Capitolo 10.

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Controllo ininterrottamente l'orologio da almeno cinque ore. Ho perfino saltato la mia doccia quotidiana pur di non rischiare di non sentire il rumore della porta aprirsi, ma è stato tutto inutile. Lui non è ancora tornato. Ho dovuto spegnere la televisione quando l'ennesimo notiziario ha invitato i cittadini a non lasciare le proprie abitazioni a causa dell'allerta meteo, e il passare del tempo non ha fatto altro che farmi pensare alle catastrofi più atroci. Non ha risposto a nessuna delle mie chiamate, ciò ha contribuito a impensierirmi maggiormente. A niente sono valsi i numerosi messaggi, e ora darei qualsiasi cosa pur di sapere che sta bene, ma non ho la più pallida idea di dove sia. Il senso di colpa mi sta logorando, se dovesse accadergli qualcosa sarà solo colpa mia e solo il pensiero mi fa mancare l'aria. Devo andare a cercarlo. La mia auto non è provvista di catene per la neve, ma non mi importa. Sarò prudente. Mi copro il più possibile cercando di trattenere le lacrime che minacciano di cadere da un momento all'altro, devo pensare positivo. Probabilmente si sarà rintanato in qualche locale non appena si è scatenata la tempesta di neve, o avrà parcheggiato in qualche parcheggio sotterraneo in attesa che la situazione si calmi. Questo spiegherebbe anche la sua mancata risposta al cellulare.
Cerco le chiavi della mia auto dappertutto mettendo sotto sopra l'intera casa, sono agitata e non riesco a ragionare. Mi lascio scappare un sospiro disperato, ultimamente sta andando tutto storto e non credo di avere la stabilità mentale adatta per superare tutto, questa volta. Svuoto disordinatamente la mia borsa sul tavolo, lasciando cadere tutte le cianfrusaglie ai miei piedi che scalcio via in preda a un attacco di pianto. Non ne posso più. Il matrimonio, le discussioni, Sophie, Harry. Ho tutto contro.
Asciugo le lacrime con la manica della maglia afferrando le chiavi cadute sul pavimento, quando un rumore proveniente dalla porta d'ingresso mi fa ben sperare. Corro forsennatamente verso il corridoio e la vista di Harry sul pianerottolo mi fa quasi svenire. Mi immobilizzo mentre lui si richiude la porta alle spalle cautamente, scrollandosi la neve da dosso.

Io: Harry...- il mio tono è disperato, le lacrime scendono da sole e so di risultare patetica in questo momento, ma non mi importa. Rimane impietrito a fissarmi, probabilmente non si aspettava di ritrovarmi così. Mi avvicino a lui, scrutando la sua espressione che sembra essere ancora infastidita. Non sa che sono morta dentro a causa sua per tutte queste ore.
Gli salto al collo singhiozzando, la sua rigidità mi dice che non ha voglia di avere contatti con me ma per questa volta sarò egoista. Ho temuto davvero il peggio e nessun litigio sarà mai abbastanza irreparabile da farmi provare apatia nei suoi confronti.

Io: hai idea di come io sia stata queste ore?- le parole escono disconnesse, le lacrime non cessano di scendere e nascondo il viso sul suo petto freddo con la speranza che mi parli.

Io: ho provato a chiamarti mille volte, in televisione non facevano altro che parlare di incidenti, catastrofi e io ho... oh!- mi lascio andare ad un pianto disperato, e finalmente la sua mano si sposta tra i miei capelli. La sua pelle è gelida, ha le guance arrossate e gli occhi lucidi, non sono mai stata più felice di vederlo. Lo stringo con tutta la forza che posseggo, poggiando la testa sulla sua spalla ancora bagnata dalla neve.

Harry: dai...sto bene. - il suo tono duro è anche un po' colpevole. È a disagio, lo sento, e spero che abbia dimenticato tutto ciò che è successo qualche ora fa. Ora voglio solo stare con lui e ricordargli quanto lo amo.

Io: scusa, mi dispiace. Non voglio più litigare con te. - mi stacco solo per poterlo guardare negli occhi e trasmettergli tutta la sincerità delle mie parole. Il suo sguardo si addolcisce di colpo pur continuando a rimanere un blocco di ghiaccio, e dubito che sia solo per il freddo. Indietreggia per potersi togliere il cappotto e la sciarpa, odio il suo silenzio ma parlerò per entrambi se sarà necessario.

Io: mi abbracci? - lo supplico, continuando a piangere come una bambina. Non riesco a controllarmi. Fortunatamente apre le braccia accogliendomi tra esse, il suo odore inconfondibile torna a inebriarmi i sensi, e anche se non abbiamo risolto i nostri problemi sto già meglio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 27, 2023 ⏰

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