Muovevo i miei fianchi a ritmo di musica, in mezzo a centinaia di persone possibilmente ubriache e le luci che facevano girare la testa. Cercavo di far zittire i miei pensieri e, devo ammettere, l'alcool aiutava tanto.
Ero ancora incazzata con Zic e Valentina, o meglio, ero delusa. Delusa dal loro insulso comportamento e dal modo in cui parlavano di me. Non sapevano chi fossi, quale fosse la mia storia, come potevano giudicare?
Continuai a ballare fino a quando il dj scelse una canzone che odiavo e, dopo aver urtato diverse persone, cercai di farmi spazio per raggiungere i miei amici al tavolo.
Luca "Nespolino", come era stato soprannominato, mi fece spazio accanto a lui ed io mi accomodai lì."Allora? Come procede la serata?" Chiese sorridente.
Era davvero un bravo ragazzo, dava consigli d'oro che avrei voluto - e dovuto - seguire e che spesso ignoravo.
"Benissimo" urlai in risposta, alzando il pollice della mano destra.Osservai attentamente i miei amici uno ad uno: visti dall'esterno sembravamo diversissimi ma, in realtà, eravamo tutti molto simili, più simili di quanto ognuno di noi volesse ammettere.
Mi alzai nuovamente per andare a prendere qualcosa da bere e Luca mi prese, delicatamente, una mano.
"Dove vai?" Domandò mentre i suoi occhi saettavano da me agli altri.
"A prendere da bere, vuoi qualcosa?" Risposi, controllando quanti soldi mi rimanevano nel portafogli.
"Non credi di aver bevuto già abbastanza?"
Alzai gli occhi al cielo: non ero ubriaca, forse solo un tantino brilla.Andai al bancone, scontrandomi con gente di tutti i tipi.
"Un quattro bianchi, per favore" ordinai al barista e mi appoggiai al bancone.
"Ci vai giù pesante." disse qualcuno al mio orecchio.
Non riconoscendo la voce a causa della musica mi girai di scatto e trovai Irama proprio accanto a me. Sorrisi."È sabato, siamo giovani, dobbiamo divertirci. Devo fare queste cose adesso, non quando sarò vecchia" Sospirai, avevo appena citato le parole di Zic e non potevano sembrarmi più stupide.
Ero estremamente consapevole che l'indomani mattina sarei stata davvero uno schifo ma non mi interessava, avevo bisogno di pace, anche solo per qualche ora.
Filippo ordinò un drink per lui e si offrì di pagare anche il mio.
"Grazie, non dovevi."
Mentre cercavo di tenere in mano telefono, borsa e drink, vidi che ridacchiava per come mi muovevo.
"Quel drink cadrà a terra, se continui a tenerlo così." Disse al mio orecchio, lo fissai a lungo prima di rispondere.
"Mi sa che correrò questo rischio."Tornati al tavolo, trovammo solo Simone ed Emma che chiacchieravano fra loro come se fossero in un posto tranquillo, non in una discoteca dove la musica spaccava i timpani.
Il biondino mi scrutò attentamente.
"Cazzo Marì, basta. Non bere più." Mi ordinò ed io, mentre sorseggiavo il mio drink, gli feci segno di zittirsi .
Ogni domenica mi ero sorbita le loro sbronze, per una volta sarebbero stati loro a sorbirsi la mia."Vieni a ballare?" Mi chiese Filippo ed io annuii felice, bevvi un altro po' e lo seguii in pista, abbandonando il mio bicchiere su un tavolo a caso.
Tra l'alcool e le luci mi sentivo leggera, come se fossi stata su una nuvola. Così, senza un motivo preciso, scoppiai a ridere, facendo incuriosire Filippo.
Mi osservò attentamente, cercando di capire il motivo di tante risate - che non esisteva, oltretutto.
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Unexpected ➳ Irama
FanfictionChe alla fine, non ti aspettavo nella mia vita. Sei arrivato così, senza preavviso. "Inaspettato" direi. Si, eri proprio inaspettato. Eppure, in meno di un mese, sei riuscito a convincermi che io ti stessi già aspettando. Che stessi già aspettando q...