'Mi hai lasciato andare via insieme all'autunno

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“ Mi toglievi il respiromentre con i dentistrappavi via la mia vested'insicurezza”

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Mi toglievi il respiro
mentre con i denti
strappavi via la mia veste
d'insicurezza”.

欲望
lust
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Corroso.
Sentivo ogni singola parte di me sbriciolarsi e venir spolpata da qualche oscuro presagio.

Mi ero convinto, davvero Changbin, non pensavo di poterci riuscire eppure avevo deciso di finirla lì, diamoci un taglio a questo doloroso amore a senso unico.
Non aveva senso, non era giusto dare l'anima per qualcuno di irriverente come te.

Volevo andar via, prosciugato dal passare lento dei giorni e spinto dal vento tiepido di un'estate che non voleva mai arrivare.
Volevo estirparti dalla mia vita, dal mio cuore, da ogni mia cellula contaminata d'amore, quello che provavo per te, Seo Changbin.

Eri un colpo in pancia, un pugno diretto verso il setto nasale, un veleno costante.

Seungmin lo ripeteva sempre, di non farmi male seguendo il nostro legame baldanzoso, imprevedibile.

“Ti farai solo del male”.

Lo diceva sempre, con gli occhi di chi sembra saper qualcosa che tu non sai, con la consapevolezza incorruttibile che ciò che provavo fosse tremendamente sbagliato.

C'era una strana luce nei suoi occhi, come un'imperturbabile fiammella che celava informazioni che dovevano restare a me sconosciute.

Cosa mi nascondevi, Seungmin?
Cosa diamine continuavano a nascondermi tutti?

Ogni singola strada, ogni viottolo, ogni filo spinato ed ogni legame sincero riportavano tutti ad un'unica persona intenta a divorarsi il mio cuore: Changbin.

Allora ciao, addio, è l'ultima volta che il mio stupido cuore batte per te, è l'ultima volta che si spezza e si fa male.
Changbin sono stanco, sono snervato e svigorito.
Mi ritrovo ad essere pieno di collera nel guardare il mio riflesso e notare il mio viso deturpato dall'amore, inebetito da un sentimento di rabbia e dolore accondiscendente.
Ero sfinito di vedere il mio viso niveo e fin troppo pallidiccio e mi faceva altrettanto male guardare le stelle sulle mie guance brillare fiocamente mentre la Luna nei miei occhi voleva disperatamente smettere di far luce.

Mi stavo spegnendo, mi stavo ammazzando.
Mi ferivo, il mio cuore sanguinava e si fasciava da solo i tagli profondi.

Senza neanche rendermene conto smisi di guardarti, scomparii senza dire nulla, né una parola né un sorriso rattristato.

Ero intriso nella malinconia, una zolletta di zucchero che annega nelle proprie emozioni strabordanti.
Mi devastava non poterti ammirare, si comprimeva il cuore ma non potevo tornare indietro.

Nonostante ti amassi.
Nonostante non avesse senso la mia vita senza i tuoi sorrisi e la tue mani sul mio volto, io dovevo andare avanti.
Volevo solo essere felice.

Eppure, nel momento in cui meno me lo potessi aspettare, ritornasti.
D'improvviso ti trovai sull'uscio, eri lì fermo mentre il tempo rallentava ed il fiato pareva smorzarsi tra le labbra asciutte.

Ci fissammo per attimi che sembravano ore infinite e spossanti.
Mi sentivo in imbarazzo, ero in pigiama davanti la fredda porta di casa e stavamo lì, immobili come statue, occhi dentro occhi e le mie guance dopo tempo ripresero colore in moso fulmineo.

Quella notte indossavo un completo davvero bambinesco ed imbarazzante, ricordi? Era di tre taglie più grande del normale e tappezzato dalla figura di Rilakkuma sui pantaloni.

Ricordo che lo squadrasti per qualche istante e poi il mio battito s'interruppe e nel frattempo mi parve d'essere tornati indietro.

Seo Changbin stavi sorridendo.
Un riso dolce macchiato da un aroma di solitudine sbiadita.
Stavi sorridendo ed era soltanto dedicato a me quel panorama maestoso ed appagante, il primo dopo mesi, era solo per me, eravamo solo noi, io e te e le stelle.

Il firmamento pareva illuminarsi dopo settimane, le mie budella si attorcigliavano con delicatezza e gli occhi bruciavano dall'emozione.

Era forse un sogno o tu eri davvero davanti a me?
Diventasti vivido, palpabile ad ogni secondo che scivolava via in modo veloce, affrettato.
Le labbra tremavano e flussi di parole incontrollabili volevano uscire.

“C-Cosa ci fai qui?”, la mia voce traballò.

Avrei voluto dirti che ti amavo, che mi prosciugavi gli anni e mi stracciavi via il sorriso dalla faccia.
Ti amo Changbin, ti amo, ti amo, ti amo.

“Non ne ho idea”.

Mi lasciasti senza parole.
Era forse la voglia di distruggermi ancora che ti aveva riportato da me?
Se fossi stato io davanti a te avrei avuto milioni di motivi per spiegare cosa ci facessi lì in quell'istante.

Ti avrei sussurrato che semplicemente lo avevo fatto per vederti, ammirarti ancor da vicino.
Ti avrei urlato tra le lacrime che ero lì con le gambe flaccide perché ti amavo e non riuscivo a restarti lontano nonostante il mio cuore sanguinasse e macchiasse la neve pre-sciolta.

Ricordo che ti avvicinasti, superasti lo stipite con titubanza, i tuoi occhi non si staccavano dai miei ed in un attimo arrivasti troppo vicino, nel buio della mia casa, di fronte alla mia figura fremente.

Eri maledettamente bello quella notte.
La luce soffusa della Luna ti risplendeva sulla pelle del viso pallida, accentuava i tuoi lineamenti non troppo spigolosi e uno strano riflesso bagnato stanziava nella tua sclera.

Un desiderio irrefrenabile mi pervadeva le membra, i nostri sguardi era incatenati, prigionieri di se stessi, un legame disinvolto, acceso, fiammeggiante.

Eravamo anime di carta, ingiallite e invecchiate dagli anni ed accartocciate.
Su di essere c'erano scritte con inchiostro nero pece interi poemi, intere poesie stilnovistiche e sentimenti contrastanti sottolineati in rosso.

Bentornato nel mio cuore, Seo Changbin.

- VI LASCIO CON LA SUSPANCE.

Al prossimo capitolo ;)) -

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