Il mese di dicembre volò via e -lo ricordo ancora bene, come se fosse successo ieri- il 26 di gennaio, arrivò quella notizia che mai mi sarei aspettata di ricevere. Quella notizia che avrebbe rovinato tutto, per sempre...Era una domenica mattina, stavo scendendo in cucina per la colazione e quando arrivai in salotto vidi mamma insieme al suo fidanzato -i miei genitori erano divorziati da quando avevo 3 anni- che parlottavano tra loro
"Ciao Sam" lo salutai e lui ricambio' con un sorriso e un buongiorno. Ormai lo conoscevo da qualche anno e mi era abbastanza simpatico
"Ouch! Dov'è il bagno Roselyn?" Quella voce mi era molto familiare e quando mi affacciai nel corridoio, vidi la mia migliore amica a gironzolare per casa
"Grace? Mavis?" Dicemmo all'unisono confuse
"Che ci fai qui?" Mi abbraccio' e mi disse
"Sono qui con mio padre perché voleva che conoscessi la figlia della sua fidanzata per fare amicizia e... cazzo, diventeremo sorelle!"
"Oddio, non ci credo!" Eh già, qualche mese prima Sam aveva chiesto a mia madre di sposarlo e lei -ovviamente- le ha detto di si, ma non pensavo che sua figlia fosse la mia migliore amica.
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Ero così contenta che abbracciai di nuovo Grace e saltellando andai in salotto, ma nel tragitto mi bloccai
"Non so come la prenderà Mavis, lei ama questo posto e qui c'è anche il suo fidanzato, non credo che sarà felice di trasferirsi in America..." sbiancai e mi girai verso Grace che mi guardava dispiaciuta
"No, non può essere..." andai dritta verso di loro con ormai le lacrime agli occhi
"Vi-vi prego, ditemi che è-è uno scherzo i-io..io" non terminai la frase perché mia madre mi interruppe
"Mi dispiace tesoro, non è uno scherzo e purtroppo non possiamo farci niente, l'agenzia ci ha traferiti lì.. ed è lì che ci sposeremo e andremo a vivere. Mi dispiace tanto tesoro ma davvero, non possiamo fare altrimenti" arrabbiata e triste me ne salii in camera mia e mi buttai sul letto e misi la testa nel cuscino per soffocare l'urlo che sarebbe uscito di lì a poco per la disperazione.
Poi la consapevolezza mi colpì come un secchiata d'acqua gelata...
Come l'avrei spiegato a Lou?
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Passò qualche mese e per paura che Lou avrebbe scoperto tutto -non avevo ancora intenzione di dirglielo- lo evitai, se così si può dire...
Mancavano poche settimane alla partenza e solo allora decisi di dirglielo, eravamo sotto il pesco a ripassare per l'esame quando buttai tutto fuori
"Lou.. devo dirti una cosa, è importante" lasciò il libro sul prato e mi guardò senza espressione per un po', ma poi -sicuramente vedendomi ansiosa- mi fece segno di continuare
"Io.. non so come dirtelo, ma.. tra due settimane.. dovrò partire per l'America e trasferirmi lì, per sempre..." la sua faccia cambiò da scioccata ad arrabbiata e distolse lo sguardo da me
"Da quanto tempo lo sai?"
"Emh..circa cinque mesi..." abbassai la testa colpevole
"E solo ora hai avuto la decenza di dirmelo?! Quando a momenti stai per partire?! Non ci credo, mi stai mentendo!" Si alzò da terra e mi fronteggio' facendo alzare di conseguenza anche a me
"Non ti sto mentendo, è-è vero.."
"Si, certo e io dovrei crederti dato che sono mesi che cerchi di evitarmi? Che cerchi di nascondermi qualcosa? Secondo te non l'ho capito che mi stai prendendo in giro?!"
"Pr-prendendo in-in giro? Ma che stai dicendo!" Si avvicinò minacciosamente facendomi indietreggiare e sbattere inevitabilmente contro il tronco dell'albero
"Pensi che io sia stupido? E non fare finta di non capire, perché sai, ho capito che non mi ami più, che ti piace un'altra persona... è per quel cazzone di Jonas vero? Ti ho sentito mentre parlavi di lui con Grace ma ho fatto finta di niente... ma ora basta, voglio la verità!" Mi prese il polso e lo strinse così forte che pensai mi lasciasse un livido.
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Si stava arrabbiando, non lo avevo mai visto questo lato di lui, ma non riuscivo a fargli capire che non stavo mentendo e rimasi zitta perché stavo iniziando ad avere paura... paura di lui, dell'unica persona che avevo amato e che avrei amato per sempre...
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Nobody compares to you || Louis Tomlinson ||
FanfictionE penso di essermelo immaginato, quando si avvicina e spostandomi i capelli dalla fronte, sussurra quella che era la nostra frase, mia e sua soltanto, di nessun altro... "Nessuno può paragonarsi a te"