Scoperte!

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Corna, orecchie lunghe, bozzuli, occhi rossi, ero confusa su questa lettura, come avrebbe fatto a nasconderli? c'era un modo che non sapeva?
Questi erano i pensieri che mi facevo sotto la doccia. Uscita fuori mi misi l'asciugamano e mi asciugai i capelli, mentre ancora pensavo al libro mi venne in mente l'immagine del diario di mamma, arricciai le sopraciglia confusa, cercai di ricordare dove lo avevo visto l'ultima volta. Entrai in camera , sobbalzai quasi quando vidi il diario di mia madre sopra al libro che stavo leggendo, lo presi incredula, svogliai le pagine, lessi una frase
<< sono speciale, ma non sono un mostro, sono un erede di satana, ma sono buona>> parlava di demoni? nel diario di mia madre? com'era possibile. Posai il diario, mi vestì e presi il libro, continuai a leggerlo da dove mi ero fermata la notte prima, la ragazza del libro raccontava che quella bozzola sul sedere anchessi stava uscendo, e che sulla sua schiena c'erano due rigonfiamenti, inclinai la testa mentre leggevo, pensai così a una volta da piccola che vidi la foto di un demone, non ricordo dove, aveva lunghe corna, delle ali, una coda e delle orecchie lunghe simili a quelle di un elfo, pensai e nel mentre che leggevo capivo sempre di più , ma non capivo perchè del diario. Finì il libro, la ragazza aveva alla fine scoperto che era un demone, ma non era cattiva, aveva capito che tutto ciò si poteva nascondere con degli allenamenti, aveva scoperto che la sua dieta non cambiava, e che aveva dei poteri speciali.
Mi sdraia sul letto scombussolata, mi morsi il pollice, che stava succedendo alla mia vita? Uscì di casa col diario in borsa, camminavo a vuoto, era domenica quindi nnt scuola, vidi Eliot preso a pulire il vetro della macchina, mi avvicinai
<< ciao, qualcosa nn va?>> lui mi guardò e mi sorrise
 << no solo soliti piccioni simpatici>> scoppiai a ridere
 << allora sei davvero umano>> rise anche lui, parlammo un po', e decidemmo di andare insieme in un bar, nel tragitto il pensiero del libro mi tornò in mente, lui lo notò
<< qualcosa non va Juvia?>> lo guardai, potevo davvero dirgli tutto? erano solo 2 mesi che ci conoscevamo, e spesso parlava a doppi sensi, o almeno credevo io.
Iniziai a spiegargli piano del libro, visto che me lo consigliò lui stesso, lui mi ascoltava attentamente, e pian piano gli spiegai del diario di mia madre, alla fine lui mi disse
<< Hai paura tua madre era un demone?>> rimasi spiazzata, non ci avevo nemmeno un attimo pensato, lo guardai
 << emh.. non mi fa paura, a quanto ho potuto capire non sono creature cattive, e mia madre era una persona splendida, anzi, è stata vittima di un uomo che sicuramente demone non è, ma è terribile questo si>> lui mi guardò come se fosse felice delle mie parole, gli chiesi
<<Se lei lo era .. perchè non me lo ha detto? e ... lo sono anche io?>> quella domanda, quella ammissione, mi spiazzava,stavo solo cercando in tutto questo tempo di aver il coraggio di domandarmi ciò
<< Eri una bambina, i piccoli si aspettano di vedere determinate conformazioni, come quando vedono i clown e hanno paura perchè non sono come la loro menta si aspetta, e .. non so se tu lo sei>> lo guardai, iniziai a farmi una domanda molto più importante... se lo sono... lui non avrebbe dovuto sapere, mi misi d'istinto la mano sulla bocca, lui mi guardò
<<Se lo sei non mi cambia, puoi fidarti di me, ho visto tante cose nei miei viaggi>> lo guardai, o forse lo eri anche tu. Mi grattai la testa confusa, mi toccai il punto della testa, niente bernocoli, lui rise notando il mio atto, lo guardai sorpresa
 << che ti ridi>> lui rise più forte, scoppia a ridere anche io, ero così ridicola e scema.
Bevemmo il nostro caffè e lui mi raccontò un po' dei suoi viaggi, ero attirata dai suoi racconti, e mi chiedevo come sarebbe stato vivere in quei posti o anche solo semplicemente vederli.
Arrivata sera si era fatto più tardi del solito, eravamo ancora al mare, mi ero con coraggio appoggiata alla sua spalla , e lui nonostante la sua sorpresa mi aveva lasciata fare, ero felice, forse gli interessavo?
<<Tuo padre si arrabbierà se non torni>> lo guardai
<< anche tu hai la ritirata>> lui rise, << posso fare tardi se voglio >> lo guardai, lui si alzò piano e mi porse la mano io la presi , al suo contatto sentì la pelle bruciare , mi alzai a fatica per quella sensazione e mi accompagnò alla macchina, in tutto il tragitto mi guardavo la mano, arrivata sotto casa mi fece scendere, non feci a tempo che subito mio padre uscì
<< DISGRAZIATA COME OSI TORNARE A QUESTA ORA E PERSINO IN COMPAGNIA DI UN RAGAZZO, CHISSà QUALE FARABUTTO è>> lo guardai in cagnesco, ma Eliot si girò
<< Mi scusi signore, ho fatto io tardi, ma mi sono accertato che non le succedesse nulla>> sembrò quasi una frecciatina, mio padre lo guardò e poi se ne tornò dentro , ringraziai Eliot e gli diedi un bacio sulla guancia e corsi in casa , nel girarmi vidi un sorriso o me lo ero immaginata?

The human- The demonWhere stories live. Discover now