Mamma non si tocca!

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Marzio non aveva idea di dove fosse finita Annalisa, seppur immaginava che fosse approdata a casa dei suoi, ma non aveva a disposizione il tempo utile per confermare la sua ipotesi, perché suo padre aveva indetto una riunione di famiglia nella sua villa poco fuori il paese.
Salì a bordo della sua auto sportiva e si diresse a casa dei suoi, nel salone centrale, lo stesso che aveva fatto da sfondo a quella strana cena di fidanzamento, erano seduti intorno al tavolo Elio, Stefano e suo padre.
«Bene, ora che ci siamo tutti possiamo incominciare», disse suo padre non appena si mise seduto.
«Di che si tratta papà?», domandò istintivamente Elio.
«Di vostra madre... la situazione, Stefano ve lo può confermare, è diventata insostenibile ormai... vostra madre è andata completamente fuori di testa e qui non può più stare», lo disse con una calma assai fredda e distaccata come se quella madre non fosse affatto sua moglie.
«Mi risulta che mamma riceve tutte le cure di cui ha bisogno, in finale paghiamo tutti e non solo tu tali cure, non vedo perché non dovrebbe restare qui, questa è casa sua», replicò Elio secco lasciando spiazzati sia il padre che il fratello minore.
Il signor Fantino aveva messo in conto la resistenza di Marzio, pensando che Elio avrebbe ceduto all'evidenza dei fatti, che la prima resistenza al suo verdetto arrivasse proprio da Elio lo lasciò per un attimo stordito.
«Non è una questione di soldi, ma di fastidio... vostra madre non ragiona più, è ora che vi mettiate l'anima in pace, tanto non può di certo migliorare la sua condizione», cercò di incalzare la dose, ma l'intervento di Marzio fu altrettanto duro e diretto.
«È un problema tuo o il fastidio è rilegato in quella specie di femminuccia di vent'anni più giovane che ti scopi? Se quella non vede l'ora di sprofondare nei tuoi averi e tu non vedi l'ora di farteli mangiare da lei, sei libero e padrone di farlo... Niente in contrario, ma lo fai fuori di qui, comprati una garconiere, un'altra villa, un appartamento e vai a vivere con la tua slava del cazzo... Una cosa è certa:mamma da qui non esce, tanto meno verrà chiusa in un istituto, questa è casa sua e se tu, o Stefano, non la sopportate più, andatevene e lasciatela in pace», alzó leggermente il tono di voce sul finale.
«Ma sentilo... Si è trasformato nel paladino della giustizia... Proprio tu la difendi? Tu che l'hai sempre detestata tanto?», ribattè ironicamente Stefano.
«In questa cazzo di famiglia credo di essere stato l'unico che si è rapportato con lei in tutta sincerità e onestà. Vorrei che capisse ora e vi vedesse come vi state comportando... Tu che la portavi in giro come se fosse un trofeo da esporre, che ti vantavi della bellezza mozzafiato di tua moglie e ora? La vuoi sbattere fuori perché sta male? Perché hai trovato di meglio? Perché non puoi più vantarti della dea che hai sposato? E tu? Il figlioletto sempre attaccato alla sua gonna, sempre pronto a darle ragione, per avere le sue attenzioni, i suoi favori, i suoi costosi regali... Tu ora ti associ a papà per mandarla via? Non eri quello che amava mamma più di tutti? Che ti vantavi dicendo che lei amava più te che me ed Elio? Non ti serve più mamma vero? Ecco perché dai ragione a papà, ora è lui quello da leccare per avere i soldi e i regali, mamma non può più darteli... Dovreste vergognarvi e forse neanche basta!». Marzio alzó ulteriormente la voce.
«Non so cosa voglia fare Marzio, ma io sono disposto a prendermi carico delle sue spese sanitarie, affinché tu possa godere di poter spendere i soldi con la tua smorfiosa». Elio puntò il padre con aria decisa.
«Ok, volevo avere con voi un dialogo pacifico, ma vedo che non mi lasciate scelta... Quindi, mettiamola così: o si fa come dico io, oppure domani sarete due disoccupati in più in Italia», rispose secco e infastidito guardando i figli.
Marzio ed Elio si guardarono a vicenda per qualche secondo, il padre già sentiva il profumo della vittoria, ma l'accenno sicuro di Elio fece scattare Marzio alla riscossa.
«Mandaci il Tfr a casa papà, ma mamma da qui non schioda e se continui a insistere sarai tu ad andare fuori», la voce di Elio si sovrappose a quella del fratello:
«Volando per la finestra aggiungo».
«Siete pazzi quanto lei, vi licenzio davvero, voglio vedere quanto durate... Elio chi manterrà i tuoi vizi, la tua villa, le tue serate al night? E tu? Hai una figlia in arrivo, una famiglia da mantenere, voglio proprio ridere nel guardarvi come farete», il padre si lasciò andare a una risatina nervosa.
«Marzio, Elio... Venite di qua per favore, dovrei parlarvi in privato», la voce di Veronica irruppe nella stanza lasciando tutti senza respiro.
I due figlioli seguirono la madre nella sua stanza, quella in cui era stata rilegata dopo l'incidente.
Marzio ed Elio si scrutarono di nuovo domandandosi quanto sarebbe durata la lucidità della madre.
«Questi sono due libretti di risparmio di due conti svizzeri, usateli bene questi soldi, sono tutti i miei risparmi; e restate tranquilli, nessuno, tanto meno quell'uomo di là può buttarmi fuori da casa, perché di fatto è proprio casa mia questa, nel senso che è intestata solo a me, comprata prima del matrimonio e di fatto, quell'uomo di là non è padrone manco dell'intonaco che cade dai muri; che andasse via... Che si attaccasse alla gonnella di quella slava, io mi gusto il mantenimento che dovrà darmi». Rispose seria e risoluta, come se fosse tornata indietro nel tempo e non fosse mai successo quell'incidente.
«Mamma, di fatto stai male, quindi credo che gran parte di questi soldi dovresti tenerli... Io ed Elio ci arrangeremo non preoccuparti», lo disse pur sapendo che sua madre poteva già aver dimenticato tutto.
«Io e te non siamo mai andati d'accordo, ma una cosa da te l'ho imparata....ed è assurdo, perché dovrei essere io quella che lancia lezioni a te, ma non sono stata una buona madre, lo so benissimo... Tu mi hai insegnato che si può cambiare e che non è mai troppo tardi per rimediare», nel dirlo gli strofinó il palmo della mano sulla guancia.
«E tu Elio... Piccola peste lo sei sempre stato, ma il tuo cuore è sempre stato sincero con me, a differenza di Stefano, tu sai essere comunque riconoscente verso chi ti ha dato tanto...», accarezzó anche l'altro figlio.
«Mamma...», sospirò Elio convinto che presto quell'incanto sarebbe finito.
«E ora andate su, avrete sicuramente cose più importanti da fare che stare qui con una ultracinquantenne ormai da buttare», sorrise a entrambi con ironia.
«Mamma, ma che vai dicendo...», ribattè Elio ripensando con rabbia che avesse inteso le parole sviolinate dal padre.
«Come sta tua moglie Marzio? E la piccola in arrivo? Se non ricordo male hai detto che nasce tra cinque mesi no?», diresse lo sguardo verso il più grande.
«Sì, e comunque va tutto bene grazie» decise di sorvolare sulla lite appena avuta con Annalisa per via di Elio.
«Spero che poi mi farai conoscere mia nipote».
«Certo mamma, ci mancherebbe», rispose sorridente.
«È incredibile, sembra che tu stia bene, no che mi dispiaccia eh, anzi...», disse Elio con tutta franchezza.
«Un difetto di voi giovani è il leggere poco e il snobbare il teatro, altrimenti sapreste di Molière e di un certo malato immaginario». Rispose divertita Veronica al figlio.
«Stai dicendo che...», la voce di Marzio si spense dietro a quella della madre:
«Le crisi di mezza età arrivano, specie quando hai superato i cinquanta, vedi la tua bellezza volare via, la tua gioventù sfumata per sempre...riguardi indietro e ti rendi conto che forse hai lasciato buchi neri in qualcosa di importante, o peggio in qualcuno che ami... Vi ho amato e vi amo tutti e tre più di me stessa, ma non sono mai stata capace di dimostrarlo... Ho dato importanza a qualcosa di effimero, illudendomi che il tempo non sarebbe trascorso per me... A una certa ti chiedi: esiste qualcuno che mi voglia veramente bene? Ero nel mezzo di questo quesito quando ho avuto l'incidente, avevo appena saputo che vostro padre era perso dietro a una gonna più giovane, ero sconvolta... Allora sì, ho finto di non ragionare più e mi sono messa ad ascoltare, a osservare... Tutti convinti che io non capissi più cosa stesse accadendo... Vi siete tutti mostrati a me per come siete realmente e tu... Marzio, sei stata la scoperta più bella, Elio la conferma di ciò che pensavo, Stefano l'opportunità immaturo che Alfio ha sempre decantato e vostro padre... Un uomo è ben lontano da lui».
«Da candidare a un Oscar... Mamma sei un'attrice nata, giuro che mai avrei pensato che stavi fingendo», Elio era sorpreso ed esterrefatto allo stesso tempo.
«Peccato Elio che la vita non è il set di un cinema... É ora andate, quando avrete voglia e se vi servisse qualcosa, beh mamma finalmente è qui che vi aspetta».
Li salutó entrambi con un sorriso e un bacio sulla guancia, poco prima che uscissero dalla stanza la voce di lei li raggiunse per l'ultima volta:
«Visto che passate per il salone... Potreste dire a quell'uomo di là che prima di stasera deve lasciare casa mia e che si portasse dietro il nuovo cocco di papà, che è meglio restare soli che male accompagnati, grazie».


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