하나

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JUNGKOOK

Marzo 2015

Era da molto, troppo tempo che non uscivo da quella stanza.
Non so perché mi convincessi che fosse il metodo migliore per sfuggire ai problemi, al mondo reale.
Ultimamente le cose avevano preso una piega strana.
Ed io restavo sempre lì, se non quando andavo a lezione, fermo immobile a fissare il soffitto.
Avevo smesso di cantare e disegnare, non muovevo un passo di danza da qualche mese.
Finché quella stessa settimana non mi imbattei in un vecchio amico, fu la prima persona con cui parlai dopo quasi un anno e successe per caso, non avevo la più pallida idea che fosse nella mia stessa università quando vi ero entrato.
Ma eccolo lì,in biblioteca, con due suoi amici.
Mi ero avvicinato timidamente, ma quando il suo sguardo occhialuto mi aveva individuato era corso subito da me.
Kim Namjoon era rimasto quasi lo stesso, salvo il nuovo taglio di capelli e l'altezza sempre maggiore, stesse fossette e stessa espressione rassicurante e rilassata. Era stato il mio primo amico quando mi ero trasferito a Seoul da bambino, la mia fonte d'ispirazione ed il mio incoraggiamento fisso.
Fu quell'incontro che mi spinse ad alzarmi i giorni seguenti e decidere di seguire le lezioni più assiduamente.
Ero solo al primo anno, non potevo lasciarmi scoraggiare.
Non ero riuscito a farmi amici per via del mio carattere timido e delle mia insicurezze, ma Namjoon mi stava offrendo una seconda occasione, me lo sentivo, dovevo recuperare quell'amicizia persa negli anni.
Quel giorno fui sorpreso di ricevere un suo messaggio. Chiedeva se fossi libero di uscire e passare il pomeriggio insieme a lui ed i suoi misteriosi amici che non conoscevo.
Stavo per rifiutare, mi vergognavo, ma fortunatamente non lo feci.
Sopra alla mia t-shirt bianca e ai jeans semplici indossai la prima giacca appesa che riuscii a trovare, afferrai le mie fidate timberland e il cappello ed uscii dalla porta di casa.
Percorsi pochi passi a piedi fino ad un incrocio, tenevo la testa bassa e le cuffie nelle orecchie, così non mi accorsi della persona che stavo inevitabilmente per travolgere.
Sobbalzai all'indietro, telefono e cuffie mi caddero di mano e mi affrettai a raccoglierli, ma qualcun'altro fu più veloce di me.
Alzai lo sguardo e incontrai prima del previsto un viso pallido che mi osservava dal basso verso l'alto.
Era un gracile ragazzo,molto più basso di me anche se sembrava più grande, gli occhi scuri a contrasto con i capelli color acquamarina e l'espressione vagamente infastidita.
Presi il telefono che mi porgeva e notai che mi stava ancora osservando.
- S-scusami io...- iniziai balbettando.
-Tu...non sei l'amico di Namjoon?- mi interruppe d'un tratto.
Lo osservai meglio, ma certo! Era il ragazzo seduto alla sua destra quel giorno in biblioteca, non aveva proferito parola se non un lieve mezzo sorriso, per poi tornare con il naso affondato nel suo libro.
-Si...uh...mi dispiace per averti...-
-Non fa niente, anch'io cammino con la testa tra le nuvole- rispose con la sua voce calma, dal tono quasi piatto, profondo. Gli rivolsi un timido sorriso.
-Jeon Jungkook- dissi porgendogli la mano
-Min Yoongi- lo fece ancora, quella sottospecie di mezzo sorriso che non lasciava trasparire particolare interesse.
Una notifica accese il telefono, che avevo ancora in mano, era Namjoon che mi diceva di essere arrivato al punto d'incontro.
-Oh, ci sei anche tu quindi- disse Yoongi allungando gli occhi sullo schermo.
-Si-
Lui si mise le mani in tasca
-Faremo la stessa strada allora- disse,per poi iniziare a camminare.
Era abbastanza veloce, perciò gli camminavo subito dietro, finché non lo vidi rallentare e gli potei stare di fianco.
-Posso chiederti...quanti anni hai?-
-24,sono al quinto anno-
-oh, dovrei parlarti più formalmente allora-
Ridacchiò leggermente -Non mi cambia niente, puoi parlarmi come vuoi-
Ne rimasi sorpreso, non sapevo quanta confidenza dargli, aveva 4 anni più di me e non sembrava un tipo particolarmente loquace.
Restammo in silenzio per circa un minuto.
Sorprendentemente fu lui a rompere il ghiaccio.
-Come conosci Nam?- disse con il solito tono di voce, ma voltandosi per scrutarmi con i suoi occhi inquieti.
Il suo sguardo dava uno strano effetto, intimidatorio ma invitante.
-Amici d'infanzia. Era come un fratello per me, ci siamo separati soltanto alle scuole superiori-
Annuì,pensieroso ma interessato.
-Si è molto da lui prendersi cura dei suoi amici-
-Già, altrimenti non sarei qui-
Mi lanciò un brevissimo sguardo incuriosito, poi indicò un punto davanti a se.
-Ecco gli altri-
I cinque ragazzi erano seduti sulle panchine al centro della piazza, intorno ad un muretto,si voltarono verso di noi ed iniziarono ad agitare le braccia.
Arrivammo davanti a loro.
Namjoon stava seduto sul muretto sopra alla panchina, sotto di lui un piccolo ragazzo con i capelli grigi stava comodamente appoggiato alle sue gambe, mentre gli altri tre stavano ridendo a crepapelle accanto a loro.
-Finalmente! Mancavate solo voi! Ma vi conoscevate già?-
-No ecco io gli...-
-Ci siamo trovati per strada e l'ho riconosciuto- rispose Yoongi al mio posto.
-Benissimo, intanto ti presento Jimin- il ragazzo davanti a lui -Jin- quello accanto, buffo, con i capelli rosa. -Taehyung e Hoseok- i due strambi ragazzi dai capelli rispettivamente rossi ed arancioni mi sorrisero allegramente, sembravano molto affiatati e non riuscivano a smettere di ridere.
Yoongi fece un sorrisetto divertito
-Ma si può sapere che vi prende?-
-È colpa mia- rispose Jin
-No non dirmelo, lo so che è una delle tue solite battute-
I due ricominciarono a ridere, trascinando stavolta con sé gli altri, tranne Yoongi, che si limitò a ridacchiare.
Vedere quel gruppo di amici mi diede una strana sensazione di serenità, vederli interagire e sentire quanto si volessero bene,pensai: vorrei far parte di qualcosa anch'io.
Vedendo la mia espressione assorta Yoongi mi risvegliò dicendo a tutti -che ne dite di un gelato?-
-Ma è appena Marzo! Fa ancora freddo- rispose Jimin, che aveva appena aperto bocca.
-Si, e allora?-
-Io ci sto- risposi, al che Yoongi mi lanciò un'occhiata.
Hoseok si alzò e afferrò la mano di Taehyung per trascinarlo
-Suvvia, basta mangiare qualsiasi cosa!-
Ci incamminammo verso la strada principale e fui avvicinato da Jimin, cominciò a chiedere di me ed io iniziai finalmente a sciogliere la tensione.
Notai Namjoon assorto in una conversazione che sembrava molto seria con Yoongi, appena dietro di noi, lanciai loro uno sguardo mentre  scoppiavano in una sonora ed improvvisa risata, era la prima volta che vedevo Yoongi sorridere così, fu come se una facciata di pietra si fosse rotta, ancora una volta una strana sensazione.
Distolsi lo sguardo velocemente per concentrarmi sulla strada, ma sentii come i suoi occhi attraversarmi alle spalle.
-Allora chi voleva il gelato?- esordì Taehyung.
Jin e Yoongi entrarono nella gelateria, uscendo poco dopo con degli abbondanti coni tra le mani.
-Ecco cosa fanno le persone grandi - ridacchiarono.
Lui si avvicinò a me, porgendomene uno.
-Grazie, Hyung- mi venne spontaneo dire, lui sorrise ancora e sentii il cuore sciogliersi, presi in mano il gelato e ricambiai quel sorriso.

È un piccolo esperimento per ricominciare a scrivere,non prometto di aggiornare regolarmente but I (J)hope you enjoy :3

ItalianArmyFamily

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