando non lo conoscevo.

Io: qual è il piano? - chiedo acidamente, rompendo il silenzio nel peggiore dei modi. Voglio che lui capisca quanto mi costa essere qui, e quanto mi costerà rivederla senza metterle le mani addosso.

In risposta, lui mi rivolge uno sguardo torvo come fa sempre quando uso questo tono di sufficienza, per poi tornare a guardare la piccola villetta che abbiamo cercato e trovato. Spero vivamente che lui abbia una stabilità mentale tale da poter entrare lì dentro e cercare di trovare una soluzione con lucidità, perché in questo momento io non credo di essere in grado di farlo. Il mio unico scopo è solo quello di sposare questo idiota che oggi sopporto a malapena, e non mi importa se per farlo dovrò rischiare di essere arrestata per aggressione o roba simile. Prima risolveremo questa faccenda, e meno probabilità avrò di finire in galera.

Harry: devo aver sbagliato i miei calcoli. - dice poi, accigliandosi. Non so se si stia riferendo all'indirizzo o chissà che altro, ma per l'ennesima volta vedo la mia piccola speranza andare in fumo, come sta accadendo troppo spesso ultimamente.

Io: che vuoi dire? - continuo, non capendo un bel niente. Non è il momento di dichiararci guerra a vicenda, e se non resteremo uniti fino alla fine, avremo zero probabilità di arrivare in fondo a questa faccenda.

Harry: la casa è visibilmente abbandonata, Margot. A meno che Sophie non sia diventata una folle vagabonda in grado di vivere in un rudere simile... - mi fa notare, e devo ammettere che non mi ero affatto accorta delle condizioni pietose della villa.

Io: lo è sempre stata, in realtà. - sibilo tra i denti, riferendomi agli aggettivi ' folle e vagabonda' che ha usato lui. Mi guadagno l'ennesima occhiataccia, ma questa volta non ho intenzione di rimanere zitta.

Io: e ora che si fa? Avevi detto di essere sicuro che stesse qui, ignorando del tutto il mio piano di cercare Louis per ricevere informazioni sulla fuggitiva, e invece è solamente un altro buco nell'acqua! Stiamo perdendo solo tempo, Harry! Ogni minuto che passa è solo un altro istante che ci allontana dall'essere marito e moglie, e sembra che niente di tutto ciò che facciamo vada bene! Io non sono sicura di... - mi blocco, prima di dire qualcosa di cui sicuramente mi pentirò. Cerco di ragionare, ma mi basta pensare di tornare a casa a mani vuote per poter perdere nuovamente il controllo. Tutto questo è un incubo.

Harry: continua, dillo pure. - il suo tono è gelido. Preferisco di gran lunga la sua versione furiosa a questa apatica. Sono più che sicura del fatto che se questa storia non ci porterà a niente di buono, io e lui finiremo per prendere strade diverse, irrimediabilmente. E mi manca il respiro al solo pensiero.

Harry: dillo che non sei sicura di volermi ancora sposare, che tutto questo è solo un segno e che faremmo meglio a tornarcene a casa a scartare i regali con le nostre famiglie allegre che non aspettano altro che colpevolizzarmi ancora per questa stronzata! La sai una cosa? Sono d'accordo con te! Tutto questo non porterà a niente di buono, i miei piani non funzionano e noi possiamo vivere tranquillamente senza matrimonio! - si spazientisce, inveendo contro di me come se fossi io la causa di tutto. Ma per la prima volta io mi sento totalmente esente da qualsiasi colpevolezza, e per questo non lascerò che gli altri sfoghino le loro frustrazioni su di me.

Io: non volevo dire questo. E non hai alcun diritto di urlarmi in faccia quando stiamo nella stessa situazione! - replico, agitandomi più di lui. Tocca a me fare discorsi irragionevoli. Urliamo, dimenticandoci di essere chiusi in un auto e non nel nostro mondo che sembra andare a pezzi ogni secondo di più.

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