Ripartire da zero

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Oggi...

"Buongiorno Luna, bene arrivata. C'è già una cliente in attesa, ci pensi tu?" Cameron, una delle ragazze che lavorano nel mio salone, mi accoglie.
"Buongiorno, certo, ci penso io. Chi è?"
Legge sul registro delle prenotazioni e mi risponde: "Fire Cold, con la figlia Aria."
"Perfetto, vado subito. Grazie."
Mi sorride in risposta, io esco dal mio ufficio e vado nella sala d'aspetto del negozio.
Alla fine, dopo tutto quello che è successo, scappare a Boston è stata la cosa migliore.
Mi sono liberata del passato, delle mia orribile famiglia, ed ho aperto un centro di bellezza tutto mio.
"La signora Cold?" Domando alle donne in attesa.
"Eccomi, questa è Aria, mia figlia."
Sono bellissime entrambe: la madre è alta, con un viso dolce e un corpo che sembra uscito dalle riviste di moda.
La figlia non è da meno. Avrà all'incirca dodici anni, ma è già la copia in miniatura della madre.
"Piacere e benvenute. Venite, vi porto in sala lavaggio."
Faccio strada accompagnandole dallo staff che si prenderà cura di loro.
Ad una delle postazioni trovo Naomi, tutta presa dal fare un nuovo taglio ad una cliente abituale.
Le lascio nelle capaci mani di Isabel, andando a parlare con la mia amica.
Ebbene sì, ha deciso di trasferirsi con me, dopo che quella notte mi aiutò ad andare via.
Patrick è rimasto a Los Angeles, per stare vicino a... beh, lui.
Si vedono tutti i fine settimana, fanno a turno. Alle volte viene lui, molte altre va lei. Lui vive nella casa che comprarono. Sta cercando di venderla per trasferirsi qui in pianta stabile, sentendo troppo la mancanza della fidanzata.

"Salve, tutto a posto?" Mi rivolgo alla cliente, sentendo se è soddisfatta.
"Come sempre. Siete una garanzia oramai." Sono soddisfatta del risultato ottenuto.
"Perfetto. Naomi, appena hai finito mi raggiungi in ufficio?"
Fa solo sì con la testa, troppo immersa nel suo lavoro.
Una volta seduta alla scrivania, ricontrollo i documenti delle tasse, scongiurando una qualsiasi dimenticanza o disattenzione. Ci tengo a fare le cose per bene.
Mezz'ora dopo eccola che entra.
"Ehi, che succede?" Si preoccupa subito.
"Nulla di che, tranquilla. Volevo solo sapere se..." non c'è bisogno di proseguire.
"Sì, a dire la verità ho qualche news. Pare che sia andato a trovare una vecchia conoscenza. Un'amica del passato, mi ha detto Rick." È sulle spine, la capisco.
"Ehi, non fa niente. Sono la prima ad essere felice se si rifà una vita. Se lo merita."
Non è una vera e propria bugia, ma ad essere onesti l'amore ancora non è del tutto sopito.
"Come te?" Interroga.
"Nao, non ricominciamo." La esorto a lasciar cadere il discorso.
"Scusa se mi permetto, ma io non ti vedo felice. Per quanto possa essere bello e della giusta cerchia, ti si è spenta quella luce.
Comprendo bene anche il resto.
Quello che hai dovuto sopportare è troppo per chiunque. Ma buttarti tra le braccia di Storm non credo sia la soluzione adatta."
Siamo alle solite.
"Non mi sono buttata tra le sue braccia. Ho semplicemente capito che mi interessava come uomo. Capiscimi, tesoro, non posso passare il resto della vita a macerarmi dietro una stupida illusione. Siamo fratelli, c'è poco da ricamarci sopra."
Cerco di porre fine al discorso.
"E questo lo so bene. Dico solamente che... beh, non so perché ma io non mi fido di lui."
Ci mancava solo questa!
"Addirittura? Ma che può mai averti fatto, per odiarlo in questo modo?" Difendo il mio ragazzo.
"A me nulla, è solo una sensazione a pelle. Mi sembra viscido e falso."
Adesso mi sto arrabbiando.
"Solo perché è un avvocato, Naomi. Ti sembra finto perché deve mettere una maschera e difendere delle persone, che molto probabilmente ti risultano indifendibili.
Non lasciarti condizionare dal suo lavoro, ti prego."
Accusa il colpo.
"Hai ragione. Sono stata indelicata e maleducata, scusami.
Facciamo così: per farmi perdonare, questo fine settimana usciamo in quattro. Tocca a Paddy venire qui."
Porge il ramoscello della pace.
"Va bene, sento Storm e ci mettiamo d'accordo."
Le sorrido grata.
"Perfetto. Torno al lavoro, non sia mai che il mio capo mi licenzi!" Mi prende in giro, le tiro una pallina di carta, mancandola miseramente.

Chiudo i file e resto a fissare lo screensaver del pc.
Io e lui, insieme, che ci teniamo abbracciati.
Una foto scattata prima che tutta la merda ci cadesse addosso. Quando eravamo felici, innamorati e spensierati.
"Mi manchi, Dimi. Mi manchi così tanto."
Il dolore riaffiora con prepotenza. Le lacrime scivolano sulle guance, lo stomaco ed il cuore sono stretti in una morsa.
Faccio dei lunghi respiri, cercando di arginare l'attacco di panico che sta salendo in superficie.
Mi concentro su qualcos'altro, così da allontanare il pensiero di lui.
Ci riesco, dopo molto sforzo, visualizzando il viso di Storm.
Non è amore con lui, da parte mia almeno, solo un'ancora di salvezza.
Non è un cattivo uomo; oltretutto è bello, gentile e di successo. Ma non è lui. Nessuno sarà mai come lui.
"Avanti, Luna, vai avanti. Adesso basta, sei scappata, sei di nuovo padrona della tua vita. Rimettiti in sesto." Mi motivo con queste parole. Mi alzo e torno a lavoro, grata come non mai per questa piacevole distrazione.
La clientela, come ogni mercoledì pomeriggio, è aumentata.
Dipende dal fatto che ho deciso di offrire i nostri servizi gratis, a chi non può permetterseli.
Un gesto che mi regala molta più soddisfazione di tutti i soldi del mondo.
Arrivare alla sera è un'impresa, ma ci riusciamo comunque.
"Santo cielo, ho i piedi così stanchi che non me li sento più!" Si lamenta Corinne.
"Avanti, poche storie, siamo quasi al fine settimana. Andate a casa, vi meritate il riposo. Chiudiamo io e Naomi. Come sempre, ottimo lavoro anche quest'oggi."
Ci tengo a far sapere loro che le apprezzo. Il mio passato mi ha insegnato tanto.
Ci salutano, andando in direzioni differenti.
Io e la mia amica rimettiamo a posto, diamo una bella pulita a tutto il locale e finalmente chiudiamo bottega.
"Hai qualche programma per stasera?" Domanda.
"No. Starò a casa. Storm lavora fino a tardi ed ho intenzione di riprendere quel telefilm di cui ti parlavo. Una pizza, del gelato e tanto divano."
"Mi unisco a te. Non ho voglia di passare un'altra serata in solitaria. Mi manca Rick, tantissimo." Sbuffa, immusonita.
"Certo, non devi chiedere. Ma perché non ti prendi questi due giorni e lo raggiungi? Ce la faremo anche senza di te."
Resta di stucco.
"Sei sicura?" Le brillano gli occhi.
"Certamente. Domani e dopodomani non ci sono tantissimi appuntamenti. Io e le ragazze ce la caveremo alla grande."
Mi abbraccia stretta, dicendomi: "Ti adoro. Sei la migliore amica che potessi mai avere." Saltella come un grillo.
"Vai, corri a casa e prepara i bagagli. Fammi sapere quando arrivi, ok? E dai un bacio a Patrick."
Mi stringe di nuovo e scappa via, quasi librandosi per aria.

Cammino per i pochi isolati che distano da casa mia, con la testa tra le nuvole.
Il suono del cellulare mi riporta alla realtà.
"Ciao" saluto.
"Ciao bellissima, ho finito in anticipo, ti va di cenare fuori?" Lo fa spesso, propormi una cena fuori all'improvviso.
"Certo. Sto tornando a casa adesso, mi lavo e cambio.
Ci vediamo tra un'ora?"
"Perfetto. Mi do una sistemata anche io. A tra poco, ti amo."
"Ti amo anche io." Chiudo la chiamata.
E né per la prima, né per l'ultima volta, mi domando: avrà capito che la mia risposta non è sincera?

SIAE Broken Love 2- Harper High Series SU AMAZONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora