Two.

349 18 0
                                    

"Rosy... Rosy svegliati!" delle mani mi scossero gentilmente le spalle. "dobbiamo andare a trovare il ragazzo di ieri!" Essence mi parlò all'orecchio non coperto dal lenzuolo. Le mie copertine estive erano colorate e mi mettevano felicità. 

"Ess, ma sei matta?" chiesi. Era una novità che fosse lei a spronare me a fare qualcosa! Di solito ero io a chiamarla per andare a fare una passeggiata o semplicemente farmi compagnia mentre studiavo. "non ti sarai mica innamorata di Harry?" ridacchiai.

"NO! Ma è simpatico, ha la tua età, è carino... Non ti sei stancata di stare da sola?" sorrise la piccolina. Spalancò la mia finestra facendo entrare tutta la luce, che mi sbattè negli occhi accecandomi momentaneamente. Il sole di luglio scaldava le ossa, quel giorno, e io mi coccolai la mia sorellina per un po' prima di intraprendere di nuovo il discorso 'finanzato'.

Dopo qualche minuto aprii bocca: "Essence, non dovrebbe interessarti la mia situazione attuale! Sono contenta così... E poi non sono sola: ho voi tre, e mamma, e i miei amici." schiusi gli occhi per fissarli nei suoi blu. Siamo una famiglia tutta strana: papà era castano, riccio con gli occhi azzurri, mamma è bionda con gli occhi blu. Io sono venuta fuori con i capelli del papà e gli occhi castani presi da non so chi... Jenny ha i capelli e gli occhi della mamma, come Ess. 

"Ma io non ti bacio e nemmeno mamma, Brody e Jen e neanche i tuoi amici! E non ti diamo le carezze, e... insomma non è come avere un ragazzo!" esclamò indignata.

"Tesoro, non puoi combinare i matrimoni come nell'Ottocento!"

"Ahh! Stavi già pensando al matrimonio?!?" rise.

Cominciai a farle il solletico e lei si agitò tutta nel mio letto matrimoniale. Dopo poco cademmo insieme sul pavimento ridendo a crepapelle. Finito l'attacco di ridarella ci vestimmo. Dato che la bimba era convinta a farmi tornare da Barbara's per fare quattro chiacchiere con Harry, mi obbligò a mettermi degli shorts di jeans e una maglietta molto scollata. Infilai le infradito, mi truccai leggermente e scendemmo a fare colazione. 

"Buongiorno!" dicemmo in coro. Il nostro saluto venne ricambiato da Brody con una corsa sfrenata verso di me, saltandomi in braccio per darmi un bacio. "Oh! Ciao piccolo!" posai un bacetto sulla guancia di Jennifer e ci scambiammo un sorriso. Tra me e lei c'è un rapporto speciale, fin da quando è nata è sempre stata con me, ogni bella esperienza l'ho vissuta con lei. E' un'attenta osservatrice, riesce a cogliere il minimo particolare in ogni cosa, anche il più infinitesimale, e fartelo notare. Lei per me è ciò che io non sono abbastanza sveglia da vedere, io per lei sono ciò che è impedita a sentire. 

Mamma mi passò una tazza di latte ma la rifiutai gentilmente, mangiai un cubetto di cioccolato fondente ed uscii. La piccolina mi richiamò in casa per domandarmi "dove stai andando??"

"A fare un giro, da sola" calcai la voce sulla seconda parte della frase per fargli capire che non volevo distrazioni. Ci rimase un po' male, ma alla fine mi chiese se sarei andata da Harry e risposi di no. Non avevo intenzione di andare da lui nè nel fine settimana, nè la settimana successiva. Ma gli eventi andarono diversamente...: tornata dal mio giro mamma mi avvertì che aveva chiamato la mia scuola, avvisandola che l'università a cui avevo fatto domanda di ammissione aveva accettato e che avrebbero presto  inviato il programma dei saggi da scrivere... A quel punto iniziai a saltellare come una matta, praticamente piangendo: il sogno di una vita si stava avverando sotto ai miei occhi!! Presi in braccio Ess e corsi fuori casa, filando dritta da Barbara, dovevo avvertirla! Era stata come una seconda madre per me da tutta la vita, ed ebbe lo stesso ruolo nella vita di Jennifer. Poi con i gemelli fu diverso, arrivò l'attuale compagno di mia madre e Barbara passò in secondo piano nella sua vita. 

"Barry! Barry dove sei?!?" la sua testa rossiccia spuntò raggiante dal retrobottega "sono stata presa! Mi hanno presa alla UAL!!! Oh, cioè, mi hanno ammessa al... Non so come dire, hanno accettato la mia domanda!!" la donna festeggiò con me fino a quando Julia (mia madre) non mi fece uno squillo per farci tornare a casa. Corremmo verso la nostra villetta a schiera ed entrammo ridendo. Tony, il ragazzo di mamma, ci accolse con un sorriso e disse: "Sapete cosa abbiamo deciso di fare? Ristrutturiamo la cucina!" un enorme bagliore era sul viso di tutti i componenti della mia famiglia, e come non soddisfarli facendo a nostra volta un sorriso da un orecchio all'altro?   Era da anni che tormentavo mia madre con la storia della cucina, doveva essere rifatta dall'inizio: non era dotata di lavastoviglie e microonde, aveva un frigo alto quanto Brody, il forno cadeva a pezzi, e non eravamo forniti di alcun tipo di elettrodomestico che non fosse un frullatore degli anni '70... 

"Bene! Perfetto!" ma la cosa non si rivelò a mio vantaggio. Dovetti iniziare a studiare a fondo e necessitavo di silenzio per scrivere i miei saggi.

[...]

"Mamma!" guaii. "perchè non fai una limonata e dici agli operai di fare una piccola pausa? Saranno stanchi" entrai in salotto uscendo a tentoni dal polverone creatosi in cucina. Julia stava seduta sul divano a fare schizzi per una nuova opera mentre la radio continuava ininterrottamente a parlare di arte. "Mamma!" le schioccai le dita davanti agli occhi. 

"Oh! Tesoro... Gli operai non possono fermarsi, hanno fatto la pausa venti minuti fa... Magari potresti andare a studiare da Barbara, in negozio, così non te ne resti chiusa in camera tutta la giornata, c'è un così bel sole fuori!" acconsentii alla sua idea, anche se non mi andava molto di vedere Edd tutti i santi giorni... Oppure no, non lavorava d'estate, giusto? Sì, giusto.

Arrivata al negozio raccontai le ultime vicende alla proprietaria, che acconsentì felicemente all'idea di mamma facendomi accomodare dietro al banco del pane, sotto la finestra.

"Così," disse "potrai stare tranquilla e in compagnia allo stesso tempo, Harry arriverà a momenti e potrebbe darti l'aiuto che ti serve per qualche brano! Quel ragazzo è una fonte di ispirazione formidabile, ed è come un krapfen: ripieno di fantasia!" 

"No, Barbara, temo che sbagli!" Harry spuntò all'improvviso poggiando entrambe le mani sulle spalle dell'anziana donna. "non sono affatto come mi stai descrivendo alla tua piccola amica, e non sono di certo una fonte d'ispirazione!" affermò sorridendo.

"Oh, caro! Mi hai fatta spaventare! Da dove salti fuori tu? Ma che bel giovane è, nevvero Rose?" sorrise maliziosamente carezzandogli la guancia ruvida dalla barba non fatta.

"Ah, ciao Rose, non ti avevo riconosciuta.. Hai fatto qualcosa ai capelli? Sei diversa..."  mi chiede. 

"Vi conoscete già?" barbara sembrò sconvolta. Gli spiegai in fretta che ci conoscemmo solo il giorno prima e poi, quando lei si fu rintanata a sbrigare i suoi affari economici sul retro, chiarii a Harry che mi ero solamente truccata.

 Mi sedetti sulla poltroncina che mi era stata indicata da Barry e cominciai a scrivere un saggio su 'quello che ti ha colpito di più nella tua vita'.

Decisi di scrivere della morte di mio padre, di come reagii e dell'affetto ripartitomi dai miei amici, i miei insostituibili amici. 

Harry si avvicinò a me legandosi una grossa bandana verde sulla testa, tenendo la sua massa di capelli lontano dalla fronte. Quel ragazzo era diverso da tutti quelli che avevo conosciuto fino a quel momento: non si vestiva particolarmente bene, o almeno, non credo ci mettesse molto a trovare dei capi da indossare alla mattina, però addosso a lui stavano bene; il suo viso non era mai contratto da un cipiglio profondo, sulla sua faccia regnava in ogni istante uno dei più bei sorrisi che i miei occhi avessero mai potuto ammirare, ah se solo l'avesse visto Jennifer! Se ne sarebbe innamorata all'istante! Portava i capelli lunghi, -relativamente, in base alla lunghezza dei capelli degli altri ragazzi abitanti nel vicinato- le ciocche sul retro del collo raggiungevano le spalle, mentre la 'frangia' arrivava alla punta del naso, se tirata. I suoi occhi avevano una sfumatura strana di verde: luminosa quanto l'oro e opaca come una foglia di rosa.   In quel momento lo scrutai da sopra la montatura spessa dei miei occhiali da studio mentre i suoi stivali scivolavano lentamente sul parquet sbiadito dal sole, tentando di non farsi notare mentre si avvicinava furtivamente a me. 

You.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora