Capitolo 1- Lunedì

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« Ciao Bambi! » Così la chiamavano tutti.

« Ciao Fede...»

«Non ti ho vista alla festa, che fine hai fatto?» disse

«Non è da te, solitamente sei una che non manca mai »

«Semplicemente non avevo molta voglia di uscire Venerdì sera.»

«Capisco.»

Beatrice tagliò corto, di voglia di parlare non ne aveva affatto, quella mattina si era alzata di cattivo umore voleva solo stare sola, senza nessuno intorno.

Le capitavano spesso quei momenti, che lei definiva "suoi"

periodi in cui non sapeva il motivo per il quale era così insopportabilmente triste, eppure le piaceva starsene nel suo mondo e non dava modo a nessuno di entrarvi.

Beatrice di professione era veterinaria ed amava il suo lavoro, tutto nacque quando aveva solo 5 anni dove, in vacanza con la famiglia, trovò un piccolo gattino sul ciglio della strada che aveva una zampina rotta, lei non esitò due volte, lo prese tra le sue piccole mani e lo accudì con tutto l'amore possibile.

Da quel giorno promise a se stessa di aiutare qualsiasi altro animale avesse bisogno.

Quel gattino rimase con lei fino a qualche anno prima del suo ventesimo compleanno, a portarglielo via fu la vecchiaia e Beatrice a distanza di anni, ancora ne soffriva.

Quella mattina del 10 Ottobre 2010 si stava recando in clinica per il suo turno di lavoro dove ad attenderla era una giornata particolarmente snervante e faticosa.

Il suo risveglio non fu dei migliori ed era sicura che una volta andata a dormire, sarebbe stata anche peggio.

Non voleva far altro che tornare a casa, mettersi il suo pigiama di flanella e mangiare tutto ciò che le capitava tra le mani ma aveva appuntamento con le amiche in un pub molto noto in città, alle quali purtroppo non poteva dare buca.

Terminato l'ultimo paziente a quattro zampe e riordinato l'ambulatorio, si avviò quindi a casa, erano solo le 18.00 ed aveva ancora qualche ora per potersi rilassare e cercare quantomeno di tornare in sé e togliersi quel muso da cane bastonato che si portava dietro da tutto il giorno.

Una volta arrivata, decise di fare la cosa che più amava in inverno:

Si preparò un thè bollente, riempì la vasca da bagno buttandoci dentro un flacone di bagno-schiuma e ci si immerse.

Mentre beveva il suo thè alle erbe e si godeva quel momento in relax stranamente non pensava a nulla, chiuse gli occhi e si abbandonò alla pace di quell'attimo, fino a quando il suo telefonino non squillò.

«Dove sei finita? Stiamo tutti aspettando te!» Disse Marta

Beatrice guardò l'orario, si era appisolata e non si rese conto di quanto il tempo fosse volato.

« Che ore sono? »

« Sono le 21! Dove sei? »

« Arrivo. »

Volò fuori dalla vasca, fortunatamente aveva già scelto cosa indossare il che le fece risparmiare tempo.

In meno di mezz'ora era già arrivata al Pub dove le sue amiche l'aspettavano al loro tavolo riservato ed il vino a fargli compagnia non mancava mai.

« Guardate un po' chi e arrivata a degnarci della sua presenza. » disse Emily, la sua più cara amica.

« Scusate ragazze, mi ero appisolata. »

Si sedette quindi assieme a loro e iniziò a passare la sua serata.

Sentendosi riposata dopo il bagno caldo e in vena di divertirsi, dopo il quarto bicchiere di vino la vista iniziò ad affievolirsi, ma nonostante quello era in perfetta forma.

Quel pub le piaceva molto, musica del volume non troppo alto, luci soffuse, arredamento stile retrò.

Si perdeva a guardare quei grandi lampadari domandandosi come facessero, vista la dimensione, a emanare così poca luminosità all'ambiente.

Girovagando per il locale, il suo sguardo capitò poi su di lui, un ragazzo seduto nell'aera fumatori.

Era vestito in maniera semplice, blue jeans e maglietta nera, capelli sbarazzini quel poco che bastava per farli sembrare comunque ordinati ed un bellissimo orologio da polso modello automatico completava l'abbigliamento, Beatrice notò successivamente che era abbinato ai pantaloni.

Non poteva fare altro che guardarlo, non riusciva a distogliere gli occhi da quel sorriso e quella fossetta che gli si creava sulla guancia sinistra ogni volta in cui sorrideva.

Si perse ad ammirare le sue labbra, così rosee e a forma di cuore, a guardarle sembravano veramente molto soffici e da baciare assolutamente.

Ed il suo corpo, quello la faceva letteralmente impazzire, slanciato ed atletico, pettorali sviluppati non eccessivamente, braccia muscolose al punto giusto, insomma era perfetto.

Sperò invano per tutta la serata che quel misterioso ragazzo si facesse avanti ma nulla, neanche la guardò, o perlomeno lei non se ne accorse.

Verso le 04:00AM rientrò in casa, stanchissima e con una fame tremenda.

Decise però di mettersi a letto, mangiare a quell'ora le avrebbe sicuramente causato problemi di stomaco e, siccome era solita avere dolori lancinanti, preferì evitare, quindi giusto il tempo di cambiarsi e si mise a letto, cadendo in un sonno profondo. 


To be Continued

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