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JUNGKOOK

Giugno 2015

Sapevo già che quel giorno sarebbe stato tutt'altro che facile.
Era il giorno di affrontare la realtà, la conseguenza dei fatti accaduti solamente la settimana precedente.
Mancavano soltanto pochi giorni alla fine dell'anno universitario che,per Yoongi, significava l'ultimo.
Sapevo anche che lui non avrebbe voluto più mettere piede in quella scuola.
Le notizie fanno il giro del mondo in poche ore, in pochi giorni.
Si aspettava che lo sapessero già tutti.
Compreso il preside.
Compresi i suoi genitori.
Andai a prenderlo a casa sua io stesso,teneva il cappuccio tirato sulla testa,ma non era abbastanza da coprire il lieve segno di una bruciatura sullo zigomo.
Gli si leggeva negli occhi quanto dolore provasse, ed io questo non lo sopportavo.
Varcammo il portone fianco a fianco e fin da subito, ogni sguardo fu su di noi.
Yoongi si fermò davanti al suo armadietto.
La scritta "psycho" troneggiava scritta in rosso a caratteri cubitali.
Afferrò due libri dal suo interno e chiuse lo sportello con rabbia, sbattendolo di scatto.
-La prossima volta se vuoi suicidarti vedi di fare meno danni -
Entrambi ci voltammo verso la fonte di quelle parole.
Un ragazzo che frequentava il suo stesso anno stava al centro del corridoio circondato dal suo gruppo di amici, a guardarci con aria di sfida.
Yoongi gli rivolse uno sguardo vuoto e obliquo, notai che stava serrando i pugni, così mossi un passo verso il diretto interessato, era di pochi centimetri più basso di me.
-Tu avresti dovuto pensarci prima di nascere, ai danni-
Mi lanciò uno sguardo di puro fuoco, poi si soffermò su Yoongi.
-Ti fai proteggere dalla fidanzata?-
Yoongi reagì di scatto, stava per sferrargli un pugno dritto sul viso,ma lo circondai con le braccia per fermarlo prima che fosse tardi.
-Hyung non ne vale la pena-
Lo vidi calmarsi, spostò lo sguardo sul ragazzo e ridacchiò.
-La prossima volta vedo di bruciare casa tua con te dentro- gli disse, dritto negli occhi -non esiterei un istante.-
Io afferrai Yoongi per mano davanti a tutti, sorprendentemente lui non si scompose, e iniziai a portarlo via dal corridoio.
Improvvisamente si fermò e si voltó, sputò sulle scarpe del ragazzo senza pensarci due volte e si passò il dorso della mano sulle labbra, lo guardò e gli fece un mezzo sorriso, per poi voltarsi e continuare a camminare al mio fianco.
Nessuno ebbe il coraggio di proferire parola.
Lo accompagnai fino alla sua aula, si fermò poco prima della porta e mi guardò senza dire niente.
Lo abbracciai senza pensarci due volte, riuscivo a circondarlo completamente, le sue mani scivolarono sulla mia schiena mentre affondava la testa nel mio petto, come sempre.
Lui si staccò per primo e fece per entrare in classe, quando il suo insegnante gli andò incontro.
-Min Yoongi,mi è stato comunicato che sei atteso nell'ufficio del preside-
Sentii un colpo al cuore e lui si voltò a guardarmi,non c'era bisogno di chiedere: sarei andato con lui.

La porta dell'ufficio era semiaperta, Yoongi la aprì lentamente,a testa bassa, senza bussare.
Al suo interno il preside era seduto dietro alla sua scrivania,dall'altro lato un uomo e una donna impassibili, i suoi genitori.
Da dietro di lui cercai la sua mano e la strinsi forte per un attimo.
-Entra-
Varcammo la soglia ed io chiusi la porta alle nostre spalle.
-Jeon Jungkook questa è una convocazione riservata, sei pregato di tornare in classe.-
-O restiamo entrambi o me ne vado- disse Yoongi lapidario.
-Yoongi...- iniziò suo padre
Lui si voltò e fece per afferrare la maniglia.
Il preside ribollì interiormente,potevo vederlo diventare rosso.
-E sia. Rimanete entrambi.-
Yoongi si fermò e si avvicinò alla scrivania per sedersi davanti al preside, mentre io restai sul divanetto accanto alla porta.
Il preside appoggiò il mento sulle mani e guardò negli occhi Yoongi.
-Penso tu sappia benissimo perché sei qui. Gradirei parlare con te delle conseguenze del tuo gesto sconsiderato...-
-Pagherò io stesso le spese del Motel fino all'ultimo centesimo, mi troverò un lavoro non part-time.- lo interruppe
Il padre emise una risata amara a bassa voce, contraendo la mascella, Yoongi lo ignorò.
-Non si tratta di questo Yoongi. Avevi intenzione di toglierti la vita, lo sappiamo...-
-Oh, lo sapete...- continuò ad interromperlo
-...ma le tue azioni sarebbero potute costare la vita di molti altri, perfino al tuo amico, il signorino Jeon-
Indicò me con un cenno della testa
-Non gli avrei mai fatto del male...- tentò di controbattere a bassa voce.
-Eri completamente fuori di te. Avevi fatto uso di qualche sostanza? Alcool?-
Yoongi rise.
-Cinque birre non sono abbastanza a mandarmi fuori di testa Mr Baek.-
-Posso anche fidarmi sulla parola,ma di certo capirai che riammetterti in questa scuola in certe circostanze è da valutare...-
-È un'università Mr Baek, non la scuola dell'obbligo-
-Resta il fatto che risulti un soggetto pericoloso per le persone che frequentano questo istituto-
Yoongi rise, sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
-Cosa intende fare? Mettermi in isolamento?-
-Adesso basta Min Yoongi!- suo padre si alzò di scatto, furibondo.
-Le persone come te necessitano di essere ricoverate in un ospedale psichiatrico-
-Al manicomio, sono d'accordo...-
-Sarebbe solo e soltanto per il tuo bene e per quello di questa comunità!-
-Oh adesso ti preoccupi della mia salute? Avete smesso di prendervi cura di me da più di quindici anni, pensate che io ci caschi? Andate a farvi fottere.- si alzò dalla sedia, pronto ad andarsene,io feci lo stesso.
-Signorino Min, si da il caso che stia per terminare il suo ultimo anno qui, se continua con questo comportamento sarò costretto a prendere provvedimenti che potrebbero costarle...-
-Sa cosa? Si fotta anche lei. Si fotta questa scuola. Sono fuori. Nessuno dovrà più preoccuparsi che io appicchi incendi nei corridoi e faccia una strage- alzò il tono della voce,sputando quelle parole in faccia al preside, con uno sguardo famelico negli occhi.
-Min Yoongi ti faremo ricoverare sul serio...-
-Sono adulto mamma, ho 24 anni in caso avessi perso il conto, non potete farmi un bel niente. Mi importa di voi allo stesso modo a cui a voi è sempre importato di me. Nessuno di voi sa chi sono, come sto, cosa penso, spero bruciate all'inferno prima che ci pensi io-
Indietreggiò, guardandoli uno ad uno, mi prese nuovamente per mano, intrecciando le nostre dita, per poi aprire la porta con violenza e chiuderla, sbattendo con tutta la forza che aveva, rivolgendo un ultimo sguardo verso suo padre: puro odio.

I need U (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora