"Benvenuta ad una ragazza di appena diciannove anni, forte, testarda e ambiziosa. Una ragazza che ha vissuto troppo per la sua età e che pensa sempre di dover dimostrare di essere all'altezza di qualunque cosa faccia, come se non fosse ovvio. Eppure, anche se spesso sembra triste e malinconica, quando balla è come se fosse una stella brillante. In bocca al lupo, Marina."
Le parole di Maria risuonavano nella mia mente mentre cercavo di prendere sonno, erano passate più di tre settimane da quando eravamo entrati nella casetta, avevamo affrontato le sfide del serale e sorprendentemente, nonostante la mia ansia, erano andate molto molto bene.
Quel messaggio di Maria mi aveva colpito davvero tanto, forse per le parole, talmente azzeccate che non riuscivo ad immaginarne diverse, o forse per la sua voce, così ferma e convinta di come mi stava descrivendo.
Eppure, il modo in cui mi aveva descritto che sembrava fatto da una persona che mi conosceva benissimo, anche se non ne capivo il motivo, mi aveva fatto venire un'assurda nostalgia di casa.
Sentii dei passi leggeri in cucina e li riconobbi all'istante: l'unico che si alzava sempre nel bel mezzo della notte era Filippo. Come facevo ad avere la certezza che si trattasse di lui? Stavamo nella stessa casa da tre settimane ed io avevo già imparato il rumore dei passi e le abitudini di tutti.
Cercai di ignorarlo e di addormentarmi, non erano affari miei, non dopo ciò che era successo durante le vacanze di Pasqua. Lì, non solo avevo capito che tra me e lui non avrebbe mai potuto funzionare ma anche che ero stata una stupida a fidarmi dal primo giorno di un ragazzo che nemmeno conoscevo.
Era solo attrazione fisica la nostra, nient'altro. Se ci avesse tenuto leggermente di più non sarebbe andato a letto con la sua ex, per poi propinarmi la scusa idiota "Ero ubriaco".
Il modo in cui lo avevo scoperto era stato davvero schifoso, in un momento in cui lui era distratto - mi è comunque sconosciuto ciò che stesse facendo - la sua amorevole, delicata, amabile ed eccellente ex mi inviava un messaggio vocale in cui mi raccontava l'accaduto, con tanto di foto allegate.
Sospirai e mi coprii la testa con il cuscino, non sopportavo più il russare di Zic. Sembrava lo facesse di proposito, ogni notte sempre più forte: quel ragazzo doveva odiarmi davvero tanto. Aggiungendo i passi di Filippo, sembrava proprio il girone dell'inferno fatto a posta per me che odiavo i rumori mentre dormivo e avevo bisogno di silenzio.
Sono una vera stronza - pensai - se fossi stata io a stare male, lui non mi avrebbe mai ignorata.
Sbuffando, mi alzai dal letto e, al buio, mi diressi verso la cucina."Filo?" domandai e lui sussultò; erano giorni che non gli parlavo e tutti si erano accorti che qualcosa fra noi non andava.
"Mi dispiace averti svegliato, non intendevo farlo." borbottò appoggiandosi al tavolo con la testa fra le mani. Faceva respiri profondi, prendeva l'aria dal naso e la buttava dalla bocca. Metodo usato dalla sottoscritta quando era in ansia.
"Ero già sveglia." Risposi ed accesi una lampada che emanava una luce debole, in modo da non svegliare e disturbare gli altri.
Osservandolo meglio e più da vicino, capii che la situazione era più grave di quanto io avessi pensato, stava tremando e delle goccioline di sudore gli imperlavano la fronte.
Mi avvicinai a lui e gli appoggiai la coperta, in cui mi ero precedentemente avvolta, sulle spalle anche se dubitavo fortemente che tremasse a causa del freddo; stava avendo una crisi di panico.
"Filo, so cosa stai provando" dissi sottovoce e presi il suo viso tra le mani "guardami" ordinai.
Lo guardai dritto negli occhi, con il viso a pochi centimetri da lui e il cuore che batteva a mille.
STAI LEGGENDO
Unexpected ➳ Irama
FanficChe alla fine, non ti aspettavo nella mia vita. Sei arrivato così, senza preavviso. "Inaspettato" direi. Si, eri proprio inaspettato. Eppure, in meno di un mese, sei riuscito a convincermi che io ti stessi già aspettando. Che stessi già aspettando q...