Capitolo 2 - Non voglio i tuoi soldi e bagnata dalla testa ai piedi

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Mi scuso in anticipo per qualche eventuale errore, buona lettura! ❤️

-Bryan

"Come sta andando?" Prendo uno dei sui tanti raccoglitori pieni di bozze, e incomincio a sfogliarlo un po' annoiato. Riesco a distrarmi soltanto quando intravedo alcuni dei miei disegni, non per altro pazzeschi tanto quanto i suoi. Non sono quel tipo di persona che si sminuisce, anzi credo di avere anche una certa autostima di me stesso.

Non sentirlo parlare mi spinge ad alzare lo sguardo su di lui, che sembra stia cercando di ignorarmi volutamente. Ma sa anche lui che cercare di rendere invisibile me è alquanto tecnicamente impossibile; non passo inosservato così facilmente.

"Quindi?" Tengo il segno fermo su un disegno in particolare, rivolgendogli un misero sguardo infastidito, giusto per fargli intendere il mio disappunto.

"Mi sembra logico no?" Sospira mettendo in ordine le sue bozze con un sopracciglio inarcato, mai l'avessi chiesto.

"Ovvero?" Mi acciglio continuando a cercare il suo sguardo nel mio, ma con fare invano. A volte mi sembra di odiarlo più di Crystal, non che sia di certo piacevole per lui. Tutti sanno quanto mi stia sul cazzo, quella ragazzina è una cazzo di pazza psicopatica.

"Cosa vuoi che ti dica? Che i conti non vanno poi così bene come una volta? E che la clientela tende a diminuire?"

"Beh, sarebbe un buon inizio non credi?"
"Non è uno scherzo amico."

"Non sto mica scherzando infatti." Alzo gli occhi al cielo incapace di contenermi. Perché ogni volta che mi sveglio di buon umore qualcuno deve contribuire a rendermi la giornata una fottuta merda? Anche perché io ci provo a iniziare la giornata con il piede giusto, senza sentire il necessario bisogno di spaccare il setto nasale a qualcuno, ma poi incominciano ad accerchiarsi intorno a me teste di cazzo in ogni dove che 'Isis spostati proprio.'

"Ti basta sapere che non ho neanche pagato ancora i due mesi di affitto arretrati?" Indica il luogo circostante con un cenno del capo per sbaglio facendo rovesciare a terra tutti i fogli. Mi lascio un sfuggire un piccolo sorriso che non gli fa poi così tanto piacere, dato che piuttosto sembra voglia prendermi a pugni.

Ho conosciuto Thobias giusto qualche anno fa, quando ho incominciato a tatuarmi per la prima volta. È stato lui a spingermi a frequentare per qualche mese dei corsi appositi, che al contrario suo ho finito per accantonare quasi subito. Non che non fossi capace, ma era diventato abbastanza stressante seguire la sessione delle lezioni, che si svolgevano 5 volte a settimana, e anche riuscire ad organizzarmi con la scuola senza trascurare niente.

Quando Thobias ha aperto il suo studio quasi un anno mezzo fa, le cose hanno incominciato ad andare bene quasi fin da subito, e continuarono ad andare in quel modo fino a quando qualche mese fa non arrivò un certo Mark a sconvolgere ogni cosa.

"E come pensi di fare da solo?"

"E cosa dovrei fare scusa?" Sembra essere  fin troppo scoraggiato del solito, probabilmente stanco di riuscire a reggere ancora. Raramente ho visto Thobias andare fuori testa in questo modo, come ultimamente mi sta dando modo di notare. È sempre stato un ragazzo solare e disponibile, esattamente il contrario di me. Con lui non solo ho incominciato a conoscere la passione per i tatuaggi e a maturare la mia tecnica nel disegno, ma ho anche trovato una persona preziosa con il quale ho riconosciuto la sensazione di sentirsi vivo, o almeno per metà. La passione per il disegno è solo una delle poche cose per il quale ho voglia di vivere per davvero, subito dopo mia sorella e il basket. Tutto il resto continua a lasciarmi vuoto.

"Guarda che è semplicissimo." Scrollo le spalle passando il dito lungo le linee ben tracciate sulla bozza di un disegno in particolare, che ho portato a termine giusto qualche anno fa.

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