'Come pesci fuor d'acqua

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“ E passava l'estate dove i fiori erano ormai sbocciati da tempoed io ti amavo, incondizionatamente ”

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“ E passava l'estate
dove i fiori
erano ormai sbocciati da tempo
ed io ti amavo, incondizionatamente ”

Il nostro primo appuntamento era stato all'interno di un acquario.
Lo ricordi, Changbin?

Io la sento ancora sulla mia pelle la leggera brezza del tuo fiato vicino al mio collo, sul piccolo fosso della mia clavicola destra.

Se chiudessi gli occhi riuscirei a rivedere il tuo viso permutato in un sorriso smagliante nel modo più dettagliato possibile.

È come se fossi una foto, Changbin, un manifesto affisso al centro della mia memoria con una puntina arrugginita.
Resti sempre vivido ed indispensabile per continuare il corso corretto delle mie giornate.

Sei il Sole per i girasoli della mia testa, l'acqua per contenere i pesci che straripano dal mio petto, i fiori per le farfalle nel mio stomaco.

Lo ricordo ancora come se fossero passati soltanto una manciata di secondi, un minuto rimpicciolitosi in un attimo fuggente.

Cogli l'attimo, baciami in mezzo al mare, i pesci Pagliaccio che ci nuotano attorno e le gambe che diventano molli come i tentacoli di un polpo.

Mi si riempiva il cuore nel vederti al mio fianco.
Mi si riempiva di gioia, d'amore,  d'una passione sfrenata che t'avrei baciato sulle labbra tue ogni qualvolta mi sorridevi.

Mi tenevi per mano e lasciavi sbriciolare un sospiro traballante contro il vetro della vasca delle Mante.
Accarezzasti prima il palmo con l'indice ed il medio, lontano dagli occhi indiscreti mi afferrasti il mignolo con premura e lo stringesti tra le tue dita, i polpastrelli ruvidi contro la mia pelle di porcellana, una morsa che partiva dalle dita e si stringeva al cuore.

Il petto sembrava venir soffocato da quell'amore doloroso, quella sensazione costante di essere sulle montagne russe ed arrivare a toccare il cielo con le punte dei capelli.
E poi si torna giù con violenza, un vuoto che ti comprime l'intestino e ti fa sudare le mani.

Il nostro amore, Changbin, era proprio come un'attrazione di un parco divertimenti, un ascensore a sgancio che mi lasciava sfracellare contro il terriccio, mi portava sino alle stelle e mi faceva perdere la cognizione del tempo.

Un bacio all'angolo della bocca ed impazzivo, i nostri gomiti che sfioravano sulla ringhiera in acciaio e riuscivo a sentirmi il ragazzo più felice del mondo.

Avevo desiderato per anni che tu mi guardassi in quel modo, con l'affetto che ti strabordava dalle pupille, che mi afferrassi il viso rosso e mi stringessi le guance lentigginose e le baciassi una, due, dieci, cento, mille volte!

LENTIGGINI - changlix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora