Š e s t

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La signora Jeon cammina velocemente e fatico a starle dietro.
Non capisco ancora tutta questa urgenza di conoscere Peter, certo è un tipo strano ma non pericoloso.
Diciamo che nei momenti più diffici mi è sempre stato vicino nonostante spesso parta per lavoro, lasciandomi solo a casa.
È una specie di secondo padre per me.
Giunti alla mia "casa" la signora apre di scatto la porta e come una passa si mette a urlare.

-Peter! Vieni fuori, sò che sei quì!-
Dal piano di sopra si sente un tonfo poi un rumore per le scricchiolanti scale di legno e infine, davanti a noi, appare Peter.
Corro ad abbracciarlo, sono due mesi che non lo vedo.

-Hey orsetto, ne è passato di tempo eh?- ricambia la stretta sorridendo-Ti ho portato un regalo dal brasile, sono sicuro ti piacerà e ti sarà utile a riconoscere il tuo compagno e-
Non riesce a finire la frase che la signora Jeon ci interrompe improvvisando una tosse palesemente finta per attirare la nostra attenzione.

-Oh Iseul, quanto tempo sorella mia, come sta la tua famiglia? Mi sei mancata- la saluta contento, non sapevo fossero fratelli

-oh vorrei dire lo stesso Peter ma purtoppo non è così, non mi sei mancato per niente- incrocia le braccia al petto -che storia è questa?-

Entrambi ci stacchiamo dell'abbraccio.
-immagino Taehyungie te lo abbia detto. Ebbene si, sono anni che ormai mi occupo di Taehyung e non te l'ho mai detto, sapevo perfettamente che dovevo andarmene dal branco come avevi detto ma non potevo lasciarlo da solo in questo modo-
Nella stanza c'è un silenzio assordante che dopo poco viene spezzato dal sospiro della donna.

-ok,ok, per ora non voglio sapere nulla di questa storia ma più avanti voglio tutti i dettagli-
Peter sorride.
-li avrai, tranquilla-
Poi si rivolge a me.
-allora palletta? Cos'hai da raccontarmi?- arrossisco.

-d-diciamo che ho trovato il...mio compagno- sento le guance andare a fuoco.
-ma guarda, me ne vado per un po' e tu fai festa- ridacchia- e sentiamo, chi è lo sfortunato che dovrà averti come compagno- gli tiro una gomitata nelle costole divertito.

-mio figlio- interviene la signora Jeon, quasi mi ero dimenticato della sua presenza.
Peter punta il suo sguardo su di lei.
-oh no, tutti tranne Jungkook, sai meglio di tutti come si comporta nei confronti di Taehyung. È un vero bastardo- stringe i pugni.

-lo so bene Peter- sospira la donna- ma non posso farci niente, è il destino che ha scelto e noi non possiamo tenerli lontani-

-A me sta bene stare lontano da lui- intervengo ma la signora Jeon mi guarda storto.

-Peter offro a te il perdono e la possibilità di rientrare nel branco e sia a te che a Taehyung l'opportunità di vivere alla casa branco- propone Iseul.

Peter fa per guardarsi intorno per poi annuire alla donna.
-ci sto- guarda me -questa casa ormai è andata Taehyungie, proviamo a cambiare aria- abbasso lo sguardo, non posso credere che lui abbia accettato così, su due piedi.
Questa era la casa dei miei genitori e io non posso lasciarla, sarebbe come fare un torto a loro e perciò salgo velocemente le scale per poi andarmi a chiudere nel bagno, unica stanza munita di una chiave.
Sento i passi pesanti di Peter e quelli più delicati di Iseul salire anche loro le scale.
Peter bussa alla porta del bagno.

-TaeTae, esci di lì ti prego. Ne possiamo parlare, so che non ti piace l'idea di cambiare casa ma dobbiamo farlo. Questa ormai non è più abitabile-
Cerco di non ascoltarlo, di non convincermi che abbia ragione perciò prendo una pasticca di sonniferi che tengo nel cassetto del bagno insieme a un po' d'acqua e i poco sento le palpebre farsi pesanti per poi addormentarmi.

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ok questo capitolo fa schifo ma mi andava di aggiornare

My Mate: Kookv Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora