Fourteen.

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Non sapevo nemmeno perchè avevo accettato quell'invito da Harry... Credevo che potesse andare tutto liscio, invece no. Harry deve sepre fare il guastafeste, deve rovinare tutto. E perchè fare quella scenata, invitarmi a cena per poi mettermi in ridicolo? Quale uomo degno di essere chiamato così fa questo? Solo Harry.

E io camminavo sotto la pioggia bettente a piedi nudi, troppo stanca per stare sui tacchi. Non potevo fare altro che ficcare le scarpe in borsa e continuare fino a casa. Non eravamo molto lontani, un paio di miglia e sarei arrivata. 

Un paio di miglia a piedi sotto la pioggia di sera. Bello. Tutto per colpa di Harry Edward Styles.

E mentre pensavo che li non mi sarebbe mai venuta a cercare, una mano afferrò il mio braccio facendomi girare.

"Rose! Quanto cazzo vai veloce?" Urlò Harry per farsi sentire oltre al rumore della pioggia. Era completamente fradicio, come me d'altra parte. I capelli lunghi che ormai avevano perso l'elastico con cui erano legati, stavano tutti appiccicati alla fronte del ragazzo troppo alto di fronte a me. Mi sentivo piccola e indifesa, sotto il diluvio, con lui che incombeva su di me.

"Cosa vuoi adesso? Cacciarmi più lontano un'altra volta?" Urlai in risposta. I fari di una macchina ci accecarono e, mentre io non ci feci caso, lui si riparò gli occhi con una mano continuando a parlare.

"Cosa... Scusami, io... Non volevo, ero nervoso e-e non sapevo che fare. Mi sono fatto prendere dal panico, mi dispiace tantissimo!" La macchina ci soorpassò piano. Non potevo davvero credere a quello che stava dicendo, ora ero io quella che non sapeva cosa fare.

"Ma... Ora cosa credi di fare, riportarmi là dentro?"

"No, ti porto a casa!" Alzò le sopracciglia e abbassò un po' la voce, mentre io facevo fatica a sentirlo.

"Scordatelo! Non vengo via con te!" 

Non riuscii nemmeno a contestare di nuovo che le sue braccia forti mi stavano già sollevando. Mi alzò stringendomi al petto, prendomi in braccio a mo' di sposa. Mi dibattei per farlo mollare la presa, ma sembravano non fargli nulla le spinte e i pugni sui pettorali.

"Stai ferma!" Ghingò lui cercando di tratterermi ancora una votla.

"No, mettemi giù subito!" 

"Per favore... Voglio solo farmi perdonare..." Supplicò. Mentre attendeva una mia risposta fermo in piedi sul ciglio della starada, colsi il momento per saltare via.

Corsi a più non posso nella direzione opposta a quella del ristorante. Ma ovviamente, cosa speravo di fare, essere forse più veloce di lui? Ma non scherziamo, aveva le gambe lunghe il doppio delle mie, non potevo fare nulla, e per di più a piedi nudi sull'asfalto.

Mi prese di nuovo, ma questa volta mi fermai.

"I-Io..." Non aveva nulla in testa. Lo potevo vedere, il gran kenyon nel sul cervello. Ma alla fine, quando si arrese a non espremere i fatti a parole, alzò le spalle e premette le sue labbra sulle mie. 

Fui colta di sorpresa. Non sapevo come comportarmi, non era il mio primo bacio, e nemmeno il suo. Ma era il nostro. 

Alle prime spinsi le mani contro il suo petto per farlo allontanare, ma non aveva la minima intenzione di farlo. Poi, però, nemmeno io ne ebbi più.

Le sue labbra così morbide poggiate sulle mie ora più sicure. Le gocce di pioggia in mezzo, il vento. Quando ricambiai il bacio si avvicinò di più, appoggiò le mani sui miei fianchi metre io posai le mie sulle sue guance, attirandolo a me.

Non comandavo più le mie azioni, ora il controllo era tutto di Harry.

Sentii la sua lingua chiedere accesso alla mia, e separai le labbra automaticamente per dargli il permesso di farlo. Fu tutto lento e... Bagnato...

Non sapevo se pensare bene o male di questa sua azione. Poteva essere una cosa seria, a me lui piaceva, ma poteva anche starmi prendendo per il culo. Sembrava un bacio serio, però. Comunque con Harry era sempre meglio non andare troppo sul sicuro.

Mentre pensavo questo, lo stavo ancora baciando. La sua lingua mi stava accarezzando le labbra, le sue mani i fianchi, il suo naso il mio. Le mie dita si spostavano tra i suoi capelli contorcendo i ricci e contemporaneamente infilando l'altra mano sotto alla sua giacca fradicia, staccandola dalla camicia a cui era attaccata. 

Ad un certo punto, nel momento in cui un'altra macchina ci sorpassava sgommando tra le pozzanghere, lui si staccò di qualche millimetro e cominciò a guardarmi negli occhi. 

"Abbiamo intenzione di stare a baciarci sotto la pioggia o possiamo andare a casa a farlo?" Il suo sorriso storto si fece strada sul viso, facendo comparire le amate fossette. Improvvisamente sentii il profondo bisogno di darci un bacio sopra, e così feci. Mi alzai sulle punte e gli feci girare il viso poggiandogli un dito sotto al mento.

Il sorriso si allargò ancora di più. Non sapevo nemmeno cosa stavo facendo, ormai.

"Tua." Spinsi la frotne contro la sua, mentre la pioggia tentava di farmi scivolare le mani fuori dalle sue, e io non glielo permisi.

"Mia cosa?" 

"Casa tua, scemo." Diedi un piccolo bacio sulla punta del suo naso, e cominciai a camminare verso l'auto non molto lontana.

Sentii le sue braccia sollevermi di nuovo dall'asfalto costellato di grandi pozze e stringermi a lui. Agganciai le braccia al suo collo e poggiai la testa al petto, ascoltando il suo battito cardiaco.

 "E' così veloce..." Sussurrai così piano che a malapena mi sentii.

"Come?"

Sorrisi, pensando che stava ascoltando anche solo il mio respiro. "Il tuo cuore, batte così forte.." Sussurrai di nuovo. Non lo vedevo in faccia, con la guancia spinta contro la camicia bianca, ma lo sentii sorridere. Il suo sorriso faceva rumore, lo sentivi anche senza vederlo. Sentivi i muscoli contrarsi, i denti bianchi apparire, le labbra rosee aprirsi, le fossette formarsi.

Mi portò fino alla macchina e mi ci infilò dentro, non curandosi troppo dei miei vestiti fradici.

Tremavo dal freddo, mentre lui portava la mano al pulsante del riscaldamento.

Arrivammo a casa sua verso le otto e trenta, gocciolanti e infreddoliti.

Il suo appartamento era dall'altra parte del paese rispetto a casa di Zayn. 

Mi sedetti sul diano avvolta nell'asciugamano gigante che Harry mi aveva prestato. Si buttò accanto a me. Non avevamo ancora parlato, eravamo troppo emozionati per farlo, immagino. Insomma, baciare per la prima volta un ragazzo che conosci da poco e poi fare un intero viaggio in macchina insieme. E' molto imbarazzante.

"Film?" Mormorò. Si tormentava le dita mentre cercava di guardarmi e contemporaneamente non farlo.

HARRY'S POV:

Stavo lì impalato a proporre di guardare un film. Non sapevo davvero cosa fare. Ciò che era appena successo era davvero surreale, impossibile.

La ragazza di cui mi ero innamorato in questi ultimi mesi stava lì, su quel divano accanto a me, aspettando che io facessi qualcosa stando avvolta nel mio asciugamano. 

"Va bene... Quale?" Sorrise e mi guardò.

I miei muscoli non erano affatto collegati ai nervi, per cui, probabilmente, non ricevettero impulsi dal cervello. Mi chinai verso di lei e poggiai piano le mie labbra sulle sue, ancora umide.

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