Capitolo 46

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Pov Alexandra

Finalmente ci stiamo lasciando alle spalle interminabili giorni di sofferenza, ansia e dolore. Siamo tutti riuniti alla locanda Papavero stregato a gustarci un gustoso boccale di birra e non una qualsiasi ma la Quercus... Una specialità del birraio, un uomo particolare, alto, spallato e muscoloso il cui nome è Drea. A primo acchito si presenta come una figura imponente, dall'aspetto spaventoso ma con un cuore grande che adora la propria compagna ed il figlio.

Osservo le persone che sono sedute al tavolo con me, e tra tutti i visi rilassati ne noto uno che sembra teso... Mio padre, Adam, sembra perso in chissà quale pensiero e di certo non positivo. Succede tutto troppo velocemente perché ce ne si possa rendere conto. In pochi attimi Adam è in piedi con lo sguardo vuoto fisso nel mio, pochi istanti e non sono più seduta a tavolo con la mia famiglia vedo immagini piene di dolore, sento la sua voce dirmi cose orribili... Non riesco a reagire, mi manca il respiro, il mio corpo lo sento freddo come se stessi morendo. Tutto si ferma e torno alla realtà ancora immobile e incapace di fare qualsiasi cosa se non osservare la scena allucinante che i miei occhi vedono. Tutti tentano di intrappolare Adam ma nessuno ci riesce, fino a quando una luce strana lo circonda e appena questa si affievolisce di mio padre non rimane nulla... Quella strana luce è ben nota a tutti noi, il nemico che abbiamo creduto sconfitto si è dato solo alla ritirata. Tutta la felicità che fino a pochi attimi regnava ora è sparita. Sento diversi sentimenti aleggiare tra i presenti, odio, rabbia, confusione e in fine rassegnazione. La rassegnazione sentimento che condivido, non dovevo fidarmi di lui avrei dovuto rispedirlo da dove era venuto una volta ottenuto ciò per cui lo avevo cercato. Man mano che i secondi passano realizzo due cose: La prima è che la guerra che credevamo tutti fosse stata vinta era solo il preludio di chissà quale piano deviato, la seconda e più dolorosa è il tradimento di colui che credevamo alleato ma altro non era che un doppiogiochista... Mi accoccolo al mio compagno che mi stringe subito fra le sue braccia per rassicurarmi e tranquillizzarmi, volto lo sguardo e vedo mia madre abbracciata a Maximiliam, Lucifero che stringe con preoccupazione la sua amata, Gunnar che coccola Ruby e infine Drea abbracciato alla compagna e al figlioletto, questi ultimi fortunatamente per loro, solo spettatori di una scena drammatica che per loro non ha un senso. Riporto la mia attenzione su tutti e vedo nei loro occhi la stessa consapevolezza... La guerra è solo all'inizio, il nostro nemico non è stato sconfitto.

Dobbiamo rivalutare tutto, creare strategie nuove e cercare nuovi alleati che ci aiutino a sconfiggere colui che vuole portare caos e distruzione ovunque solo per dimostrare la sua potenza e per divertimento.  La nuova consapevolezza mi dona nuova forza, non possiamo farci sconfiggere, dobbiamo lottare e sconfiggere Mors Principium!

Un nuovo giorno sta per iniziare, il cielo plumbeo e violaceo comincia ad assumere i classici colori rosati della nuova alba e il giovane sole rischiara la notte che da serena è tornata nera e infinitamente pesante. Mai potremo pensare di non poter combattere o affrontare le le nostre paure o i nostri avversari, qualunque essi siano, anche carne della nostra carne, noi affronteremo ciò che il domani ha purtroppo in serbo per noi...ma quando capiamo di non poter essere distrutti, siamo liberati dalla paura.

Un nuovo giorno, un nuovo inizio...un passo alla volta, una battaglia alla volta...noi siamo pronti ancora e ancora, uniti dalla stessa sorte e contro lo stesso nemico.

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