PROLOGO

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Tutto era cominciato come un gioco, una stupida scommessa tra amici. Dai, ci sarà da divertirsi. Queste erano state le loro parole, dei miei amici. Non avrai mica paura? Mi avevano provocata e loro sapevano benissimo che non sono quel tipo di ragazza da tirarsi indietro. Ingenuamente accettai la scommessa. Una sola partecipazione e poi basta. Nulla di cui preoccuparsi.

Poi arrivò la seconda. Poi la terza. Ho perso il conto di tutte le volte in cui ho partecipato alle gare. Avevo sedici anni la prima volta che ho partecipato. Doveva essere solo una scommessa, solo una gara e poi basta. Quanto sono stata stupida. Sono caduta nella loro trappola. Nessuno mi aveva avvertita. Nessuno mi aveva detto che una volta entrata nel giro difficilmente ne uscivi. Mi avevano detto che non esistevano regole. Eppure, esisteva un'unica regola la più importante: se partecipi, sei nostra.

L'avevo fatto per i soldi, la prima volta. Molti avevano scommesso contro di me essendo la nuova arrivata. E invece... ci avevo guadagnato tantissimo. Ricordo di aver esultato di felicità. Ma la felicità mi è stata spazzata via quando mi hanno fatto prigioniera del loro mondo. All'inizio ho avuto tanta paura. Quella sera ero scappata via, avevo persino abbandonato la borsa con dentro la mia vincita pensando che rinunciare ai soldi sarebbe bastato per tirarmene fuori. Il giorno dopo quella borsa si ritrovava sulla porta di casa. Il messaggio era chiaro: appartenevo a loro.

Ricordo di essermi chiusa in camera mia e di aver pianto tantissimo. Ricordo il richiamo curioso di mia madre che mi chiedeva chi fosse alla porta. Io le rifilai una scusa. Hanno sbagliato casa, le dissi. Avevo deciso di nascondere quella borsa sollevando la trave del pavimento. Non volevo che mia madre e il suo compagno ne venissero a conoscenza. Avevo paura delle troppe domande a cui difficilmente sarei riuscita a dare una risposta. D'altronde, come può una ragazzina di soli sedici anni possedere cinque mila dollari in contanti?

E così divenni parte di quel mondo. All'inizio l'odio che provi è tanto, smisurato. Con gli anni ti crea dipendenza e alla fine non puoi più farne a meno. Le chiamate sono cominciate ad aumentare. Cinque al giorno, poi dieci. Ho perso il conto anche di quante chiamate ricevo. Ormai non ha più importanza. Ci ho fatto l'abitudine. Ora fa parte del mio quotidiano e credo che sarà così per sempre.

Passano gli anni, i soldi aumentano. Le persone cominciano a notare il tuo talento e alla fine cominciano a scommettere per te. Non ho mai detto a nessuno il mio vero nome, difficilmente mostravo il mio volto. Ed è a quel punto che decidi di prendere in mano le redini del gioco. Quando si diventa l'imbattibile una parte di quella vita la riesci a controllare. E quel controllo l'ho tratto a mio vantaggio. Di giorno sono una ragazza normale pronta ad andare al college. Di notte indosso il mio casco e nessuno è a conoscenza della mia identità. Queste sono state le mie condizioni e sono state accettate.

Eppure, una parte di me avrebbe voluto porre fine a tutto questo. Una parte di me ha capito che era arrivato il momento di smettere. Certo, potevo approfittarne adesso. Tra qualche ora avrei lasciato la mia città natale per trasferirmi nella grande mela e chissà, magari ci sarei rimasta a vita. Credete che non ci abbia provato? Questo è un giro dal quale una volta dentro non si può più uscire. E ora tutti sanno del mio arrivo a New York. O meglio sanno dell'arrivo della ragazza Nessuno e non di Alexandra.

Per tutti questi anni mi sono assicurata che Alexandra rimanesse al sicuro. Nessuno sa del suo arrivo. Lei non conosce nessuno a New York. Lei avrebbe continuato a vivere la sua vita in tranquillità. Una bella vita al campus della Columbia dove magari avrebbe fatto nuove conoscenze e creatosi qualche amico. Oppure, avrebbe fatto parte di una confraternita. Chissà, magari avrebbe persino incontrato qualcuno da amare.

Quanto avrei voluto essere Alexandra per tutto il tempo, tutti i giorni e tutte le ore. Invece, calata la notte Alexandra andava a dormire. Tramontava assieme al sole e il telefono cominciava a squillare. Un messaggio, poi un altro e un altro ancora. Ne arrivavano così tanti fino a quando non sceglievo l'offerta più interessante.

E ogni volta che calava la notte, io rimanevo chiusa in camera ad aspettare. Gambe incrociate sul letto e sguardo fisso sul telefono appoggiato sulla scrivania di fronte. Addosso avevo la tuta che ero solita mettere per le gare.

Arriva la prima chiamata. Poi la seconda. La terza. Perdo il conto di quante volte rifiuto offerte non convenienti per me. Alla fine, arriva l'ultima chiamata quella a cui confermo la mia presenza con un semplice Si. Scendo lentamente le scale e prendo l'uscita sul retro che mi assicuro di lasciare sempre aperta per evitare di fare rumore. I primi anni era stato difficile non farmi scoprire. Una minorenne che esce di casa a notte fonda senza il permesso di sua madre. Ma a quelle persone non importava. Per loro l'età non era importante. Per loro la cosa più importante erano i soldi che guadagnavano. Avevo escogitato questa via di fuga sicura il primo mese.

Supero qualche isolato e arrivo al garage dove si trova la mia moto. E lì c'era ad aspettarmi l'unica persona che era a conoscenza di tutto quanto. Lì c'era la persona che a inganno mi ha fatto entrare in questo giro che in passato chiamavo amico. Ora è diventato quello che si potrebbe definire "agente" personale. Io lo vedo come custode del mio segreto, della mia identità.

«Pronta?» Owen mi lanciò il casco, mentre sul suo volto si formò un sorriso soddisfatto di qualcuno che di lì a poco avrebbe guadagnato una grossa somma di denaro.

Non risposi. Mi limitai a indossare il casco, cercando di nascondere al meglio i miei capelli. Nascondevo ogni parte del mio corpo per evitare di lasciare segni che potessero rivelare la mia vera identità. Avevo paura. Ogni volta. Io e Owen anni fa avevamo stretto un patto: lui avrebbe ricevuto una percentuale della mia vincita, in cambio avrebbe tutelo la mia persona. Fino a ora ha sempre svolto il suo dovere senza obiezione.

Issai sulla mia moto, fedele compagna da anni che mai mi ha deluso.

Il silenzio di quella notte venne rotto dal rombo della moto accesa e dall'accelerazione data da me.


**SPAZIO AUTORE**

Era da un po' di tempo che mi frullava nella mente questa nuova storia, un po' più complicata rispetto a Forbidden. E con questo non significa che abbandono la prima. Ho deciso di pubblicare i capitoli di Forbidden il lunedì e il giovedì. Mentre questa nuova storia I miei segreti il martedì e il venerdì. Ho inserito il cast dei personaggi principali, man mano che andrò avanti inserirò gli altri.

Sperando che anche questa nuova storia vi piaccia, lasciate una stellina e se volete anche un commento :**

I miei segreti [Love Game Series]Where stories live. Discover now