-NO! Non voglio entrarci! Ho una reputazione da mantenere.
Urlo mentre la mia acerrima nemica, la prof di italiano, mi spintona per obbligarmi ad entrare in un...aspettate...come si chiama?
Bibbiomerda?
Bibliofilo?
Vabbó ha un nome strano.
-ENTRA O TI INSEGNO IL CONGIUNTIVO!
Urla lei stanca.
Io presa dal panico urlo ed entro nell'edificio.
Appena ne varco la soglia mi sento come Hardin e Tessa che lo fanno in un comune letto.
Guardo preoccupata l'interno dell'edificio.
-Quelli-i sono libr-i?
Chiedo preoccupata.
Lei in risposta annuisce.
Mi invita ad avvicinarmi agli scaffali,premettendo che nessuno mi avrebbe insultata o presa a pugni se non avessi saputo il significato di parole come "Femminismo", "Violenza" o "Rispetto".
Prendo un libro alla caso, lo apro e ne rimango immediatamente delusa.
Rimango delusa quasi come quando inizio una storia e la protagonista non si chiama Hope ed entro i 4 capitoli non si è trasferita negli USA e non ha litigato con la troietta della scuola.
-Non è scritto abbreviato. Ha i tempi coniugati. E dov'è il cattivo ragazzo che la protagonista odierà e poi tromberà?
In tutta risposta la professoressa mi chiede di leggere il titolo del libro.
Eseguo i suoi ordini e chiudo il libro per vedere la copertina.
-Amore e Psiche.
Lei mi prende il libro dalle mani ,me lo tira in fronte e mi insulta.
STAI LEGGENDO
Nella mente di una schizzata
UmorismoQuesta è una raccolta di storie particolari (e con particolari non intendo smut) in cui vi illustrerò le perle che mi vengono in mente quando mi annoio. Per eventuali errori grammaticali non venire a scassare perché 1) Conosco la grammatica meglio d...