Capitolo 3.

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Il sangue mi si gela nelle vene. Per un secondo ho il sospetto di essere sul set di qualche programma televisivo, forse è tutto uno scherzo di Harry, compreso il matrimonio. In tal caso farebbe meglio ad emigrare lontano da qui. Guardo il mio ragazzo che ha la mia stessa espressione, è impietrito e confuso. Deve esserci sicuramente qualcosa sotto. Mi riprendo dal momentaneo mutismo e decido di fare chiarezza.

Io: abbiamo già risolto per quanto riguarda sia le scartoffie della cittadinanza che quelle per il matrimonio all'estero. Possiamo sposarci senza problemi. - dico duramente, forse troppo. Ne ho solo abbastanza degli imprevisti, ne abbiamo avuti fin troppi.

L'ufficiale mi ignora completamente, non so se sia una vendetta per aver fatto altrettanto fino a pochi secondi fa ma comincia a darmi sui nervi.

X: possiamo parlare in separata sede? - si rivolge a Harry come se io non contassi niente. Non posso credere alle mie orecchie. Lo interrompo prima che possa ricevere risposta.

Io: nessuno parlerà con nessuno. Si dà il caso che io sia coinvolta in questa faccenda quindi non vedo il motivo per cui io debba rimanere all'oscuro di tutto. Sto aspettando. - mi agito e se non la smetto questo tizio non ci sposerà solo per farci un dispetto. La mano di Harry si posa sulla mia gamba che non smette di muoversi, sto diventando troppo nervosa. Vorrei solo un po' di pace, almeno fino alla data del matrimonio. Non chiedo una vita priva di problemi o incomprensioni, voglio solo sposare questo ragazzo. Non mi sembra di chiedere la luna.

Harry: ci dica a cosa si sta riferendo. - dice con calma, al contrario mio. So che è ansioso quanto me ma a differenza mia riesce a gestire il tutto con più tatto, forse per questo stiamo bene insieme. Ci completiamo.

L'uomo sembra essere più agitato di noi, continua ad accarezzarsi l'accenno di barba che ha sul viso con il dorso della mano.

X: cercherò di essere breve. - sospira, poi ricomincia – ragazzi, non potete sposarvi perché uno di voi risulta già esserlo. - spiega timoroso, e quasi cado dalla sedia. Non può essere vero.

Io: io non ho sposato proprio nessuno. - urlo, anche se il fiato comincia a mancarmi.

Harry: tanto meno io! - mi segue a ruota, dicendo addio all'autocontrollo che ho invidiato fino a poco fa. Tutto questo è così assurdo da farmi convincere che sia solo un errore di trascrizione, qualcuno deve aver consultato i nomi sbagliati. Sarà colpa del mio cognome italiano, avranno sicuramente cercato De Martino anziché Di Martino. Sì, deve essere così.

Respiro a fondo mentre il battito del cuore si regolarizza, l'allarmismo iniziale si è placato grazie alle mie supposizioni che a breve saranno alla conoscenza di tutti. Forse.

X: le carte parlano chiaro. - prende una pila di fogli e comincia a frugare tra essa, per poi estrarne uno che sembra interessargli particolarmente. L'ansia comincia a risalire, deve esserci scritto qualcosa di importante vista l'espressione di quest'uomo che è appena entrato nella top 5 delle persone che non sopporto. Si schiarisce la voce, e comincia a leggere.

X: il sottoscritto ufficiale dello Stato Civile certifica che il 13/03/2012 furono uniti in matrimonio: Harry Edward Styles, residente a Newcastle, nato il 01/02/1994 a Bromsgrove, e Sophie Catherine Miller, residente a Holmes Chapel, nata il 13/04/1994 a Warmingham. Ci sono anche le rispettive firme. - ci mostra il pezzo di carta, la sua calligrafia è inconfondibile. Il cuore minaccia di schizzare fuori dal petto quando mi rendo conto che è tutto vero, nessun errore di omonimia o battitura. Il mio ragazzo ha sposato quella pazza psicopatica, senza dirlo a nessuno. E in un attimo tutta la fiducia che ho imparato a riporre nuovamente in lui, crolla precipitosamente, infrangendosi al suolo in mille pezzi, come il mio cuore. Trovo il coraggio di guardarlo nonostante io abbia la vista appannata, non connetto più. Non so se stiano dicendo qualcosa o se il tempo si sia fermato a questo istante, ma io non sento più niente. Fin quando non incontro il suo sguardo disperato.

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