Poi arrivò Madre Natura...

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  "E' inutile che ti spremi per farmi cambiare rotta, come ho già detto a nonno: vorrei riallacciare i rapporti con te, se solo tu fossi ancora mio fratello, perchè quello che vedo oggi ha ben poco a che vedere con il mio fratellone con cui mi sono divertito tanto", rispose Elio guardando nella parte opposta di Marzio.
"Sì, ti divertivi a combinare guai per poi dare la colpa a me quando mamma lo veniva a sapere". Marzio usò un tono duro nel dirglielo.
"I fratelli maggiori non devono proteggere i fratellini?", sorrise in modo beffardo Elio rimanendo girato con il volto dall'altra parte.
"Non puoi continuare a vivere alla giornata Elio, stando buttato in quel locale a caccia di avventure da quattro soldi", Marzio non voleva mollare la presa per non deludere il nonno.
"Sì che posso, sarà che non ci tengo a fare la tua stessa fine e poi, ti ricordo, che quel locale malfamato era il tuo habitat naturale prima che arrivasse la santarellina sono vergine e voglio darla solo a te. Quella ragazzina ti ha proprio rammollito e quando ti guardo mi fai una pena, se penso a chi eri e poi vedo come ti sei ridotto", ironizzò Elio.
"Rammollito? Solo perchè mi sono sposato? Ah Elio hai trentanni ormai dovres...ti...sa...pe...oh mio Dio...".
Smorzò la voce rimanendo ipnotizzato verso il lato opposto della strada.
"Ecco bravo, ti sembra una fine dece...", Marzio lo fermò dandogli un colpettino sulla spalla soprapponendo la sua voce a quella del fratello.
"Elio voltati ...", con un tono di voce alquanto sospirato.
Elio si voltò e spalancò lo sguardo rimanendo quasi paralizzato.
"Oh mamma...", esclamò.
Dall'altra parte della strada, spostata leggermente a sinistra rispetto a loro, campeggiava una specie di Venere rossa. Gli occhi di Marzio incominciarono a guardarla dal basso verso l'alto: stivali alti fin sopra al ginocchio con tacchi a spillo luccicanti e in acciaio, così fini da sembrare chiodini; uno stacco di cosce chilometrico che a guardarle sembrava di percorrere la Ventimiglia; calze color carne invisibili, se non fosse stato per quel reggicalze che spuntava dalla minigonna a giro passera che indossava e che aveva le dimensioni minime necessarie per coprirle un mappamondo parlante che alloggiava alla fine della schiena; un toppino rosa acceso che, a malapena, riusciva a contenere due enormi sfere all'altezza del torace e una cascata di ricci, folti capelli rossi; labbra carnose, viso delizioso e due fanali verdi contornati da lentiggini.
"Manco nei sogni ho visto cose di quel tipo...", disse Elio guardandola incantato.
"Uno schianto di femmina davvero...", replicò Marzio spostando il viso da un lato per guardarle meglio il sedere.
"Tanta roba così e tutta insieme non l'avevo mai vista, è una Venere, una Dea...è stupenda". Elio sembrava in trans.
"E' la perfezione...", sentenziò Marzio che, per la prima volta da quando era sposato, rimpiangeva il suo status da single incallito. I geni del conquistatore, del maschio verace stavano per risvegliarsi davanti a quella bambola rossa inaudita.
"Menomale che sei in fuorigioco, così me la lavoro io", rispose il fratellino estasiato.
Marzio andò in automatico senza staccare gli occhi dalla rossa.
"Scommettiamo? Io te la do a 5, ci stai?".
Allungò la mano in segno di intesa, come succedeva un tempo tra di loro.
"Cosa? E tua moglie dove la lasci? Comunque, ci sto e te la do a 10, tanto se ci riesci a portartela a letto, sono salvo perché tua moglie ti ammazza". Replicò secco Elio.
"Non sottovalutarmi Elio, le scommesse le ho sempre vinte e per una come quella...beh mi faccio ammazzare volentieri, ammesso che mia moglie lo venga a sapere", guardò il fratello con lo stesso ghigno malizioso che era stato suo un tempo. Quel viso da spavaldo che aveva inchiodato Annalisa sin dal primo istante.
Quella rossa aveva risvegliato la sua indole virile e quella parte malandrina che Annalisa aveva messo a tacere.  

Qualche giorno dopo, Marzio incontrò Federico dopo che gli aveva proposto di andare in palestra a fare dell'aerobica. 

  "Non ci vengo in palestra con te a farti compagnia, poi che roba è l'aerobica? Roba da femmina, non è che da stallone da monta passi all'altra sponda?", domandò Federico al genero Marzio.
"Sì, domandalo a tua figlia quanto sono dell'altra sponda...e poi l'aerobica mantiene in forma e costa così poco l'abbonamento in quella palestra".
"Quando parli di mia figlia usa termini adeguati, mi domando sempre perchè non ti ho ammazzato quella sera...E' inutile che cerchi di convincermi poi, io non ho bisogno della palestra per tenermi in forma, sto tutto il giorno al cantiere. Hai presente? Blocchetti, sacche di cemento...la palestra va cercando...va beh che te stai sempre dietro a quella scrivania". Replicò Federico deciso.
"Ah non sai che ti perdi se rimani a casa". Ironizzò Marzio.
"Non mi interessa e non voglio manco saperlo", rispose il suocero.
"Ehi brontolone, guarda là", gli indicò la villetta di fronte, dove in giardino si dimenava la tigre rossa tutta curve e prosperità.
"Santi lumi...da dove viene quella? Da Marte?", commentò Federico rimanendo a bocca aperta.
"Da dove viene non lo so, ma Elio ha scoperto dove lavora", rispose Marzio mentre entrambi la contemplavano.
"E che lavoro fa?". Domandò il suocero senza staccarle gli occhi di dosso.
"L'insegnante d'aerobica". Sentenziò con malizia Marzio.
"Quanto hai detto che costa l'abbonamento?", domandò in automatico il suocero mentre esaminava con attenzione la fisionomia della rossa.
"Bella figa eh", il giovane Michele avvicinandosi al padre e allo zio.
"Che fai, che dici? E soprattutto che guardi? Cammina, vai in casa". Rispose Federico dando un leggero colpetto dietro alla nuca del figlio quindicenne.
"Ah andiamo Federico, che male gli fa guardare una bella topa", rispose Marzio.
"Ma che dici, è ancora un ragazzino", gli rispose il suocero.
""Sì, un ragazzino che grazie a un padre come te si ammazza di pippe", replicò Marzio.
"Senti finiscila ok? Tu non lo conosci bene, è ancora ben lontano da quello che pensi tu".
"Oh andiamo Federico, chi è che non si è ammazzato di pippe a quindici anni? E poi è stato lui a dirmelo".
"Cosa?", domandò allarmato il padre di Annalisa.
"Mi ha chiesto se è normale farlo, cioè farsi le pippe intendo".
"Ho quasi paura a chiederti cosa gli hai risposto",Federico lo guardò serio.
"E che gli ho risposto...che è normale, che lo fanno tutti, gli ho detto che anch'io a quindici anni me le facevo, per poi smettere a sedici, cioè quando ho iniziato a scopare come si deve". Marzio rispose tranquillamente.
"Ma sei impazzito? Ma perchè non ti tappi la bocca eh...che pensi che tutti sono maniaci come te? Perchè non li tieni per te certi consigli invece che deviare mio figlio". Federico quasi urlò
"Sì, va beh, dicevi la stessa cosa con Annalisa...". Marzio gli rispose facendo la cantilena.
"Io dovevo ammazzarti - si voltò per rientrare in casa - perchè non gli ho sparato quando era il momento di farlo?".
"Allora che fai? Ci vieni in palestra?", gli urlò il genero rimanendo sul marciapiede.
"Sì, chiamami dopo e salutami Annalisa". Gli rispose Federico prima di chiudere la porta di casa.  Neanche lui riuscì a resistere di fronte a quello spettacolo di donna, che di lì a poco, avrebbe acceso parecchi fuochi sparsi per il paese. 

Questione di pelle 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora