Thirteen.

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Alloooora, questo capitolo l'ha scritto la mia migliore amica che condivide il profilo con me, Katia, che sta scrivendo Money. <3 Spero vi piaccia quanto piace a me :D

***

ROSE'S POV:

Era passata esattamente un'ora da quando avevamo lasciato casa mia. Io ed Harry eravamo seduti in un tavolo in un ristorantino niente male, con le pareti bianche coperte da numerosi quadri che raffiguravano paesaggi di ogni tipo. Il più bello era il campo di lavande. Il viola che aveva usato il pittore metteva in risalto la montagna dietro il campo, la quale era stata raffigurata nei minimi dettagli. Ricordo che desiderai di avere una vita come quel quadro, dettagliatissima, non perfetta, ma con tutte le cose a posto, fatte bene... Il motivo del mio rifiuto ad una vita perfetta non lo conosco ancora oggi...

Girai il volto di quarantacinque gradi e scovai Harry che si mordeva il labbro inferiore mentre mi guardava. Il mio volto assunse cinquanta sfumature di rosso, e mi sentivo molto accaldata. Gli mostrai un tenero piccolo sorriso che lui ricambiò a sua volta sorridedomi. C'era un silenzio imbarazzante, sembrava che ci fossimo appena conosciuti. Era strano, con lui andavo d'accordo,  parlavamo spesso e quel silenzio mi turbava. Così decisi di iniziare la conversazione.

"Allora Harry, hai deciso ciò che ordinerai?"

"Wow Rose, che termini che usi... Mi affascinano. Soprattutto se detti da te..." Un sorriso malizioso comparve sulla sua faccia.  Mentre le mie guance erano più rossa della mela di Biancaneve.

"Ohw, grazie, ma nemmeno tu sei sa meno. Comunque non hai ancora saziato la mia curiosità..." In quel momento era la mia faccia quella 'maliziosa'.

"Bhè, credo una pasta alle vongole, e per secondo purè di patate con cotoletta alla milanese... Invece tu?" Mangiava sempre così tanto. Harry in quel momento mi ricordava tanto uno chef... Me lo immaginai già aprire un ristorante in California a cinque stelle chiamato: 'Da Hazza'. Sorrisi leggermente e Harry alzò il sopracciglio destro e sorrise maliziosamente. Poi mi chiese: "A cosa stai pensando?"

"Oh..." Fu tutto ciò che la mia mente riuscì a dire... non potevo mica rispondere: 'Hey stavo pensando a te sotto forma di chef in California!' sarebbe stato molto imbarazzante.

HARRY'S POV:

I suoi lineamenti perfetti e il suo imbarazzo mi fecero sorridere. Ogni suo sguardo,  ogni suo battito di ciglia mi mandava oltre ogni limite. Insomma, Rose era molto più che carina, e molto più che bella.  Chissà a cosa stava pensando. La sua mente con quei grandi pensieri da donna ma a volte sciocchi mi riempivano la testa... Pensai a cosa lei pensa senza avere risposte... Cazzo, quanto ero idiota se credevo di poterle leggerle la mente. Ad accompagnare i miei pensieri c'era lo scroscio dell'acqua che precipita per terra bagnando tutto il pavimento di piastrelle.

A riportarmi alla realtà fu un leggero starnuto di Rose e subito dopo imbarazzata mi disse: "Scusami tanto, Harry..."

"Oh tranquilla... Hai freddo?"

"No, ho solo fame... Il cameriere  non passa mai."

"Quindi non ti piace questo posto?"

"No, no, assolutamente è che il cameriere non passa mai..."

"Quindi adesso stai insinuando che ho scelto un ristorante dove il personale se ne frega altamente dei clienti?" Dissi alzando un po' la voce. So che non averei dovuto farlo, ma ero troppo nervoso e mi stavo facendo prendere dall'ansia.

"No, non è così... Ma ti rendi conto che stai urlando per una sciocchezza? " Disse cercando di mantenere la calma.

"Quindi sono anche un irascibile ragazzo che li lamenta di tutto?" Sbraito di nuovo.

"Harry, calmati adesso. Basta. Devi smetterla di urlare. Non puoi venire a prendermi a casa per poi fare quasi apposta a volermi mandare via!"

"Mandare via? Non sto cercando di mandarti via!" Battei una mano sul tavolo. Non potevo continuare così, Rosy era una ragazza fragile, se ne sarebbe andata da un momento all'altro. Ma la mia bocca sembrava non rispondere al cervello. Stavo totalmente impazzendo.

"Io me ne vado, se devi fraintendere tutto ciò che dico non voglio più parlarti." Disse mantenendo la calma. Era sempre così calma. La vidi alzarsi e uscire dal locale. Ero arrabbiato con lei senza un dannato motivo, ma non volevo lasciarla uscire da quel parcheggio. Guardai fuori. Pioveva a dirotto. Dovevo raggiungerla. Mi alzai di corsa facendo cadere la sedia ed uscii guardando a destra e a sinistra, ma non la trovai... Non poteva essere lontana, eppure il parcheggio era deserto e l'acqua mi bagnava il corpo. Con tutto la forza nel mio petto urlai :"ROSE! ROSE!... ROSE? DOVE SEI FINITA?" Ero un coglione, non dovevo lasciarla andare... Dov'era adesso? Dov'è Rose?

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