Un nuovo percorso...

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Il tempo vola e con esso volano i giorni e i mesi. Si dice che quando si è felici le lancette dell'orologio premano sull'acceleratore, come se fossero una Ferrari, che corre su un circuito rotondo e a ogni curva sosti il numero dei chilometri percorsi. Se così fosse, allora si potrebbe dire che la vita sia un Gran Premio a tappe, su cui lasciare impresse vittorie e sconfitte, mentre si cerca di raggiungere un traguardo segnato da ogni tappa.

Marzio non sapeva bene da dove partisse il suo percorso,  né quando divenne consapevole della corsa che stava segnando un momento della sua vita così importante. Era certo, però, dell'inizio di un nuovo percorso destinato a qualcun'altra e stava lì, ormai da giorni, a guardare quella partenza. 

Girava e rigirava quella specie di foto dallo sfondo nero e chiazzato da scie grigie chiare, a tratti forse anche bianche, sapeva di doverci scorgere qualcosa di importante, ma gli sembrava di captare solo un buco nero immerso nella foschia. 

Prese il cellulare e iniziò a smanettare alla ricerca di un file audio. Lo selezionò:

TU-TUM TU-TUM TU-TUM TU-TUM a una velocità pazzesca. 

Tornò con gli occhi sulla fotografia, non riusciva a scorgerci quello che avrebbe dovuto vedere, ma aveva lo sguardo di chi stava osservando il più prezioso dei diamanti. Vi vedeva, con l'immaginazione, piccoli passi e tenere carezze, baci e abbracci, insomma osservava quel che non vedeva, ma era come se vi fosse la luce di tutto il suo mondo. 

"Ancora a guardarla stai? Sbrigati che farai tardi al lavoro", la voce di Annalisa lo raggiunse. 

"Sì, ora vado". Prese la foto e la mise nel portafoglio. 

Il gesto non sfuggì alla moglie. 

"Marzio, ma che fai? Anche al lavoro te la porti dietro?". 

"No, è che dopo passo a casa dai tuoi. Tuo padre mi ha chiesto di vederla". Rispose lui entrando in bagno per l'ultima sistemata del caso. 

Annalisa alzò gli occhi al cielo e sospirò in modo netto e ben udibile. Marzio si precipitò fuori dal bagno. 

"Che hai? Che ti senti? Stai bene?", sviolinò una raffica di domande in modo quasi ansiolitico. 

"Ho solo sospirato, mamma mia...non posso neanche più sospirare adesso", Annalisa si sentiva una specie di sorvegliata a vista. 

"Va beh, sto in bagno, non ti vedo, ti sento come se ti lamentassi", ribatté Marzio.

"Vai a lavorare prima che ti venga un colpo a ogni mio minimo accenno di vita", Annalisa gli tirò dietro la giacca ridendo. 

"Sì, vado. E se ti ser...", Annalisa finì la frase con una cantilena.

"... ve qualcosa, o succede qualcosa, o ti senti male, o c'è qualcosa che non va, chiamami!". 

"Sì, brava. Ciao amore, a stasera", la baciò e uscì finalmente da casa.

"Eh gli uomini...", disse sospirando Annalisa mentre il suo cellulare iniziò a squillare. 

"Ecco quest'altro...esce uno e mi controlla quest'altro, sono incredibili", disse leggendo sul display il numero dei suoi.

"Pronto". 

"Amore come stai?". 

"Bene, papà".

"Tutto bene?".

"Sì, papà, ho detto che sto bene!".

"Sei stanca?".

"No papà, mi sono alzata da un paio d'ore, non posso essere stanca". 

"Perché così presto?".

Questione di pelle 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora