due

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Non potevo reggere questa situazione: il dover mentire ai miei amici era troppo faticoso e stancante. Soprattutto, non era corretto nei loro confronti, erano sempre stati onesti con me.

Presi il cellulare dal giubotto e, mentre controllavo tra le notifiche, arrancai fino al letto.
Risposi ad alcuni messaggi dei miei amici, i quali si complimentavano con me e chiedevano quando sarei tornata a casa.

Dopo qualche minuto, entrarono in camera Lauren e Nicole che, stranamente, non fecero domande sul perchè non sarei in discoteca insieme agli altri e le ringraziai mentalmente. Solitamente, bastavano pochi minuti per convincermi ad andare con loro.

Pensai che fosse una buona idea chiamare mia madre, magari era una giornata "sì" e avrebbe speso qualche parola sulla mia esibizione. Ci tenevo così tanto alla sua opinione riguardo alla cosa che più amavo fare e lei non se ne curava minimamente. Mi ripeteva costantemente che avevo rovinato la sua vita, che era tutta colpa mia.

Passai venti minuti a scorrere la home di instagram dopodiché mi decisi a chiamarla.
Guardai fuori dalla finestra il paesaggio notturno, la luna non ancora alta in cielo, le luci accese e le macchine che sfrecciavano sulla strada.

"Mamma?" Dissi non appena rispose e cercai di apparire il più calma possibile,
"Marina, ciao, come stai?" Chiese gentilmente anche se sapevo perfettamente che in realtà non le importava nulla di come stessi, doveva solo mantenere quella stupida facciata di ottima madre.

"Molto bene, tu? Hai visto la puntata?" 
"No" rispose secca,
"Se ti va, ci sono le mie esibizioni su witty" proposi, pensai che avrebbe potuto vederle e poi richiamarmi, non  avrebbe perso molto tempo.

Notando che stavo parlando al telefono, Nicole picchettò sulla mia spalla per comunicarmi - tramite gesti assurdi - che lei e Lauren stavano uscendo.
Annuii con convinzione e le salutai.

"Non mi va, sono stanca ora" rispose distrattamente,
"Non importa, allora" replicai, ero rattristita dal suo menefreghismo a cui non mi sarei mai abituata; una madre avrebbe dovuto sostenere la propria figlia, non andarle contro.
"Non fare le tue solite cazzate, per favore" concluse staccando la chiamata.

Sospirai e arrivai alla conclusione che, dopo tutto ciò che era successo mesi precedenti, non mi avrebbe mai sostenuta.
Mi tornò in mente cosa mi aveva detto non appena le avevo comunicato di essere andata al provino per entrare ad Amici invece di essere andata scuola, così, in un impeto di rabbia, sferrai un calcio ad una sedia.

"La sedia non ha fatto nulla di male.." disse, ridacchiando, Irama.
Lo guardai perplessa, non capendo come avesse fatto ad entrare. Solo dopo qualche secondo mi resi conto che Nicole aveva lasciato la porta aperta.

"Effettivamente.." mormorai sedendomi sul letto,
"Ero venuto solo per chiederti se ti andava una pizza, la sto ordinando per me e non sapevo se tu avessi fame" spiegò sorridendomi, leggermente imbarazzato.
"No grazie, non ho fame" risposi e lui, facendo spallucce, uscì chiudendo la porta.

Era decisamente strano che un ragazzo che avevo appena conosciuto facesse una cosa del genere, dopotutto, ci conoscevamo da due ore circa. Mentre riflettevo su questo, decisi che era il momento giusto per prendere un antidolorifico. Alla fine, morire di dolore non rientrava nei miei piani.

Presi dal comodino il beauty-case dove tenevo i medicinali e cominciai a frugarci dentro, cercando quel dannato oki che non trovavo, possibile che lo avessi finito? Provai a chiamare Nicole per chiederle se lo avesse preso lei ma, ovviamente, non rispose.

Di certo sapevo che non sarei arrivata alla farmacia con quel dolore atroce.
Poi arrivò il lampo di genio o, forse, la cazzata che avrebbe fatto conoscere a tutti il mio problema al ginocchio ma, al momento, ero a corto di opzioni.

Unexpected ➳ IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora