Hai da accendere?

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Elio si appoggiò alla sua scintillante macchina sportiva in attesa dell'arrivo di Marzio. Si accese una sigaretta puntando lo sguardo sull'insegna della palestra: Let's go! 

Lo so io dove andrei, se solo riuscissi a mettere le mani su quella venere in tinta rossa! 

Si ripeté nella testa ripensando all'unico motivo per cui aveva  deciso di  mettere piede in palestra. In effetti, non ne aveva bisogno, in casa aveva una stanza, al seminterrato, adibita proprio per far fronte all'esercizio fisico. Insieme a Marzio, in quella sala hobby, aveva strutturato una corporatura quasi perfetta;  i due si allenavano con un ritmo quotidiano e i risultati si notavano: entrambi possedevano una muscolatura invidiabile per chiunque non appartenesse al mondo agonistico dell'atletica. Erano stati anche bravi a non esagerare, rischiando poi di stravolgere il proprio corpo. Erano alti quel tanto che bastava per non passare inosservati, belli quel tanto che bastava per attirare le donne come se fossero miele a caccia di mosche, e presentavano un tono muscolare giusto, né flaccido né troppo gonfiato: addominali, spalle, pettorali e cosce si incatenavano tra di loro in un'armonia perfetta. Due adoni, dicevano in paese, che si portavano dietro quell'alone da dannati. Irresistibili, e incredibilmente assomiglianti alla madre: anche lei, in gioventù, aveva visto parecchi uomini franarle ai piedi; tra la rossa e sua madre da giovane non  ci passava poi tanta differenza: entrambe sapevano incantare come se fossero fachiri. Peccato che Veronica, a una certa, di tutta quella bellezza se ne fece una malattia. Terrorizzata dall'invecchiare, aveva stravolto quel corpo e quel volto, fino a cambiarne totalmente aspetto. A vederla ora, accostandole una foto da ragazza, si faticava parecchio a credere che fossero la stessa persona. Era ancora bella, ma emanava un odore acre di plastica, e in ogni angolo di quel volto, fuoriusciva quella sensazione folle di poter fermare il tempo. 

Il rumore di una portiera destò Elio da queste considerazioni e lo portò a voltarsi, convinto che fosse finalmente arrivato il vecchio compagno d'avventure. Non rimase deluso nel constatare che non si trattasse di Marzio, anzi ne fu quasi entusiasta. Davanti a lui stava per sfilare la Venere di Milo in abiti moderni. Nel vederla avanzare sicura, con il passo deciso e scandito dai trampoli che indossava, a Elio venne quasi un infarto. 

Mio Dio...che visione celestiale...

I tacchi alti le donavano un'andatura sensuale, come se non bastasse tutto il bendi dio dei piani superiori. 

Non ha due cosce, ma due colonne scolpite e che conducono in cima all'Everest...

Commentò nella mente inclinando leggermente la testa da un lato per osservarle meglio il fondo schiena. Vi arrivò con le pupille dopo aver solcato le alture delle gambe, le quali erano incastonate in un paio di stivali vertiginosi, non solo per via dei tacchi, ma per la lunghezza che possedevano: arrivavano al di sopra del ginocchio, e avvolgevano quegli arti femminili in un nero lucido; legati dietro da un laccio infinito che si intrecciava da un lato all'altro dell'apertura, che lasciava  intravedere quel pezzettino di carne attraente come un'oasi nel deserto.  

Gli short cortissimi lasciavano scivolare gli occhi sull'attaccatura dei glutei, incredibilmente sodi alla vista; il tutto finiva in un mini top fucsia che a malapena riusciva a trattenere il peso del seno al suo interno. 

L'attenzione di Elio però, svolazzò su un altro punto inaspettato, persino per lui. La vide sfilargli davanti, di profilo mostrava un adorabile viso lentigginoso, ma la perfezione di quel volto, ben curato e non molto truccato, lasciava il tempo che trovava. Elio rimase fulminato da altro. I capelli rossi e ondulati, erano raccolti in una possente coda alta. I riccioli cadevano, voluminosi e leggeri, lungo le spalle sfiorandole e sembravano voler giocare a nascondino con il collo. Quest'ultimo fu il dettaglio che sdraiò Elio e lo catapultò in quello stato primordiale che mai avrebbe immaginato: quella del vegetale folgorato. Di corpi femminili ne aveva visti e posseduti, ma un collo così sensuale non l'aveva mai incontrato, e la voglia di farla sua, aumentò in modo esponenziale. 

Scommessa o no, tu sarai mia! 

Disse tra sé alzandosi dal cofano della macchina; il suo muoversi destò l'attenzione di lei, che si voltò a guardarlo. 

Interessante il ragazzo...e gli lanciò un'occhiata da cerbiatta seducente, sorridendo leggermente, ma stando ben attenta a non rallentare il passo. 

Prima regola Sofia: mai mostrarsi interessata più del necessario. Guarda, sorridi leggermente e continua come se il tuo fosse stato solo un guardare occasionale. Gli uomini vanno cotti, ma a fuoco molto lento, altrimenti diventano tutto fumo e niente arrosto. Specie i tipi come quello...che poi non è tanto dissimile dagli uomini che hai incontrato fino ad ora...culo, tette, cosce, fica...di una donna non sanno vedere altro...e la bravura, in questi casi, sta nel fargli notare altro! 

«Scusa, hai da accendere?». Le chiese Elio improntando una scusa per conoscerla. 

Imbranato, anche se non si sente affatto tale, anzi da quello sguardo si direbbe il contrario: pensa di essere astuto...peccato che ha tirato fuori la scusante  più banale che possa esistere...hai da accendere la usava il mio bisnonno! Certi uomini pensano che le donne siano cretine, che non ci rendiamo conto che sia solo una becera maniera di fermarci! 

«No, spiacente, non fumo», meglio essere chiare sin da subito, pensò Sofia, senza soffermarsi più di tanto a guardarlo e riprendendo subito il suo cammino. 

Tosta la tipetta! Tu guarda le arie che si dà...beh, in finale può permetterselo, è divina! 

«Anche tu stai andando in palestra?», non si diede comunque per vinto e la fermò di nuovo rivolgendole la parola. 

Patetico! Dove vuoi che vada se sto andando in quella direzione? Pensa davvero che io sia una cretina. Sarà convinto che ho solo un bel culo e un paio di tette e che sopra il collo ho il vuoto! Purtroppo per lui non è così! 

«No, è che sono stanca di camminare all'aperto, quindi ora entro in quella struttura, la giro tutta e poi si vedrà...e ora scusami, ma ho ben altro da fare che stare qui a sentire i tuoi miseri tentativi di abbordaggio», lo congedò con un mezzo sorrisetto sforzato, ironico a tal punto da far scattare in Elio del risentimento. 

Ma tu guarda che stronza! Ok bella, sarai anche tutta curve e giusta per far venire un collasso anche a un gay, ma non atteggiarti a grande diva della fica, che non ce l'hai solo te! Sai quante stronze del genere si incontrano? Una miriade! 

La vide entrare in palestra e nel momento in cui sparì dietro alla porta, già ne sentì  la mancanza. Ritornò alla macchina e si rimise in attesa del fratello. 

Ma tu guarda, cosa pensa di fare? Di farmi cadere ai suoi piedi? Ti sbagli cara, io al massimo finisco tra le due gambe, ma mai ai tuoi piedi. 

Si ripeté a gran voce nella testa, ma intanto desiderava rivederla. 

Questione di pelle 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora